Narratore esterno
Due mesi dopoLa mattinata più complicata e impegnativa dell'intera vita di Stella si era finalmente conclusa. L'unica cosa che potè fare la giovane giornalista in quel momento fu stringersi nelle spalle e sperare che, il colloquio appena fatto nella grande sede legale Sky di Milano, fruttasse buoni risultati.
Ci sperava, non c'era nient'altro che desiderasse più di essere presa per quel lavoro che avrebbe svoltato la sua carriera, con un po' di fortuna.
In quel momento ogni emozione le stava attanagliando l'anima inquieta. Soffici nuvole coloravano il cielo fra quei grandi grattacieli che appartenevano all'azienda italiana. Erano i primi di aprile, il clima era ancora freddo, ma dietro agli alberi si poteva comunque scorgere uno scorcio di sole.
Stella tutto questo lo notava appena. L'ansia era troppa e il cuore era un misto di emozioni in subbuglio pronte a scoppiare. Camminava a spalle strette verso l'ascensore che l'avrebbe condotta fuori l'azienda con il batticuore e la pelle madida di sudore freddo. Si toccò le guance calde, probabilmente ormai arrossate per l'ansia e un po' per il fresco, e sospirò. «Che fatica» mormorò a testa bassa, prima di uscire definitivamente da quell'immensa reggia.
Era stato Roberto, il suo collega, a spingerla ad inviare quel curriculum. Lui era già riuscito ad entrare e sapeva quanto la sua amica meritasse quel posto, probabilmente anche più di lui. Non poteva lasciarla fuori e, quando sentì in giro che avevano bisogno ancora di giovani forze nel team, tutto quello che poté fare fu avvisare la sua amica e compagna di viaggio.
Non fu semplice convincerla, la paura di non essere abbastanza brava aveva cominciato ad insinuarsi nella sua mente, fino a bloccarla completamente. Il supporto di Christian era stato fondamentale; l'aveva aiutata a risalire quando pensava di aver completamente toccato il fondo.
Stella alzò lo sguardo, trovando davanti ai suoi occhi il fuoristrada di Christian parcheggiato proprio davanti l'enorme struttura. Si lasciò sfuggire un sorriso, che lo statunitense non poté notare visto che era nascosta dietro una sciarpa, e lo raggiunse a passo svelto.
«Non pensavo di trovarti qui, pensavo andassi a pranzo con i ragazzi» mormorò lei, liberandosi del cappotto una volta salita in macchina.
Christian scosse la testa, afferrando le mani della sua fidanzata. «Devo ammettere che sono molto ansioso, probabilmente anche più di te» disse sincero.
Stella ridacchiò. «Ma amore, un responso negativo a me non cambierebbe niente: ho già un bel lavoro. Certo, sarebbe un bel salto di qualità, un enorme salto di qualità, ma non è la fine del mondo» lo rassicurò, schioccando un bacio sulle sue labbra.
Il numero undici rossonero sospirò, imbarazzato. Non lo avrebbe mai detto a Stella, ma tutte le volte in cui lei lo chiamava amore, sentiva uno sfarfallio pesante nello stomaco. Afferrò istintivamente le sue braccia e se le portò al collo, lasciando così che la sua fidanzata lo stringesse. «Non pensarci, dammi un abbraccio» le disse infine.
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STELLA | CHRISTIAN M. PULISIC
FanfictionNella frenesia del mondo del calcio, dove il clamore della folla si mescola con le ambizioni e le passioni, due vite inevitabilmente si intrecciano: quelle di Christian e Stella. È in una normalissima sala stampa dove scocca la scintilla tra i due...