3. Codeina

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VOMITO 

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VOMITO 

Ci era stato cancellato il volo e cercavamo una soluzione economica non troppo distante dall'aeroporto per passare la notte (avremmo avuto il volo successivo il giorno dopo). Peccato che la zona sia collegata malissimo coi mezzi pubblici, quindi quel poco che abbiamo risparmiato per la stanza lo abbiamo speso nel taxi... Per il resto... Avrebbe dovuto insospettirci già il nome, e ho detto tutto!!! Arredamento dozzinale e fatiscente... La pulizia?! Definirla sommaria è un eufemismo... Abbiamo trovato peli pubici sotto al letto e un'autoreggente tra le lenzuola. Lo schifo... Prese non funzionanti e in bagno i sanitari erano pieni di bruciature di sigaretta... Non abbiamo neanche potuto dormire in pace perché nella camera accanto non so cosa facessero ma sembrava di stare in un bordello... Per giunta mio marito ha perso la Nintendo Switch dentro la stanza e lo staff non è stato di alcun aiuto per ritrovarla... La signora della reception, in particolare, è stata di una maleducazione oltraggiosa, una vera stronza, scusate il termine. Sconsigliatissimo.

Data del soggiorno: ottobre 2023

«Cosa ridi?»

La voce di Alice, in piedi di fronte ai fornelli, distoglie la sua attenzione dallo schermo del cellulare appoggiato sul tavolino. Marzia si raddrizza sulla sedia, rivolge lo sguardo alla coinquilina e, attonita per un istante, si domanda a cosa diavolo si riferisca. Stava davvero ridendo...? Fino a un attimo fa, non era consapevole della sua espressione facciale.

«Oh, niente.» Con un paio di colpetti di polpastrello al touchscreen, chiude l'applicazione di TripAdvisor. «Leggevo una cosa su internet.»

Alice spegne il fornello sotto alla moka fumante. Si sposta appena di lato, apre la credenza e, dopo averne estratta una tazzina di dimensioni normali, esita nella scelta della successiva, con le dita sollevate a mezz'aria.

«Tu hai detto che lo vuoi doppio, giusto...?» le chiede di spalle. Di sottofondo, da un lato, la voce della Gruber su La7, dall'altro il borbottio della lavastoviglie, piena dei piatti sporchi della cena.

«Sì.»

E tira giù una tazza da colazione.

«Ma sei sicura? Non ti farà male allo stomaco?»

«Sì, sì.» E, mentre Alice versa il caffè caldo, Marzia si allunga di lato per recuperare portacenere, sigarette e accendino dal davanzale della finestra chiusa. «Oggi ho provato a farmi una dormita ma non ce l'ho fatta. E considera che devo reggere fino alle sei. Ah, a proposito.» La fiamma si accende di fronte al suo viso. Fa un lungo tiro. «Se domattina ti serve la mia macchina per andare a lavoro, prendila pure. Tanto io mi metterò subito a letto, appena rientrerò a casa. Non mi servirà per tutta la giornata.»

«Ma, Marzia...» Con le due tazzine in mano, a metà strada tra il piano di cottura e il tavolo circolare, Alice la guarda sconvolta. «Io non ho la patente...»

L'altra, dapprima, la scruta sottecchi. Poi si batte la mano sulla fronte. «Ah, cazzo, è vero! Non ce l'hai! Cristo, Alice, ma come puoi non aver m-mai... p-preso...» La sua domanda viene interrotta da un furibondo attacco di tosse, che la costringe a piegarsi a metà sulla tovaglia cerata.

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