La sala del Consiglio

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Logan

Vedo il volto sconvolto di Haley, il puro orrore macchiarle le iridi tempestose mentre passiamo accanto a tutti quei cadaveri sgozzati senza pietà.

Sono tanti, troppi, Alium che avevano giurato fedeltà ai Consiglieri ripagati con il più alto dei tradimenti: uccisi da chi credevano loro collega, amico. Erano dalla loro parte e sono stati trattati così, come se la loro vita valesse meno di niente. 

Le porte della sala del Consiglio sono aperte e non vi è alcun rumore che indichi la presenza di qualcuno. Eppure, lo sentiamo. 

Percepiamo la sua presenza, come se ormai avessimo imparato a riconoscerla, la sua malvagità, la bestia che si cela sottoforma di uomo. 

Nonostante questo, quando voltiamo l'angolo, non posso fare a meno di trattenere il respiro, mentre la scena si imprime a fuoco nella mia mente, così che io non possa più dimenticare. 

La Sala del Consiglio è enorme, il soffitto altissimo che forma una volta decorata con affreschi dorati, sacri, e il pavimento dello stesso colore è interrotto solamente da un ampio e lungo tappeto rosso, perfettamente curato, che porta ad un basso soppalco, in cui è stato disposto un tavolo rotondo e quattordici sedie. 

Queste sono robuste in legno e i miei occhi indugiano un secondo di troppo su di esse, l'unico elemento ancora intatto, normale, che mi impedisce di scivolare nell'ombra della pazzia. 

Perché tutto il resto è coperto di schizzi di sangue e ognuna delle sedie è occupata da un cadavere. Tutte tranne una. 

Tredici Consiglieri sono accasciati sulle proprie sedie, il volto puntato alla volta affrescata con simboli che ricordano le antiche pitture, dove bimbi alati e uomini beati risiedono su uno sfondo azzurro ricoperto da nuvole bianche. 

Hanno tutti la gola tagliata e il sangue scende copioso, viscoso, segno che non sono morti da molto. E non c'è traccia di lotta, come se si aspettassero una fine del genere. 

Come se fosse un sacrificio.

"Benvenuti, bambini." Sohrt parla con fare affabile, dal centro di quella stessa tavola, le mani giunte davanti a sé, le vesti bianche ancora perfettamente intatte, candide, pulite. 

Non ho neanche il tempo di guardare Haley prima di scattare in avanti, l'urlo del Demone che mi riempie la mente, colma di urla e il suono dei tamburi di guerra, scanditi dal battito del mio cuore. 

Deve morire, deve morire, deve morire

Attraverso la sala del consiglio come se fosse larga appena un paio di metri, il pavimento liscio che fischia quando entra in contatto con i miei anfibi sporchi di sabbia e fluido scuro, le impronte ben visibili sul prezioso oro. 

Quando arrivo ai primi scalini spicco un salto, le ossa che escono dalle mie mani, dalle braccia e spalle, consapevole che questo sarà il colpo finale, l'ultimo, quello che metterà fine ad ogni cosa. 

E quando sto per staccare i piedi da terra, il tempo sembra rallentare, dandomi la possibilità di guardare il volto del Consigliere, raggrinzito dal peso del tempo, con la pelle così sottile da sembrare carta, consentendomi di vedere le vene scure sulle sue tempie. 

Il volto del male.

I miei occhi incontrano i suoi, completamente bianchi, bruciati molto tempo fa dalla linfa che ha corroso il suo corpo e mente, rendendolo pazzo, un essere crudele. 

Perché loro erano proprio come noi, o almeno, sarebbero potuti diventarlo, se solo le cose avessero funzionato. Infondo, anche Ajila era una maga, un Alium, eppure, si è lasciata andare alla magia, alla linfa, che ha cambiato il suo cervello, lo ha alterato in modo irreversibile. 

Compagni Di Guerra - CicatriciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora