Capitolo 5

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Blaine

"te lo avevo detto di non esagerare, amico" mi ripete Tyler dandomi una pacca sulla spalla mentre prendiamo l'ascensore per scendere al parcheggio. Andremo con la sua macchina.

"no che non me l'hai detto. Perché diavolo hai permesso a Nikolai di portarmi a casa" rispondo infastidito. Sono una frana quando sono ubriaco, la maggior parte delle volte, però esiste anche quella piccola percentuale in cui sono talmente tanto eccitato che l'alcol mi aiuta a sciogliermi di più e a farmi fare errori come quello che mi ha portato nel letto di Nikolai Hart. Scuoto la testa cercando di non pensare a quello che è successo ieri. Mi sono svegliato stamattina abbracciato a lui, con gli stessi vestiti di ieri sera, il che significa che ero in modalità completamente andato, in cui dico un sacco di cazzate e mi comporto come un bambino che separano dalla madre al primo giorno di asilo, a detta di Tyler.

"ehi, prima di tutto, era Nikolai, quindi non ti ho lasciato in cattive mani, secondo, lui si è offerto nonostante gli avessi augurato buona fortuna... ok, aveva rifiutato all'inizio, ma non ci è voluto molto a convincerlo a portarti via" conclude accompagnando con un sorriso angelico.

Non sp se essere più sbalordito dal mio amico che ha convinto uno sconosciuto, almeno ad occhi esterni, a portarmi via o da Nikolai che si è lasciato convincere quando a mala pena ci conosciamo e si è fatto rovinare una serata dal mio culo ubriaco.

"fanculo, Tyler, lo sai come sono quando sono... LO SAPEVI" incrocio le braccia al petto e quando mi accorgo, troppo tardi perché lo stronzo sta già ridendo piegandosi in due, che mi sto comportando come il bambino che ero anche ieri sera.

Quando finalmente l'ascensore arriva, esco di furia ed entro nella sua macchina che ha avuto la decenza di aprire senza farmi perdere ancor di più la pazienza.

"ma dai, sono sicuro che a Nikolai non importi ciò che ha visto. Forse tu non lo sai perché sei entrato in squadra solo l'anno scorso, ma è un ragazzo davvero tranquillo, è anche un ottimo ascoltatore e ha una passione spoporzionata per i libri." Alzo un sopracciglio anche se non può vedermi visto che si sta allacciando la cintura per partire.

Se solo sapessi Tyler... se solo sapessi cosa avrei dovuto fare con lui ieri sera e invece ho bevuto fino a far uscire l'altra parte di me come se fossi un cazzo di uomo mutaforme dannazione. Mi passo una mano sulla faccia, frustato.

L'allenamento però va alla grande e la mia sbronza sembra sempre sparire magicamente appena metto i piedi sul ghiaccio. Essere qui è l'unica cosa che riesce seriamente a calmarmi e a svuotare la mia testa troppo piena di pensieri.

Pattinare e colpire il disco con la mia stecca mi fa salire quell'adrenalina che non potrei mai provare se non avessi l'hockey nella mia vita.

Pattino velocemente verso il nostro portiere Johnson e mi preparo per giocare una finta, lasciando il mio peso sul piede destro, pronto a tirare con il braccio sinistro e quando vedo che è in posizione per fermarmi, cambio improvvisamente direzione, spostandomi dall'altra parte e girando leggermente il polso, per correggere la traiettoria del mio tiro, vedendo in anticipo il disco che passa vicino alle mani di Johnson e dritto in rete. Qualche millisecondo dopo avviene e io sorrido soddisfatto. Forse ora riesco a credere un po' di più alle parole dei giornali sportivi che mi lodano per il mio miracoloso sesto senso, come se potessi vedere nel futuro.

Se solo sapessero quanto tempo ci ho messo per perfezionare questa mia vista acuta, quante giornate intere passate dietro al disco...

In ogni caso, mi avvicino a Johnson buttandogli un braccio sulle spalle con ancora un sorriso sulle labbra. Solitamente gli riesco a segnare non più di due goal ad allenamento, conoscendo bene il mio stile di gioco.

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