1: Differenze

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Ho immaginato questo momento da mesi, il momento in cui avrei chiuso, oltre le valigie, una parte della mia vita e sarei partita lasciandomi tutto alle spalle, ed oggi è arrivato finalmente questo giorno.

Otto ore e trenta e ricomincerò a vivere, e con un po' di fortuna a sorridere. 

Otto ore e trenta per un nuovo inizio, nuove persone e nuove scelte. Dovrei essere un po' malinconica ma in realtà sono un mix di indifferenza e piacere. 

Il viaggio non sarebbe neanche troppo lungo se non dovessi trascorrerlo con mio padre e la sua compagna, nonché quasi madre di suo figlio: Brianne.
Mio padre e Brianne stanno insieme da troppi anni ormai e in tutto questo tempo non ho capito cosa veda in lei, certo è una bella donna, dal fisico slanciato, bionda, occhi verdi, sempre super truccata e in tiro per ogni occasione, ma è una donna altrettanto superficiale e irritante che in quelle rare occasioni in cui sembra dimostrare un briciolo di umanità ti fa ricredere nel giro di qualche secondo.

 Non so davvero cosa mio padre abbia trovato in lei per preferirla alla mamma.
<<Zoey le cose sono in macchina possiamo partire!>> esclama mio padre dal salone del piano inferiore.

<<Arrivo>> Un'ultima occhiata a quella che finora è stata la mia stanza, e tutti gli anni si trasformano all'improvviso in un lontano ricordo: i pianti, le risate, i segreti, le vecchie amicizie, la mamma, Scott.. chiudo la porta ancora più convinta della mia decisione: trasferirmi in un'altra città per studiare è stata la scelta migliore che potessi fare.

Come previsto il viaggio in macchina non sta passando velocemente, Brianne e papà parlano del nome del bambino, ma quando iniziano a parlare di mio fratello Scott e di quanto sono preoccupati semmai loro figlio dovesse assomigliare a lui, smetto di ascoltare. 

Nessuno conosce Scott, nessuno al di fuori di me, nessuno deve azzardarsi a parlare di lui, così per l'ennesima volta mi sento estremamente in colpa e mi domando se davvero stia facendo la scelta giusta. Non posso tornare indietro e non voglio piangere così prendo il mio iPad e ascolto un po' di musica addormentandomi poco dopo. 

Il viaggio passa tra libri, pensieri, domande di mio padre a cui ho risposto solo la verità che vuole sentirsi dire e battutine irritanti di Brianne. Siamo finalmente arrivati in questa giornata soleggiata e improvvisamente sprofondo nell'ansia più totale. 

Il campus della Missouri State University è affollato di ragazzi e ragazze, non che non me lo aspettassi, ma ciò che mi preoccupa di più è il fatto che tutti conoscono già un gruppo di persone o qualche amico.
Sono tutti raggruppati in piccoli cerchi, qualcuno più grande altri più ristretti ma raramente vedo qualche studente passeggiare solo, proprio come sono io. 

<<Sei pronta?>> chiede mio padre.
<<Sì>> ammisi decisa.

lo sono veramente?

<<Allora andiamo.>> esclama Brianne.

L'università non è affatto male, davanti al grande complesso bianco ricoperto da vetrate ci sono ampi giardini ben curati sormontati da lampioni e affollati di studenti che studiano o parlano tra di loro, sembrano tutti così tanto a loro agio, con sé stessi e con gli altri. Sono un po' invidiosa di come riescono a interagire con tanta disinvoltura tra loro, io invece non riuscirò mai più ad essere così.

Ritirate le chiavi della stanza, ci dirigiamo verso il dormitorio con tutte le mie cose. La mia camera si trova al secondo piano e per raggiungerla ci sono due rampe di scale troppo stette da riuscire a passare con facilità con tutte le valigie.

 Arriviamo finalmente davanti la mia stanza, la numero 103, e spero con tutta me stessa di essere capitata con una compagna simile a me, che ama il silenzio e predilige i libri alle feste, lo spero davvero. 

Più blu dell'Oceano •Drew Starkey•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora