capitolo 3

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Guardo Ef aprire la porta di casa e sorridere,il suo sorriso diventa sempre più bello, con la sua aria da eterno bambino e il suo fare un po' impacciato. Sorrido a mia volta e chiudo la porta di casa mia. La casa è vuota e sento il bisogno di uscire, sentire l'aria gelida di metà gennaio gelarmi la punta del naso e le dita, ho sempre amato il freddo,quando sentivo la neve cadermi sui capelli e sulle scarpe mi sentivo a casa, tra tutto quel freddo,quando tirava vento era bello perchè tutti tenevano la testa china e io non sembravo la ragazza timida e insicura che ero, ero semplicemente una ragazza che si riparava dal vento.Aspetto che mia madre e mia sorella tornino a casa per uscire, metto il pesante giubbotto di pelle nero e la mia sciarpa preferita, rigorosamente nera. Infilo le cuffie e faccio partire la musica, corro giù per le scale, saltando l'ultimo gradino, corro fuori, al freddo, corro e poi rallento, rallento e prendo fiato, mi guardo in torno, la strada è piena di gente, mille volti che non consco, sconosciuti che incrociano il mio sguardo distrattamente. Come può una come me non attirare l'attenzione? Una ragazza vestita completamente di nero, il trucco pesante e lo sguardo perso, una drogata insomma, o almeno è quello che pensano, non sanno della mia vita, non sanno dei miei buoni voti a scuola, non sanno del mio futuro da scrittrice ecc, loro non sanno niente e mai lo sapranno. Spesso sono io a guardare le persone, sono perlopiù ragazzini sugli undici-dodici anni, mi accorgo se si sentono sbagliati, provo a consolarli, sono così tristi, siamo così tristi. Non sanno che le cose andranno meglio, perchè di persone sbagliate ce ne sono sempre e tante persone sbagliate ne fanno una giusta, è vero, è difficile trovarle ma una volta trovate non le perderai più. Continuo a camminare, un piede davanti all'altro, passo dopo passo, cammino a tempo di musica, conto i passi mentre sento la punta del naso gelarsi.....98....99...100.... torno indietro e corro, corro fortissimo, corro più che posso, rischio di scontrarmi con la gente ma non mi importa corro e basta, corro perchè ho voglia. Arrivo subito davanti casa mia, guardo l'orario sul cellulare :" 4.27pm", salgo le scale con il fiatone e apro la porta, mia sorella mi guarda con i suoi enormi occhi blu, io e mia sorella andiamo abbastanza d'accordo, abbiamo interessi simili e lei è più grande di me di un anno, nonostante questo non mi ha mai protetto,credo abbia fatto bene, dovevo imparare a cavarmela da sola.Vado nella mia stanza e chiudo la porta, inserisco un CD a caso e alzo il volume al massimo, mi sendo sul letto e dormo, sono stanchissima. Continuo a fare sogni confusionali, sono quelli che molti chiamerebbero incubi ma a me non fanno paura, tutto quel sangue,quei salti nel vuoto, tutte quelle ombre, niente di tutto ciò mi spaventa e ammetto che mi piacerebbe dormire per sempre.
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Ef

Rientro in casa, ad ogni passo devo stare attento a non inciampare in uno dei tanti scatoloni sparsi per casa, so che dovrei sistemarli ma non ho assolutamente voglia, mi avvicino alla finestra e guardo fuori, l'aria sembra gelida, tutto è ricoperto da un velo grigio di una sottilissima nebbia, guardo l'alone lasciato dal mio respiro scomparire lentamente dalla finestra e sento su di me arrivare una profonda tristezza. Mi allontano e vado verso  la mia camera, mi sfilo le scarpe e mi stendo sul letto, chiudo gli occhi e comincio a canticchiare la prima canzone che mi viene in mente, ripenso a Ver e ai suoi sorridi e al fatto che in un paio d'ore sia riuscita ad entrarmi in testa. Continuo a pensare a Ver, ai suoi enormi occhi neri e ai suoi lunghi capelli scuri, il suo viso armonioso e il suo sorriso brillante...mi alzo e prendo un foglio ed una penna e scrivo : "dovresti smetterla di girarmi in testa, non riesco a concentrarmi" esco e vado verso la porta di Ver, infilo il foglio nella piccola fessura che c'è tra la porta ed il pavimento e torno in camera, per un momento penso che qualcun altro in casa potrebbe vedere il foglio e mi pento di non aver scritto il nome della persona a cui il messaggio era destinato, ma poi mi tranquillizzo, mi stendo sul letto e provo a dormire.

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