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Sono davanti scuola, non ho voglia di camminare e trascino i piedi, le poche persone che mi vanno a genio oggi sono tutte assenti e non ho un punto di riferimento,tiro fuori le cuffiette e faccio partire la musica, mi siedo sul muretto davanti scuola e osservo tutti gli altri. Il mio sguardo cade su quella che una volta era la mia migliore amica, si sta divertendo e io non sento niente, ho sentito persone provare rancore verso questo tipo di situazione ma io sto bene, è in momenti del genere che capisco di non essere normale, di non riuscire a fare, a sentire cioè che gli altri fanno, è un questi momenti che mi sento sbagliata. Sposto lo sguardo, troppi pensieri, un ragazzo sta venendo verso di me. Ha i capelli rossicci, gli occhi scuri e un polsino nero sul braccio, si siede sul muretto vicino,troppo vicino a me e mi guarda, non riesco a decifrare cosa ci sia in quello sguardo,sembra un bambino, gli occhi ridotti a due sottili fessure e le fossette lo rendono un peter pan, per un momento penso che anche lui si senta sbagliato, gli rivolgo un sorriso finto e tirato e torno a concentrarmi sulla musica. Il ragazzo apre bocca

"Oggi è il mio primo giorno,non conosco nessuno, com'è la scuola qui?"

"Troppe persone stupide che si sentono intelligenti, troppi intelligenti che si sentono stupidi"

"Tu quale dei due sei?"

"Quella che li osserva litigare come si fa al cinema mangiando pop-corn"

"La migliore di tutti quindi?"

"Sta a te scoprirlo"

Rispondo con un sorriso malizioso

"Comunque io sono Ver tu?"

Dico porgendogli la mano

"Io sono Ef. Ti prego, non dirmi che è un nome strano, ne sono perfettamente consapevole ma non posso farci niente, è colpa dei miei"

"A me piace il tuo nome"

Alza lo sguardo e sorride, nei suoi occhi vedo di nuovo quello sguardo da peter pan

"In che classe sei capitato?"

"Terzo H"

"Siamo nella stessa classe allora"

La campanella suona e gli faccio strada fino alla nostra classe,guardo la scuola come fosse la prima volta, rileggo le scritte, molte delle quali fatte da me,senza mai firmarmi,senza mai farmene accorgere, tutti parlavano "della ragazza delle scritte" delle sue frasi piene di tristezza e solitudine ma anche delle scritte incoraggianti, quelle che davano fiducia, quelle le trovavo sui blog di tumbrl, le altre le scrivevo io, una volta ho anche riempito il corridoio con le foto di tutti gli alunni, nessuno ha mai avuto il coraggio di staccarle. Ricordo che ho anche pensato di dire a tutti che ero stata io, che io ero "la ragazza delle scritte" ma non sarebbe cambiato niente, non era di popolarità che avevo bisogno. Durante la mia "passeggiata" lungo il corridoio mi volto poche volte,solo per controllare che Ef tenga il passo. Guardo la porta della mia classe, una volta l'ho sfondata con un calcio, almeno qui lo sanno tutti che sono stata io, l'ho fatto perchè ero incazzata, perchè volevo andarmene. Appena entro mi siedo al mio solito postro, Ef non sa dove sedersi ed è un po' spaesato. La prof entra in classe e squadra dalla testa ai piedi Ef, poi gli dice di sedersi vicino alla ragazza che reputa più carina, la mia prof è stronza, provocatoria e cinica, la adoro. Ef si siede accanto a me e io non do molto peso alla cosa, sono l'unica che conosce fin ora. La lezione è noiosa e passo tutto il tempo a scrivere domande ad Ef sul banco, è gentile  e abbiamo gli stessi gusti musicali, tiro fuori le cuffiette e comiciamo ad ascoltare la musica, stiamo vicinissimi per non farci scoprire e sento il suo fiato sul collo. Esco da scuola e siccome devo tornare a casa a piedi,vado via prima di tutti, senza nemmeno salutare Ef. Abbiamo un nuovo inquilino nel mio condominio e mi sorprendo a fantasticare sul fatto che Ef abiti sotto di me. Sento gridare il mio nome e mi volto, Ef sta correndo verso di me.

"Abiti qui?" Urla incredulo

"Mh si." Dico tentennante

"Beh piacere sono il tuo nuovo vicino di casa" mi rivolge un sorriso dolcissimo e io sorrido con lui.
Apro il portone e salgo le scale, sento Ef dietro di me e sorrido, mi sta simpatico e lo saluto, cosa che non faccio da un sacco di tempo. Gli lascio un bacio sulla guancia quando arriviamo davanti la porta di casa mia, la sua è a pochi metri dalla mia e questa cosa mi piace. Vedo un biglietto attaccato sulla porta e lo apro

"io e la mamma siamo andate a fare alcune commissioni, penso torneremo molto tardi
Cerca di non dare fuoco alla casa
-Mel."

Mi volto, Ef è ancora accanto a me e sta cercando di leggere il biglietto

"A quanto pare sono sola in casa, ti va di entrare?"

"Certo aspetta solo un attimo"

Lo guardo entrare in casa sua e vedo grandi scatoloni in giro per il corridoio, torna subito dopo con una chitarra in spalla, sorride e io gli faccio segno di entrare, poi chiudo la porta.

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