ღ18°Capitoloღ - Instabile

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18. Instabile


Schifo.
Schifo era quello che provava, nient'altro.
Le unghie conficcate nel suo braccio avevano reciso la pelle talmente tanto da farla sanguinare e i suoi muscoli a scadenza regolare le provocavano dei tremolii quasi incontrollabili.
Il mare era in burrasca, lo poteva perfettamente vedere dal suo balcone e non si poteva sentire più capita in quel momento.
La sua testa era completamente in confusione, non riusciva a ragionare e a comprendere perché avesse fatto quello che aveva fatto.
Si era allenata anni per evitare tutto quello, anni. Aveva inventato da zero una tecnica completamente nuova, cosa difficilissima nel mondo della stregoneria. Si era allenata per raffinarla il più possibile, per farla arrivare almeno a metà della sua vera forza. Sapeva che non sarebbe stato mai possibile paragonarla all'originale, eppure era riuscita a migliorarla almeno per la maggior parte.
Tutto quello, tutti quegli anni, tutta la battaglia contro la sua famiglia per poi? Usarla in un momento di debolezza, in cui non era neanche in pericolo di vita. Certo, era spaventata da quell'atteggiamento avuto da lui, ma poteva scommettere qualsiasi cosa che lui non le avrebbe mai fatto seriamente male. Anche se il dolore al polso poteva tranquillamente dimostrare altro.
Infilò la testa in mezzo alle gambe, rannicchiate al petto sulla sedia del suo balconcino.
Il sangue che colava dal suo braccio indicava chiaramente che la ferita che si stava auto-infliggendo facesse non poco male, eppure era presa talmente tanto dai pensieri e dalle emozioni che non riusciva a sentirlo.
Lo sguardo che le aveva rivolto Satoru era una delle immagini più nauseanti mai viste.
Non aveva capito in realtà se la stesse guardando con orrore, schifo o disprezzo. Per qualsiasi motivo, la sua reazione sarebbe stata la stessa.
Il suo cuore cominciò a battere più forte e si odiò ancora di più quando riuscì a percepire il sangue scorrere ancora più velocemente nelle sue vene. Il fiato si fece estremamente pesante, le mancava l'aria.
Prese delle boccate enormi, una più grande della precedente, eppure non le sembrava abbastanza.
Buttò all'indietro la testa, chiudendo gli occhi, continuando a respirare intensamente.
Finché era il suo corpo, andava bene.
Si concentrò su tutti i suoi vasi sanguigni. Poteva sentirli tutti, dal primo all'ultimo. Così come poteva percepire la presenza di ogni suo organo. Sapeva a memoria la loro posizione, le sensazioni che ognuno le mandava.
Pian piano il sangue rallentò, così come i suoi polmoni smisero di lavorare così intensamente.
Buttò fuori tutta l'aria rimasta all'interno del suo corpo, come se dovesse rigettare fuori il fumo di una sigaretta.
Aprì gli occhi e il cielo si era fatto leggermente più chiaro.
Non sapeva che ore fossero, era rimasta in quella posizione per così tanto tempo che non poteva rendersene conto.
Nonostante quello, a giudicare dalla posizione della luna, potevano essere quasi le cinque del mattino.
-A che ora era la partenza... -sussurrò tra sé e sé. La sua voce uscì più rauca del previsto, forse dovuta al pianto, forse per tutte le emozioni che l'avevano colpita all'improvviso.
Le venne in mente improvvisamente la frase di Satoru poco prima di tornare in Hotel dalla spiaggia.
"Mi raccomando, divertitevi ma ricordatevi che domani si parte alle 6, avete un esorcismo all'ora di pranzo voi del primo anno."

Cercò di scacciare via lo sguardo che le aveva poi rivolto subito dopo quella frase.
Era palese che nel frattempo lui avrebbe voluto fare dei giri con lei per Tokyo mentre i ragazzi esorcizzavano delle maledizioni.
Non ebbe il coraggio di pensare che si sarebbe ugualmente fatto.

Tokyo,
28 Agosto 2018
12:34


La porta dello studio si spalancò di colpo, battendo forte contro il muro lasciando un leggero segno sulla vernice.
-Yaga! -una voce bassa e autoritaria risuonò per tutto l'ufficio. Il preside, sentendo quel richiamo, alzò gli occhi dalle scartoffie che stava compilando.
Non si sorprese di vedere l'albino entrare come una tempesta, infatti non ebbe alcuna reazione particolare. Rimase solamente a guardarlo in attesa che lui parlasse, attesa che non durò per nulla a lungo.
-Quando avevi intenzione dirmelo? Anzi, avevi almeno intenzione di dirmelo? -le sue mani sbatterono forte sulla scrivania dell'uomo, trattenendosi però dal calciare la sedia al suo fianco. Era arrabbiato, nervoso. Era tutto tranne che calmo. Non poteva sopportare neanche il pensiero di quella situazione.
-Non leggo ancora nella mente, Satoru. -rispose l'uomo, non capendo il perché di quella agitazione. Di solito era molto calmo, l'albino. Normalmente sarebbe entrato nel suo ufficio e avrebbe usato più un tono passivo aggressivo che un tono furibondo. Eppure sembrava completamente aver perso qualsiasi freno o buonsenso.
-Kamo Hayami. -fece fatica a pronunciarlo normalmente, l'acidità nel suo tono era evidente.
Quando sentì quel nome, appoggiò sul tavolo la biro che stava tenendo per scrivere sui fogli e si tolse successivamente gli occhiali, mettendoli al fianco della penna. Fece un lungo sospiro e si massaggiò il ponte del naso.
-Cosa ti dovevo dire esattamente? -sembrava già esaurito ancora prima di iniziare il discorso.
-Magari che può manipolare a suo piacimento qualsiasi forma di vita che abbia del sangue? Magari sarebbe stata un'informazione utile? -aveva alzato la voce.
-Satoru, per cosa pensavi che fosse un livello speciale, esattamente? -
Il ragazzo rimase interdetto per qualche secondo. -Beh... -
-Non volevo tenertelo nascosto ma non mi andava neanche di urlarlo ai quattro venti. Come hai ben capito, è un potere molto pericoloso. -provò a spiegarlo nel modo più razionale e calmo possibile, anche se nel ragazzo vedeva tutto tranne che razionalità in quel momento.
-Proprio per questo avresti dovuto dirmelo, mi stavo avvicinando a lei come se nulla fosse! -aveva iniziato a gesticolare dal nervoso.
Yaga alzò un sopracciglio, confuso dall'ultima frase. -E questa scoperta cosa cambierebbe del vostro rapporto? -
-Tutto! Ѐ un pericolo addirittura per me! Come hai potuto pensare di farla venire qua, nel nostro istituto! -
Fu allora che il preside capì allora il vero problema di tutto.
-Hai paura che sia davvero un pericolo perché ne hai avuto le prove in questi mesi o semplicemente ti dà fastidio il fatto che potrebbe essere più forte di te? -
Quella frase fu come un fulmine a ciel sereno. Il ragazzo rimase zitto a guardarlo, senza proferire altro.
Aveva colpito nel centro, ma non lo avrebbe mai ammesso.
Nessuno era mai stato più forte di lui, nessuno stregone, nessuna maledizione. Dal momento in cui era nato, il mondo intero aveva cambiato i suoi ritmi, le sue abitudini, le sue regole.
Dal momento in cui Gojo Satoru aveva messo piede in quel mondo, niente e nessuno era mai stato più forte di lui o aveva rappresentato un reale pericolo.
Nessuno fino a quel momento.
Lei davvero avrebbe potuto sconfiggerlo in pochissimo tempo solamente se lo avesse voluto.
E questo lo terrorizzava.
E il terrore non faceva parte delle emozioni di Gojo Satoru. Non poteva esistere quell'emozione in lui.
No, in realtà poteva.
Semplicemente non l'aveva mai contemplata.






꧁Kissing Your Eyes ꧂ 「Gojo Satoru」Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora