L'auto sfreccia sotto la pioggia notturna, lungo Via Aldina, per lasciarsi Lippo alle spalle; e poi per Via Ungheri, a fianco di San Vitale; e poi su Via Garibaldi, in direzione di Rizzola; e allunga il suo viaggio di quindici minuti almeno, rispetto a quello che avrebbe fatto in circostanze normali, pur di entrare in via Persicetana a partire da settentrione e arrivare a Bargellino senza passare di fronte all'entrata del motel.
Chi dovrebbe essere di turno, questa notte? Forse Veronica, la moglie del Frittelli? O forse Giuliana...? O magari quella ragazzetta dell'università, amica di Claudio, che lei ha visto solo due volte perché non è parte dello staff e fa solo un part-time per arrotondare...?
Purtroppo Marzia non ha memoria di che fine abbia fatto la sua tabella; per quel che ne sa, potrebbe anche averla buttata l'altro giorno, dopo aver saputo che i turni sarebbero stati riorganizzati entro lunedì... E forse non ha nemmeno importanza, dove sia, perché, anche se ce l'avesse in mano, quella tabella, non è detto che ne ricaverebbe qualcosa, visto che il suo improvviso permesso per lutto potrebbe aver comportato l'alterazione di tutti gli orari di quei giorni di transizione.
E poi, il suo scopo non è scoprire quale dei suoi colleghi ci sia adesso, al banco. Il suo scopo è evitare di essere vista, da chiunque di loro.
La pioggia batte forte dopo la rotonda, sugli immensi campi che si stendono sulla sinistra, e sugli anonimi fabbricati sulla destra; batte sugli alberi spogli, sull'asfalto, sui cartelli e sul parabrezza. Batte da giorni, a quasi ogni ora del giorno e della notte, e sembra non finire mai.
E la Persicetana, così sgombra, corre dritta sotto la tempesta; e l'ansia dell'arrivare in fretta a destinazione si accompagna a un senso d'inquietudine dato dall'incertezza, dal non avere chiaro dove porterà.
E il vestito acquamarina, sotto al telo di plastica, riflette ora i fasci luminosi dei lampioni intermittenti, ora il bagliore di un lampo, che per un unico istante rende il cielo del colore del latte... Ora la luce al neon dell'insegna del motel.
Marzia non ha trovato nessun veicolo in arrivo dalla corsia opposta, e non c'è nessuno nemmeno dietro di lei. La svolta verso il piazzale, con l'indicatore di direzione inserito, avviene fluida, senza tentennamenti.
È da parecchio passata la mezzanotte.
«Aiakòs...»
Il parcheggio di fronte all'agenzia di auto a noleggio, oltre alla pensilina del distributore, è deserto. Marzia si sbatte la portiera alle spalle, mentre la pioggia si abbatte sui suoi capelli; e ruota sul posto, saggia ogni opaca zattera di luce alla deriva nel buio: nei pressi dell'entrata, attorno alla scale antincendio...
E Aiakòs è poco più in là, rannicchiato contro il muro, dietro al cassonetto. Riesce a distinguere i suoi occhi, due palline gialle che rifrangono per un istante la luce al neon.
«Aiakòs!»
Inizia a correre verso di lui; si lascia l'auto alle spalle, passa sotto alla pensilina e risbuca dalla parte opposta; e quei piccoli occhi si fissano su di lei.
«Marzia...!» le risponde, arrochita, la piccola creatura.
E, con esasperata lentezza, tenta di alzarsi.
Solo una zampa alla volta... un muscolo alla volta.
E, nonostante tutto, tiene la coda alzata, con entusiasmo. E i suoi occhi non si distolgono da lei.
«A-aiakòs...» Il suo nome, stavolta, le muore tra le labbra.
A tre metri da lui, Marzia resta bloccata sotto lo scroscio.
«Marzia, come mai sei qui...? Credevo...» Aiakòs tenta di andarle incontro e, anche quando le sue zampe anteriori si incrociano di fronte a lui, e il suo corpo sta per capitolare di lato, il suo sguardo resta fisso su di lei. «Credevo che saresti stata a casa...»
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Purgatory Motel
ParanormalA Bargellino, nei pressi di Bologna, si trova un anonimo edificio, la cui presenza è annunciata, lungo Via Persicetana, dalla grande insegna al neon: il Purgatory Motel. Marzia Ciano, incallita tabagista di mezza età, si divide i turni diurni al ban...