Capitolo 2

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Liv

Lo sceriffo mi ha dato l'indirizzo e indicazioni molto dettagliate che ho fatto finta di ascoltare con attenzione.
So che è un mutaforma di lupo, lo so dalla prima volta che l'ho visto perché il suo odore è forte, ma sono certa che lui non sappia di me.
A dire il vero neanche io so cosa sono, so solo in cosa mi trasformo.

Ero appena uscita dall'istituto in cui sono cresciuta, orfana, ecco come mi vedeva la società. Stavo cercando di capire la mia mossa successiva mentre mi trascinavo per le strade con un misero zainetto mezzo vuoto in spalla. Tutti i miei averi erano con me ed era veramente triste che a 18 anni non possedevo più di due magliette. Il buio stava arrivando in fretta, proprio come lo era il freddo e la neve che minacciava di imbiancare tutta la cittadina.
Tremavo forte e i miei denti battevano tanto che pensavo di perderli da un momento all'altro, ma il problema principale era che le mie gambe mi stavano abbandonando.
Posando le mani sulla facciata di un condominio mi sono costretta a camminare fino al vicolo più vicino, nella speranza di trovare riparo tra i cassonetti.
Appena però il mio corpo si stava lasciando andare con la schiena premuta al lerciume del bidone colmo, il mio corpo aveva iniziato degli spasmi, come convulsioni.
L'unico pensiero che avevo era che sarei morta lì, in mezzo alla spazzatura maleodorante e senza aver visto più di una manciata di vie e luci natalizie.
Che vita insulsa la mia.
Poi è successo tutto in pochi minuti.
La mia vista era potenziata e vedevo nitidamente ogni rivolo di liquido schifoso sul bidone di fronte a me.
I rumori delle auto sembravano volermi spaccare i timpani.
La testa pulsava forte e poi qualcosa in me aveva preso a rompersi, a scricchiolare, ma non sentivo dolore ed era assurdo.
Chiudendo gli occhi pregavo qualsiasi dio volesse ascoltarmi.
"Non voglio morire così" supplicavo continuamente in sussurri affaticati.
Ad un certo punto non riuscivo più a parlare e quando presi coraggio e aprii gli occhi, quello che vidi fu surreale.
Muovevo le braccia, che però braccia non erano più, erano ali marroni e bianche, con piume lunghe e meravigliosose.
Ero diventata un volatile, sicuramente stavo dormendo e stavo morendo di ipotermia con allucinazioni strane.

Non erano allucinazioni e neanche sogni però.
Da quel giorno ho imparato a volare e mi sono dovuta allontanare dalla città in poco tempo per non farmi vedere.
Dopo il primo turno, in cui sono stata intrappolata nel corpo della mia aquila imperiale per 3 giorni, ho imparato a comandare il mio corpo e a gestire la mutazione. Sono migrata verso ovest, in Wyoming, alla ricerca di natura incontaminata dove potermi nascondere. Una volta ripresa la mia forma umana, un tatuaggio è comparso all'interno del mio polso, un'altra domanda a cui dover dare risposta.
Ho vissuto nei boschi per mesi, raggiungendo le piccole città limitrofe solo per studiare nelle biblioteche e usare internet per cercare informazioni sui mutaforma, ma non c'è traccia di persone come me.
Esistono mutaforma di lupo, orso, tigri, giaguari, leoni, pantere e addirittura di dannati draghi, ma nessuna aquila oltre a me a quanto pare.
Mi ha sempre fatto ridere che online esistano centinaia di siti web sui draghi mutaforma, ma non su di me.
Assurdo. Davvero assurdo.
Una risposta però l'ho trovata, il significato del tatuaggio, una runa di protezione. Non so dare una spiegazione, ma non credo sia rivolta a me, perché tutto mi sento, tranne che protetta.

Guido attraverso una strada asfaltata a tratti, la conosco bene e non ho bisogno del navigatore. Non ho mai portato la mia auto qui, ma l'ho sorvolata molte volte dal mio arrivo, soprattutto prima di avere una casa vera e propria.
Questa è un'altra storia divertente e forse l'unica con un lieto fine per me.
Un giorno decisi di raggiungere la cittadina più vicina al mio nido, Dubois, per poter trovare un ricambio ai miei vestiti logori. Era estate e speravo che i panni fossero stesi al sole, ma non ci arrivai mai. Un auto dai tratti costosi mi ha quasi investita sulla statale 26 e da lì la mia vita ha subito la svolta migliore di sempre.
L'uomo alla guida era un politico membro del consiglio della contea di Fremont, guidato forse dal senso di colpa o dal fatto che fosse completamente solo, ha deciso di prendermi sotto la sua ala e dopo avermi offerto un pranzo gustoso, mi ha accolta in casa sua. Ho detto di me il minimo indispensabile e ho sostenuto di aver viaggiato in autobus per giorni, ma ho cercato di mantenere la mia storia il più vera possibile, era il minimo che potessi fare.
Il signor Myers è stata la mia salvezza su ogni fronte, aiutandomi anche a trovare un buon impiego che seguisse la mia passione, la natura. Che poi era anche una delle poche cose che conoscevo del mondo.
Ufficialmente ero una responsabile di flora e fauna e dovevo tener traccia di lavori, sicurezza e viabilità nelle zone boschive.

Sto andando a conoscere le quattro guardie forestali che si occupano dei 4 settori in cui è suddiviso il nostro amato parco nazionale.
È strano per me avere a che fare con nuove persone, perché solitamente ho riunioni solo con il consiglio e anche queste avvengono di rado.
Lo stomaco mi si contorce al pensiero di parlare con gente nuova, non sono una grande amante della socializzazione e nonostante i 5 anni in città, non sono migliorata tanto. A quanto pare i 3 anni passati nel bosco hanno avuto un impatto maggiore su di me.
Mi viene in mente il mio unico appuntamento romantico e vorrei morire. Non sono decisamente portata per parlare agli uomini.
Sperando con tutto il cuore che l'incontro duri il meno possibile, accelero pensando a ciò che dice il signor Myers ogni volta che ha un lavoro, prima arrivi, prima finisci.
Spero vivamente che le sue parole siano applicabili anche oggi.
26 anni Liv, non puoi temere una conversazione alla tua età.
Mi rimprovero mentre continuo alla velocità più alta che la stradina mi permette di raggiungere senza rischiare di uccidermi.

La Dama dei lupiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora