Troppo facile

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Haley

L'aria è soffocante, e anche se non soffro di claustrofobia, sento il mio respiro farsi più pesante, e un'agitazione che prima non avevo prende il sopravvento sulla mia mente.

Immaginare che sopra le nostre teste ci siano centinaia di metri d'acqua e a separarci da essi c'è solo uno strato di metallo, mi fa venire i brividi.

Il tunnel è illuminato malamente, e uno strato d'acqua salmastra rende l'aria ancora più calda.

Il drenaggio delle acque dovute alla marea non deve funzionare molto bene.

Non sappiamo ogni quanto mandano i Vuoti, ma ormai stiamo camminando da tre ore e di nemici non c'è nemmeno l'ombra.

Forse tutto questo non è altro che un'enorme trappola che porta a morte certa. In fondo ci siamo buttati qua dentro senza pensarci due volte, ma potrebbe anche essere che non ci porti effettivamente alla Seconda Pangea.

"Avremmo dovuto seguire il piano e continuare con la macchina." Sento Samael dire a nessuno in particolare, anche se mi sento il suo sguardo addosso, che mi giudica per una decisione presa insieme.

"La macchina era troppo vistosa." Mi ritrovo a mormorare, anche se il principio di dubbio contagia anche me.

"Perchè, usare un tunnel probabilmente pieno di telecamere è tanto meglio?" Esclama spalancando gli occhi castani e i riccioli gli rimbalzano in testa quando scuote il capo.

Alle sue parole faccio una smorfia, lanciando poi uno sguardo verso l'alto, anche se i miei occhi non riconoscono alcun aggeggio elettronico sul soffitto ad arco, troppo lontano e buio per poter distinguere qualcosa.

C'è solo da sperare che non abbiano sprecato soldi per una cosa del genere.

Anche usando l'invisibilità non saremmo salvi: i Vuoti di prima ci hanno visto anche attraverso la magia, e poi i nostri passi sull'acqua creano degli schizzi che nelle telecamere apparirebbero come una nota stonata.

Possiamo solo continuare e prepararci ad un eventuale scontro.

"Abbiamo deciso tutti insieme di usare il tunnel e ora siamo troppo in là per poter pentirci." Interviene Samantha, facendo roteare le katane con una mano sola, le lame che danzano nell'aria come fiamme grigie.

"In realtà è stata Mainz a buttarsi dentro il buco senza aspettare nessuno." Ragiona il mago e subito sento gli zigomi avvampare per esser stata chiamata in causa.

"Non ti ho mica costretto a seguirmi." Il mio tono ha un che di tagliente, e dal mio pugno fuoriescono delle scintille, che cadono in acqua, spegnendosi.

Samael assottiglia le palpebre, venendomi in contro con passi pesanti, e gli schizzi arrivano all'altezza del mio collo.

Il mio primo istinto sarebbe quello di allontanarmi, anche quando il mago si ferma ad una distanza ragionevole, ma punto i piedi e reggo il suo sguardo.

Devo dimostrarmi forte.

Passano attimi di silenzio, nei quali il ragazzo continua a fissarmi con astio, valutando e giudicando la sua posizione. Ed io faccio lo stesso, percependo la tensione nell'aria salire.

Non voglio lottare nuovamente con lui e non possiamo continuare in questo modo, dove ogni cosa che dico lui deve trovare qualcosa da ribattere.

Sembriamo due cani pronti ad azzannarsi alla gola ed io devo fare uno sforzo di autocontrollo per fare un passo indietro ed evitare una nuova rissa.

Io non sono così.

"La tua Compagna ha ragione: ormai siamo dentro fino al collo e pentirsi adesso non farà altro che peggiorare la situazione." Ardin apre bocca per la prima volta da quando entrati qui dentro e tutti ci voltiamo nella sua direzione, trovandolo con una mano sulla spada e uno sguardo cupo sul volto.

Compagni Di Guerra - CicatriciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora