ღ3° Capitoloღ - Prevenzione

749 36 2
                                    

3.Prevenzione

-Sicuro che sia una buona idea? -chiese Hayami, una volta arrivati a destinazione.
Satoru stette per rispondere ma Nobara lo precedette, passando davanti a loro tirando fuori il suo martello. -Ovvio che no. -
Si trovavano in uno dei cimiteri più grandi presenti a Tokyo, dire che la presenza delle maledizioni era consistente era dire poco. Inoltre, Hayami poteva benissimo percepire dal di fuori la presenza di più maledizioni di primo livello inferiore. In realtà non aveva ancora ben presente la preparazione dei ragazzi, l'avrebbe capito solamente dopo averli visti combattere direttamente sul campo, ma quel posto le sembrava in ogni caso una pessima idea.
-Emergi dall'oscurità, più scuro dell'oscurità, purifica ciò che è impuro. -
Improvvisamente si fece notte e il velo calò. I ragazzi non sembrarono particolarmente spaventati o preoccupati, cosa che invece era fin troppo la ragazza. Si vedeva che erano abituati alle bravate e pazzie del loro professore e ormai non ci facevano più caso.
-Esorcizzate e tornate indietro, come sempre. -alzò un pollice per aria, accompagnandolo da un sorriso sornione.
-A più tardi. -salutò Yuji, incamminandosi alzando una mano in segno di saluto.
-Non morite! -Gojo sventolò la mano fino a che non girarono l'angolo ed entrarono nel velo designato dallo stregone, poi si girò e si incamminò verso la direzione opposta, lasciando Hayami lì.
-Ma- e i ragazzi? – disse lei, guardandosi indietro, poi verso l'uomo, scioccata da quel suo comportamento.
-Li veniamo a prendere dopo, te fai quello che ti pare! -quella mano che svolazzava per aria a mo' di saluto la stava facendo veramente innervosire.
Non seppe bene come, inizialmente aveva deciso di rimanere a guardare i ragazzi o comunque tenere sotto controllo la situazione nel caso qualcuno avesse avuto bisogno; poi si trovò nel bel mezzo della movida di Tokyo assieme a quella sottospecie di insegnante che le camminava affianco.
Sospirò pesantemente quando si fermò per l'ennesima volta ad una bancarella di souvenir.
Non sapeva esattamente come potesse tenere così tante borse tra le mani, ma sicuramente era una dote che avrebbe voluto avere lei.
-Hai fame? -chiese improvvisamente, dopo aver passato praticamente tutto il tempo in silenzio. Solitamente era un tipo che non stava zitto un secondo, ma a quel giro aveva preferito stare in silenzio e osservare quella nuova ragazza e i suoi comportamenti.
I suoi occhi cosa gli dicevano?
Ogni fibra del suo corpo gli diceva che non c'era alcun tipo di pericolo, anzi, era persino incuriosito da lei. Eppure, c'era quel "ma". Quell'avversativo che non riusciva a capire da dove saltasse fuori e per quale ragione. Sicuramente c'era qualcosa, qualcosa che magari avrebbe potuto scoprire immediatamente facendosi una lunga chiacchierata con lei, oppure qualcosa di estremamente oscuro che, una volta scoperto, avrebbe provato ad ucciderlo. In poche parole poteva nascondergli di essere lesbica come poteva nascondergli di essere la serva oscura dello stregone che gli aveva attaccati.
Per la prima volta non ne aveva la più pallida idea e questa insicurezza lo faceva tenere a debita distanza. Non era solito ad avere tante domande per la testa, era solito ad avere solamente risposte e certezze, questa cosa lo destabilizzava ma non poteva sicuramente darlo a vedere.
La ragazza si stupì di quella domanda e, in modo automatico, fece sì con la testa.
Magari, se avesse fatto un piccolo passo verso di lei, mantenendo comunque le distanze, quella sensazione così fastidiosa se ne sarebbe andata.
-Conosco un posto dove fare uno spuntino, ti piace il dolce? -
Vide chiaramente gli occhi della ragazza illuminarsi come due fari alla parola "dolce" e pensò che non ci fosse bisogno di alcuna risposta vocale, eppure lei gliela diede ugualmente per sottolinearlo.
-Io amo i dolci! -la sua voce salì di qualche tono e questa cosa fece increspare le labbra di Gojo in un sorriso trattenuto.
Era davvero così spontanea oppure lo stava fregando?
Le sue gote rosse e i suoi occhi neri pece sembravano più che sinceri. Forse doveva semplicemente affidarsi al suo istinto e vedere cosa succedeva.
Senza dire molto altro, le fece strada in mezzo alla miriade di gente presente a quell'ora del pomeriggio e arrivarono presto in una specie di café.
Non appena entrarono, tutte le cameriere si girarono verso l'entrata per salutarli ma, nel momento in cui videro chi era il cliente, tutte fecero un enorme inchino. -Buon pomeriggio, Gojo-senpai! -un coro perfettamente sincronizzato li accolse e con esso, una cameriera dalle gambe lunghe e gli occhi verdi. -Gojo-senpai, ben tornato! Si vuole sedere? – era vestita estremamente in modo carino e dolce. Forse un po' troppo per lo stile invece che aveva Hayami, però non poteva negare che fosse una ragazza estremamente bella.
-Un tavolo per due, per piacere. -le sorrise in ricambio l'albino, dedicandole un po' troppa gentilezza rispetto al solito.
La ragazza, senza fare troppe domande, li accompagnò al tavolo e lasciò ad entrambi un menù su cui guardare e poter successivamente ordinare. Trovò immediatamente un paio di cose che la incuriosirono tantissimo e non ci mise molto a decidere quali prendere. Nel frattempo, il ragazzo si fermò a fissarla mentre cercava di identificare il dolce più interessante.
-Vieni qui spesso immagino. -commentò la ragazza una volta ordinato quello che le interessava.
-In realtà quasi mai. -rispose incrociando le braccia e buttando la testa all'indietro per togliersi dei ciuffi che stavano cadendo sopra la benda. -Mi è capitato di salvare per caso una delle cameriere da una maledizione e da quel momento si rifiutano di farmi pagare e mi trattano come se fossi il loro capo. -rispose sinceramente, ma non riuscì a stare serio fino in fondo. -Poi ovviamente il mio fascino fa buona parte del lavoro. -sorrise beffardo, soddisfatto del commento che aveva appena fatto.
-Ah sicuramente non passi inosservato, strambo come sei. -Hayami lo guardò di sottecchi, cercando di scorgere una reazione naturale da parte sua. Per un momento vide le sue sopracciglia corrugarsi, però si ricompose quasi immediatamente.
-Ho capito, hai poco gusto. Può capitare. -sospirò, facendo il drammatico.
Eppure lei aveva comunque la risposta pronta. -Io mica ho detto che fai schifo, anzi. -si morse un labbro per frenare gli estremi delle labbra nell'andare all'insù. -Sei fin troppo attraente, quello che intendevo era che un albino bendato di un metro e novanta non si scorda molto facilmente.-
Fu un peccato non vedere l'espressione nei suoi occhi, perché quella che aveva sulle labbra fu un lampo di sorpresa e poi subito un ghigno divertito. -Hai ragione, un po' per tutto. -
La ragazza scosse la testa ridendo. -Narcisismo portami via. -
-Non è narcisismo, è essere realistici. -controbatté. Era fin troppo serio.
Lei, in segno di resa, alzò le mani. -Come dici tu. -
In quello stesso momento arrivarono i dolci che entrambi avevano ordinato, con relativa bevanda.
Lei dei dango accompagnati da dei Taiyaki assieme ad un semplice the matcha, mentre lui era andato sul classico, dorayaki con del caffè freddo.
-Ti vedo molto sicuro dei tuoi ragazzi. -la ragazza si scostò non appena arrivò tutto, lasciando spazio alla cameriera di appoggiare il cibo.
Satoru appoggiò il mento al palmo della sua mano. -Lo hai notato? -sembrava divertito da quell'affermazione.
-Il fatto di essere in una caffetteria mentre loro in un cimitero è un indizio, lo ammetto. -rispose la ragazza, ironica.
Il ragazzo ridacchiò divertito e si appoggiò allo schienale della sedia. -So cosa sanno fare, so bene anche i loro limiti. -cominciò a parlare, prendendo in mano uno dei dorayaki che aveva ordinato. -Ma voglio anche che li superino. - morse quel dolcetto con così tanta gola che sembrò non mangiare da una vita.
-Allora ti allontani perché hai fiducia in loro. -alzò un sopracciglio e addentò il suo dolcetto colorato. Il ragazzo stette per aprire bocca ma lei continuò. -Oppure perché riesci perfettamente a controllarli anche da qui? -
Vide la sua mascella contrarsi e appoggiare subito dopo quello che aveva in mano, sfregando i polpastrelli sporchi di zucchero per farlo cadere e pulirsi. -Vedi, è proprio per questo che non mi fido. -la sua voce si era abbassata di qualche tono e le sue labbra erano fatte a linea dritta.
-Non ti fidi di me perché vengo da Kyoto, perché sono una Kamo oppure perché sono più forte di te? -
Se prima si era leggermente indisposto, ora Gojo poteva dire tranquillamente di essere infastidito. Colpito nell'orgoglio? Forse. Nessuno riusciva a colpirlo, eppure quella ragazzina sembrava intenta a distruggere tutto quello che era stato creato attorno a lui fino a quel momento.
Si sarebbe aspettato sicuramente più una donna ai suoi piedi o una allieva pronta ad imparare tutto da lui, eppure lei no. Lo aveva sentito non appena aveva varcato la soglia della porta, quella ragazza era forte, estremamente forte, eppure avrebbe giurato di poter vincere in uno scontro diretto con lei, la stessa sicurezza che aveva avuto con Itadori, confermando con sicurezza la sua vincita nel caso di un risveglio di Sukuna.
Guardò da un'altra parte, decisamente seccato da quella domanda, e sbuffò. -Devo avere una ragione precisa? -
Hayami alzò le spalle. -No, semplicemente una risposta mi avrebbe aiutato a distruggere tutte le tue convinzioni. -
-Ti interessa così tanto avere la mia approvazione? -rispose immediatamente, come se fosse una frase che aveva già pensato e ripensato, eppure solamente dopo averla detta realizzò quello che aveva appena detto lei. Non aveva mai visto qualcuno così determinato a fargli cambiare idea, tutti sapevano che era una testa dura o che semplicemente la sua parola era legge, lei invece non sembrava particolarmente importarsene.
-Sì, molto. -confessò lei. -Non capisco perché dovrei farmi odiare da qualcuno ingiustificatamente quando posso fargli vedere che non sono così. -
Gojo prese il bicchiere di caffè freddo appoggiato al fianco del suo piattino, ormai vuoto, e lo portò alle labbra. -Sono proprio curioso. - la sua voce rimbombò all'interno del vetro, ma lei lo poté sentire benissimo nonostante le voci che giravano per quel locale.
-Dammi però il beneficio del dubbio, non partire prevenuto. -si lamentò la ragazza, sapendo già che le sue convinzioni erano fin troppo ferree per il momento.
-Ma il divertimento non è proprio quello di vederti faticare? -sorrise.
Proprio in quel momento, entrambi i ragazzi sussultarono, per poi guardarsi a vicenda.
-Ma guarda un po'! -esclamò l'albino, bevendo subito dopo un goccio di caffè. -Hanno già finito. -


꧁Kissing Your Eyes ꧂ 「Gojo Satoru」Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora