Alcuni viaggiatori hanno iniziato a morire molto prima del loro arrivo al Purgatory.
Marzia non ci aveva mai focalizzato l'attenzione, prima di stasera; ma non c'è alcun dubbio a riguardo: è questo il motivo per cui, talvolta, quando si incamminano verso il portale, scelgono di assumere una forma precedente. Quello è come un riavvolgere il nastro a prima... A prima che il processo di deterioramento iniziasse.
Prima dell'ictus e del coma, prima di fidarti di quel tuo compagno di scuola, che dice: "Mi sta bene se siamo solo amici, non insisto"... O prima di passare alla siringa, prima che il tuo ultimo figlio se ne vada casa, e ti lasci da sola con un marito che forse non ami più.
Prima.
Per questo stasera, Marzia, mentre cammina al buio lungo via Persicetana, in direzione Nord, porta ai piedi un paio di scarpette di tela, basse, e blu. Per questo la brezza le fa ondeggiare i riccioli scuri raccolti in una coda dietro la testa. La temperatura è calda, tutto è confortevole come in una notte di fine luglio; e sotto la maglietta di cotone, a righe, ha messo anche il costume.
«Oh... Riecco l'elettricità.»
Marzia rallenta il passo, alza il naso per aria. Il lampione, lassù in alto, si è messo a sfarfallare.
E quando riporta lo sguardo davanti a sé, l'insegna al neon del Purgatory Motel, a duecento passo di distanza, splende come un invito. Tutto proprio come si aspettava...
Ma perché... se lo aspettava?
Per un attimo, le pare che dietro di lei ci sia il vuoto. Come se la sua mente fosse scevra di ricordi, e lei dovesse essere al mare; a molti chilometri da qui.
Si porta una mano sul petto. Lì, attaccati al colletto della t-shirt larga infilata nella gonna di jeans, sono appesi un paio di occhiali da sole.
Inspira.
I suoi polmoni si riempiono di un'aria tersa, cristallina; che sembra avere lo stesso odore dolciastro della buccia di una pesca matura.
Espira.
Pian piano, mentre procede in avanti, la sua mente riorganizza i tasselli; tutto è in ordine, tutto ha un senso. C'è una calma surreale attorno a lei; e in alto, nel cielo, le stelle brillano come se no ci fosse nulla a frapporsi tra lei e loro; come se le mirasse da un pianeta vergine, su cui l'essere umano non ha mai piantato un paletto, né acceso un fuoco.
«Marzia!» si sente chiamare.
E lei aggrotta le sopracciglia. Cerca con lo sguardo l'origine del suono, a un passo dal limitare del piazzale.
«Marzia...!»
Un gatto, da oltre il margine di un muro, dietro l'autolavaggio, si muove a passetti svelti verso di lei.
«Aiakòs!»
Marzia piega le ginocchia nude, fino a toccare con la pelle la ruvidezza dell'asfalto asciutto; tende le braccia in avanti, verso il cucciolo, che di colpo velocizza la corsa fino a procedere per balzi, con la coda tesa in verticale, fino all'ultimo slancio, contro il suo petto.
«Marzia... Sei arrivata!»
«Sì...»
Marzia chiude gli occhi. Lo stringe a sé.
E, quando si rialza in piedi, lui aderisce al suo corpo come un bambino. Tiene le zampette sulla sua spalla, struscia la fronte contro il suo mento, il diaframma che vibra dall'entusiasmo, la coda che penzola verso il terreno. E il suo pelo è così fresco, così vellutato... che, non appena Marzia affonda il viso nella sua morbidezza, e ne respira suo profumo, sembra fatto di borotalco e miele, e quasi si commuove. Non saprebbe spiegare il perché, di ciò che prova. È una gioia profonda, incommensurabile, e priva di zone d'ombra. Come se avesse atteso il suo ritorno per tutta la vita, anche se è la prima volta che lo vede così.
STAI LEGGENDO
Purgatory Motel
ParanormalA Bargellino, nei pressi di Bologna, si trova un anonimo edificio, la cui presenza è annunciata, lungo Via Persicetana, dalla grande insegna al neon: il Purgatory Motel. Marzia Ciano, incallita tabagista di mezza età, si divide i turni diurni al ban...