In materia amorosa i pazzi
sono quelli che ne sanno di più.
Non chiedere d'amore agli intelligenti, amano intelligentemente,
che è come non avere amato mai.
Julio CortázarCoco
2 Maggio '23C'era una cosa che non avevo mai sopportato di Tobias ed era il modo in cui mi guardava.
Lo faceva in tanti modi, di nascosto, sfacciatamente, lo faceva da anni, come se venerasse qualsiasi sfaccettatura del mio essere anche se passava il tempo e mi faceva credere che l'avrebbe fatto anche quando i miei capelli sarebbero diventati grigi e la mia pelle cadente.
Spesso lo faceva con la rabbia di volermi rubare i dettagli e non lasciarne per gli altri; da piccola mi ero sempre sentita come se mi picchiasse con lo sguardo. Litigavamo talmente tanto che quando mi levava la parola e si limitava a fissarmi con il broncio e le sopracciglia arcuate, tremavo. Pensavo che avrebbe avuto il potere di uccidermi con la resistenza della sua retina contro la mia figura.
La cosa che mi faceva più impressione era come potessero essere di un colore tanto particolare come il blu notte, tanto da farti domandare se fossero neri come un buco nero o azzurri come l'oceano.
In quell'esatto momento, credetti infatti che si fosse inghiottito la pupilla.
Mi guardava in un modo talmente truce da farmi intuire che mi avrebbe accoltellata appena mi fossi girata. Mi serbava un rancore non indifferente ed io non sapevo se essergliene grata o odiarlo a mia volta. Se mi avesse accolto a braccia aperte, non avrei potuto minimamente immaginare come mi sarei comportata con lui. Forse, da un lato, era meglio così.
I Jolly non si mischiano, mai.
Questo avrebbe potuto portare solo danni al Distretto.E forse il fatto che mi importasse qualcosa di quello strano regno in cui ero caduta come una cavallerizza da cavallo, mi fece intendere che - anche se non volevo ammetterlo - mi doleva immaginare il mio passato bruciato in questo modo. Era giusto? Avrei dovuto denunciare quei criminali folli.
Eppure, in qualche strano modo, erano stati la mia famiglia. Ed io ne ero scappata, avevo finto che non fossero esistiti ed avevo tentato a ricostruirmi una vita.Ma da quello che sei, non puoi scappare.
O lo accetti o finisci per odiare te stesso.«Brucia?»
«Eh?» mi strozzai con il boccone che avevo tra le labbra; presi a tossire, tenendomi il petto. Benjamin, davanti a me, fece cadere la forchetta con un tonfo nel piatto e cercò di sventolarmi. Credevo di essere diventata viola.
«La zuppa. Brucia?»
Tobias mi fissava con un ghigno che mi incuteva timore. Era dannatamente bello come un modello, con i capelli dorati e ribelli che gli ricadevano morbidi sugli occhi, quei due fori che non mi staccavano gli occhi di dosso, la camicia aperta sul petto e il mio profumo sulla pelle. Aveva le braccia ricoperte di tatuaggi che sbucavano dal tessuto dei vestiti. Mi sentivo in fibrillazione a sapere che mi teneva d'occhio a pochi metri da me.
Lo avevo lasciato che era un bambino dispettoso e me lo ero ritrovato come un uomo ricco da fare schifo, bello da fare male e cattivo come un pranzo andato a male.
Alzai le ciglia su di lui, gli occhi che emanavano scintille infuocate e le labbra che curvavano verso il basso, mentre stringevo il tovagliolo di stoffa fino a sbiancarmi le nocche.
«Cottura perfetta» parlai a denti stretti, mentre tornavo con gli occhi sul mio accompagnatore, con tanto di sorrisino finto.
Benjamin sorrise, imbarazzato e continuammo la nostra conversazione sui classici inglesi.
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DEAR ENEMY - Amore, crimini e altri motivi per cui dovrei lasciare il paese
Romance«Douglas, è un coltello, quello? Vuoi uccidermi o stai provando a flirtare con me?» «Amore a prima vista, De La Rosa? Banale, noioso. Amore a primo tentato omicidio? Molto più intrigante» Fin dal principio esistevano i Fiori, i Cuori, i Quadri, le...