Capitolo 6

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⚠️ allarme capitolo lungo (più o meno 2600 parole) pensavo di diverdelo ma onestamente mi va bene così, spero vada bene anche a voi 🥲⚠️


Nikolai

Sarò sincero, quando ho esteso quell'invito, non mi aspettavo che accettasse, motivo per il quale quando mezz'ora dopo non si presenta, non sono neanche troppo deluso o dispiaciuto. Dopotutto ci conosciamo da soli tre giorni e onestamente, cosa mi passasse per la testa quando ho proposto non lo scopriremo mai. Ho visto più lui in questi giorni che gli altri ragazzi, nonostante passassi quasi tutto il mio tempo libero alla pista, nel dipartimento delle pubbliche relazioni, non solo per aiutare la stampa ad organizzare i discorsi, ma anche per me stesso per acquisire quelle tecniche che mi sarebbero servite se avessi voluto iniziare la mia vita senza l'influenza di mio padre.

Dopo essermi laureato in legge, ho finalmente deciso di iniziare un master in comunicazione e pubbliche relazioni, nella NYU, è un corso online e ciò mi avrebbe permesso di gestire il mio tempo e i miei impegni.

Guardando il mio orologio al polso, mi accorgo che è ora di pranzo e pensandoci, meglio iniziare i miei compiti con lo stomaco pieno, piuttosto che lamentarmi dopo.

Mi dirigo in cucina e prendo dal frigo tutti gli i cibi che vorrei mangiare, non preoccupandomi di cucinare troppo, avrei usato il resto per la cena.

Oltre alla mia passione per i libri, mi piace anche molto cucinare, insieme mi aiutano a svuotare la mente come niente e nessuno riesce a fare.

Insomma, con dei genitori assenti e i loro cuochi che cucinavano solo negli orari stabiliti, in aggiunta l'ossessione di mia madre di mangiare solo cibi sani, saper cucinare in quella casa per non morire di fame era diventato d'obbligo, e ancora oggi non sento il minimo rimorso.

È vero, sono cresciuto in una famiglia benestante, ok chi prendo in giro, i miei sono ricchi da far schifo, ma io non ho mai lasciato che i soldi potessero corrompere la mia mente, motivo per il quale sto scegliendo di seguire la mia passione piuttosto che la strada che mio padre aveva già costruito per me, ancora prima che nascessi.

Poco dopo aver finito di cucinare, sistemo le 10 portate sul tavolo da pranzo, notando solo ora che forse ho davvero esagerato stavolta.

Almeno è salutare... in parte.

Il campanello di casa suona e leggermente sorpreso, vado a controllare chi sia. Non mi pare d'aver ordinato nulla e non penso che mia madre mi abbia spedito qualcosa, preferendo mille volte venirmi a trovare di persona e distruggermi la testa con i suoi discorsi sul pessimo rapporto che ho con mio padre.

"Se me ne vado ora, non mi vedrà" Blaine Williams di fronte al mio portone che pensa ad alta voce, pentendosi di già della sua decisione. Nonostante abbiamo entrambi moltissimo da perdere in questa sorta di gioco riesco anche a capire perché sia anche più ansioso di me. È ancora alla sua seconda stagione nella NHL e soprattutto ha milioni di luci proiettate sulla sua testa, come se avesse una taglia su di lui. Merito del suo innato talento e sicuramente infinite sessioni di allenamento che solo a pensarci, iniziano a farmi stancare.

"Se vuoi rientro e faccio finta di non averti visto" sussulta leggermente, come se non si aspettasse che potessi essere in casa quando l'ho letteralmente invitato poche ora fa.

Quando sembra essersi calmato leggermente, mi afferra fortemente la testa e l' avvicina alla sua, baciandomi e continuando nel punto in cui prima ci eravamo lasciati.

Un sorrisetto sorge spontaneo sulle mie labbra, prima che il predatore me le divori.

Mi spinge indietro fino a chiudere la porta e appoggiando poi il suo borsone a terra, il tutto senza mai staccarsi da me. Prima di cadere sul divano, che sembra essere la sua destinazione finale, mi ricordo improvvisamente di tutto il mio lavoro fatto.

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