25 Dicembre

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Sdraiata sul letto di Maria, percepivo una stanchezza mista alla eccitazione di quanto avvenuto poco prima in cucina.
La mia testa, avvolta tra le gambe di Maria seduta sul mio viso, era bloccata e costretta a quel lavoro orale che con tanta dovizia e impegno avevo poco prima ricevuto.
Giunse pure Manuel ritornato dal bagno, che prese a leccarmi i piedi e le cosce finendo a massaggiarmi tutto il corpo fino a nuova completa eccitazione. Infilò die dita nella figa, umida e martoriata dopo un pomeriggio di lush, non si fermò anzi, continuò la masturbazione con tre e quattro dita. Piegai le gambe per rendere più dritta la vagina, quelle grosse dita mi facevano male ma, nel contempo mi procuravano un grande piacere. Quando infilò tutta la mano sussultai lanciando un gemito di dolore, Maria mi scavalcò sdraiandosi accanto a me, e massaggiandomi l'addome. Chiusi gli occhi, cercando di sostenere quella penetrazione.
Manuel smise poi, Maria salì di nuovo su di me, a gambe larghe, culo in alto. Mi infilò la sua voluttuosa lingua in bocca, ci baciammo, intrecciammo le nostre lingua seguendo una danza non scritta. Manuel salì anch'egli sul letto, poi riprese a martoriare la mia figa; non capii all'inizio poi scoprì che era un dildo enorme. Lo piazzò dentro con non pochi sputi per farlo scivolare, poi presa la figa della moglie infilò il suo palo.
Situazione enormemente eccitante, le stantuffate erano secche e violente: Maria smise di baciarmi, si appoggiò a me, viso contro viso, sentito i colpi lo schioppettare dei due corpi che si scontravano, l'urto e il rinculo di Maria su di me.
Gemette senza ritegno, senza fermarsi,.
- Vieni - mi disse Manuel.
Ubbidì.
- Leccagliela - mi disse di nuovo.
Infilandomi sotto lei in un caldo 69 presi a leccargliela, mentre le gambe di Manuel mi cingevano la testa infilando nuovamente il suo cazzo bella fessura sdillabrata della moglie.
La testa reclinata per poter giungere con la lingua al clito, accoglieva sulla fronte le palle di lui che ad ogni spinta andavano a scrosciare su di me.
Maria continuava a gemere, la sentì serrare i denti, poi un urlo strozzato, il pisello che esce fuori e un fiume che dalla fessura viene giù allagandomi la faccia.
Mi stacco da lei, ricevo quella cascata finché non si blocca. Manuel con la cappella sopra la mia faccia aspetta che finisca la piena, si sega, strattona quell'arnese porta indietro la testa venendo anche lui su di me. Il suo sperma sui capelli, sul naso, in bocca.
Rimango bloccata fino a che non si rilassa, poi lo accolgo in bocca per pulirlo; Maria viene in mio aiuto, si gira, mi fa tenere gli occhi chiusi e raccoglie tutti gli umori.
Ci buttiamo sul letto esausti.
Poco dopo sentiamo la porta di casa chiudersi: è il figlio che deve essere rientrato.
Ce ne stiamo li per un po', i coniugi crollano in un sonno profondo, così mi alzo, spengo la luce e, aperta la porta della stanza, mi accerto che tutto taccia, passo dal bagno per darmi una ripulita e vado a dormire su Luisa.
La trovo immobile così come l'avevo lasciata, mi sdraio accanto a lei, la bacio.
- Buon Natale - le sussurro, lei si volta e mi abbraccia.

Diario di Paola - Cap.3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora