Ricoverato al Sant'Orsola. In coma da due mesi.
L'orrore di queste ore non può essere passato sotto silenzio: stiamo parlando di un vero e proprio massacro...
Si è spento due notti fa, alle tre.
È accaduto nel kibbutz di Kfar Aza, a cinque minuti dalla Striscia di Gaza. L'esercito israeliano...
«Cazzo, stai zitto!» Marzia preme il tasto di spegnimento dell'autoradio. Torna con gli occhi sulla strada.
Due notti fa. Alle tre.
Ma lei l'ha visto al motel. Ed erano le due e mezza del mattino.
Il cervello di Marzia va avanti a ripetere in loop quelle informazioni tra loro incompatibili lungo tutto Viale Palmiro Togliatti. Quando raggiunge la rotonda Benedetto Croce, prende l'uscita che porta in direzione dell'aeroporto. Non sta tornando verso Trebbo: la sua destinazione è Bargellino.
Le due e mezza del mattino, cazzo.
È impazzita? Forse lo è. Ma come giustificare una tale successione di assurde coincidenze? Lei non aveva mai incontrato quell'uomo in vita sua, e le è apparso davanti nelle esatte fattezze immortalate dalle fotografie sul sito della Sanel's, nonché irrigidite nel cadavere dell'uomo che stava nella camera ardente... E poi come cazzo si spiegano i dati anagrafici corretti? Residenza, data di nascita, nome e cognome... Si fosse chiamato "Mario Rossi", almeno! E invece no: "Armando Sirio Gavotto". Come cazzo può uscirti dal niente "Armando Sirio Gavotto"?!
Marzia imbocca Via Persicetana e fa fatica a respirare. Inspira con lentezza dal naso nel tentativo vano di incamerare nei polmoni più aria possibile. Mette la freccia a sinistra: è arrivata al piazzale del motel.
Non sa chi ci sia a quest'ora di turno. Billy? Il pupetto, forse? Sua madre? Ma chi diavolo ce l'ha avuto il tempo di memorizzare quella stupida tabella excel?
L'unica cosa certa è che non vuole farsi vedere dai colleghi, né tantomeno rischiare di dover spiegare perché si trova lì fuori orario. Per questo si guarda bene dal passare con l'auto di fronte al portone della reception. Svolta dalla parte opposta, cioè verso sinistra, lo sguardo fisso sullo specchietto retrovisore. Non c'è nessuno, per fortuna, nei pressi della loro parte di piazzale.
Per sicurezza, finge comunque di doversi mettere in coda per il distributore di benzina, procede a passo d'uomo accanto alle pompe e risbuca dall'altra parte della pensilina.
Dieci metri più avanti, di fronte all'agenzia di auto a noleggio, c'è un posto libero proprio dietro un minivan. Non poteva sperare in una schermatura migliore.
Una volta parcheggiato, Marzia spegne il motore e tira il freno a mano. Si sfila il foulard dal collo per risistemarselo in testa, a coprire i riccioli sotto al tessuto. Così conciata, con gli occhiali da sole in faccia – e considerando che persino il cappotto che ha addosso è diverso dal solito, visto che è ancora in total black come quando è uscita di casa per imbucarsi al funerale – dovrebbe riuscire a non farsi riconoscere. Ma deve fare comunque in fretta.
«Dove sei...?» sibila tra sé e sé. Un alito di vento le fende il volto, non appena mette il naso fuori. Guarda a destra, a sinistra, avanti e indietro; poi chiude la portiera e si sposta a passo svelto a lato dell'edificio. Pochi passi, ed eccola che arriva: la consapevolezza dell'idiozia dell'operazione. «E ora come cazzo lo ritrovo?!»
Non ha avuto il tempo di pensare quando, dalla Certosa, si è messa alla guida in direzione del motel. Ha solo dato per scontato che l'avrebbe trovato lì ad attenderla per rispondere a tutte le sue domande.
Ma si sta parlando di un gatto randagio.
Potrebbe essere in qualunque luogo.
Potrebbe anche essere morto.
STAI LEGGENDO
Purgatory Motel
ParanormalA Bargellino, nei pressi di Bologna, si trova un anonimo edificio, la cui presenza è annunciata, lungo Via Persicetana, dalla grande insegna al neon: il Purgatory Motel. Marzia Ciano, incallita tabagista di mezza età, si divide i turni diurni al ban...