16. Misunderstandings

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STELLA

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STELLA

Con l'arrivo del nuovo anno, avevo senz'altro aggiunto nuovi innumerevoli buoni propositi alla lista. Tra questi, c'era anche quello di laurearmi e finalmente porre fine ad un ciclo che cominciava ad essere troppo lungo.

Passate le feste, era tempo di tornare a lavoro. Christian aveva ripreso ad allenarsi, mentre io ero in viaggio verso Torino per andare ad intervistare i due statunitensi bianconeri, McKennie e Weah. Ogni volta che mi veniva assegnato un episodio settimanale di Sport Week, il cuore mi usciva fuori dal petto per l'emozione.

Era sempre molto faticoso; speravo d'altra parte di trovare due ragazzi alla mano, con cui potevo scambiare serenamente due chiacchiere al fine di rendere il lavoro meno pesante per tutti e tre.

Per alcuni stare davanti la videocamera era fastidioso, quando si trattava di fare contenuti multimediali per i social, mentre per altri la parte più difficile era quella di aprirsi ad una sconosciuta che scriveva sul suo iPad tutto quello che loro dicevano.

Nella maggior parte dei casi non tornavo mai a casa con informazioni davvero interessanti, ma quella era una rubrica centrata proprio sull'andare oltre. Quello che mi serviva, arrivati a quel punto, erano aneddoti sulla loro vita e non cose già sentite e risentite.

Chiesi a Christian cosa avrei dovuto aspettarmi, considerando il rapporto che aveva con entrambi, il quale mi disse di viverla serenamente perché erano due bravi ragazzi. Ero carica di speranza, speravo davvero di riuscire a fare un bel lavoro. Me lo meritavo, lo dovevo a me stessa. Se fossi stata fortunata, oltre che brava, avrei potuto chiedere un permesso per tornare a casa in tempi più brevi.

Arrivai a Torino in così poco tempo che neanche realizzai che il treno si fosse fermato a Porta Nuova, probabilmente perché immersa nei miei pensieri. Inviai un messaggio a Christian, avvisandolo di essere arrivata, poi trovai il mio fedelissimo compagno di avventure Matteo, pronto già con la sua attrezzatura per le riprese.

«Dobbiamo prendere un taxi che ci porterà dagli sfortunati ragazzi che oggi dovranno sopportare le tue torture» ridacchiò Matteo, facendo sorridere anche me.

Mi strinsi nel mio cappotto, infreddolita, e a passo svelto corsi verso l'uscita seguita dal mio collega. D'altra parte non vedevo già l'ora che fosse sera per tornare a casa e rifugiarmi tra le braccia di Chris, mi mancava tutte le volte in cui non c'era.

Quando arrivammo al centro sportivo quasi mi cadde la mascella per terra, la prima volta in servizio in casa Juve è un bel traguardo, una spunta da aggiungere alla lista. In una sala, ad aspettarci c'erano già i due ragazzi. Era la prima volta che non ero io ad aspettare, ma loro.

A primo impatto mi parvero subito molto loquaci, soprattutto McKennie. Tirai un sospiro di sollievo e mi sedetti di fronte a loro, avviando la registrazione non appena iniziai con le prime domande. Avevano molto in comune quei due, dalla musica al calcio fino ad arrivare alla passione per la moda.

STELLA | CHRISTIAN M. PULISICDove le storie prendono vita. Scoprilo ora