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Mi sveglio pensando a lei, sblocco il cellulare per guardare l'orario : 09.00pm, mi alzo per cenare, mia madre ha preparato una semplice insalata, guardo il tavolo, mio padre sta mangiando con la testa china, tiene lo sguardo fisso sul piatto, non parla; anche mia madre sta facendo la stessa cosa, quella scena è così triste, ed io mi sento così solo, no, non ha senso tutto ciò, non ha senso rimanere insieme senza amarsi, sarebbe meglio se si lasciassero, invece di continuare questa recita in cui siamo una famigliola felice con un figlio adolescente tranquillo, che ASSOLUTAMENTE non ha tendenze piromani e che SICURAMENTE frequenta ottime persone, un padre sempre molto presente e una madre che non ha assolutamente dipendenze dall' alcool ma no, non ne ho più voglia, sono stanco di tutto questo, tengo il bicchiere di vetro fra le mani, lo guardo, quasi quello stupido bicchiere potesse darmi una risposta, una via di fuga, ma no, è soltanto uno stupido bicchiere, sento le lacrime agli occhi, continuo a fissare il bicchiere e poi mi arrendo, lascio cadere il bicchiere che si frantuma in mille piccoli pezzi, i miei genitori alzano contemporaneamente la testa e mi guardano, lascio andare le lacrime ed esco di casa, sbatto la porta e mi appoggio al muro, la superficie è fredda e la mia t-shirt non riesce a ripararmi dal clima gelido di gennaio, non so cosa fare, sono perso, non posso entrare in casa, li sento urlare da fuori, non voglio assistere ai loro litigi, non più ormai, non posso neanche uscire, gelerei. Guardo la porta di casa di Ver, si sta aprendo, distolgo lo sguardo, non riesco a distingue bene la figura, le lacrime mi appannano la vista. Sento il tocco caldo di una mano sulla mia spalla, guardo la mano e vedo le unghie lunghe e smaltate di nero e il dermal sul dito medio, adoro quel pearcing, e poi il mio sguardo segue la linea del braccio fino ad arrivare al collo e salire sempre più su, fino al viso, quel viso perfetto, il naso a punta, le labbra piene e gli occhi enormi e neri, come due buchi profondi...Ver era lì, davanti a me, e mi sorrideva.
"È tutto okay?"
"No."
"Vuoi parlarne?"
"Dipende vuoi ascoltarmi?"
"Ovvio"
"Sono stanco, stanco della mia famiglia che fingere di essere felice, stanco dei miei che continuano a stare insieme nonostante non si amino più, a volte vorrei si separassero, non cambierebbe niente ma almeno non dovrei più fingere."
"I miei sono separati,è vero è meglio da separati, non vedo mai mio padre e anche se mia madre non l'ha presa proprio bene, anzi a volte sta ancora male ma se i tuoi non si amano perchè non si mollano?"
"Cosa penserebbe la gente?"
"Ah quindi i tuoi sono quel tipo di persone? Quelli de " l'immagine esteriore viene prima di tutto"
"Già"
"Anche mio padre era cosi, poi se n'è andato"
"Da quanto non lo vedi?"
"Non ci tengo a vederlo, l'ho sempre odiato"
"Perchè?"
"Era un opportunista"
"Ah pessimo"
"Già"
"Non stai morendo di freddo?, voglio dire, è gennaio e tu sei a maniche corte"
"Si ma non posso entrare in casa"
"Vieni da me allora"
Mi alzo e le porgo una mano per aiutarla, la afferra e si alza, poi ci dirigiamo verso casa sua.
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WRONG.
Random●•una copertina nera per chi giudica i libri dalla copertina•● -come ti senti? -sbagliata -senza cose sbagliate non ci sarebbero cose giuste.