7: Bipolare

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Mi sto tenendo alla sua vita e nascondo il viso dietro la sua spalla per non vedere le case e la strada sfrecciarci vicino. Inalo il suo profumo, la moto come mezzo di trasporto non è poi così male come pensavo. 

Drew rispetta tutti gli stop ma non i limiti di velocità, sembra che il tempo sia sospeso sopra questa moto, come se non esistesse né passato né futuro e noi fossimo intoccabili, come se tutto quello che conta fosse racchiuso in questo momento, sopra questa moto. 

Dopo circa dieci minuti accostiamo, sono contenta di toccare l'asfalto sana e salva, solo un po' più scapigliata rispetto al solito.

<<È stato così brutto?>> chiede mentre scende dalla moto.

<<Non tanto dopotutto>> rispondo evitando il suo sguardo.
Lui per tutta risposta alza un sopracciglio

<<bene>> si limita a dire.

Siamo davanti un ristorante che sembra carino, quando entriamo ci accoglie una signora di mezza età che ci fa accomodare, conosce sicuramente Drew visto il loro modo di parlare e io mi guardo intorno per osservare i dettagli. C'è un enorme vetrata che ricopre la parete affacciata sulla strada, le altre sono invece di legno con appese delle foto di personaggi famosi che sono passati di lì nel tempo, anche i tavolini sono di legno tutti illuminati da una lanterna che emana una luce soffusa in ogni tavolo. 

Prendiamo le ordinazioni mentre in lontananza una cameriera della nostra età non smette di fissare Drew che invece sembra non accorgersene. 

<<Lei cosa prende signorina invece?>> 

<<Una Diet Coke con ghiaccio e limone grazie>> sorrido timidamente e se ne va. 

<<Conosci questo posto?>> ne approfitto per sapere un po' del ragazzo dagli occhi enigmatici ora che siamo soli.

<<Si ci vengo spesso con Nathan, un mio amico.>> Sembra sovrappensiero e non ha per niente voglia di continuare questa conversazione, fortunatamente ad interrompe questo silenzio imbarazzante è la cameriera che lo stava letteralmente mangiando con gli occhi qualche istante fa e che ci porta i nostri ordini.

<<Ciao Drew, com'è andata stasera?>> cinguetta appena arriva al nostro tavolo e mi chiedo come una voce così fastidiosamente innaturale possa far colpo su qualcuno.

<<Bene, come sempre>> risponde sbrigativo senza dare troppe spiegazioni, ma lei non sembra farci troppo caso abituata forse al suo modo di fare.

<<Non sono potuta venire perché ero qui di turno altrimenti ci sarei stata lo sai>> fa l'occhiolino e se ne va sculettando. 

Mi viene da ridere e non riesco a nasconderlo, lui alza un sopracciglio ma non dice nulla in merito. Dopo alcuni interminabili minuti si decide a parlare.

<<Perché eri lì stasera?>> Non riesco a decifrare il suo sguardo che sembra oscillare tra la rabbia forse e la curiosità, difficile dirlo con certezza visto che ogni movimento e parola sembra essere accuratamente soppesata per non lasciar intravedere troppo di sé.

<<Perché non avrei dovuto esserci?>> rispondo alzando gli occhi verso la sua direzione. Se vuole giocare a questo gioco io sono brava almeno quanto lui.

<<Rispondi sempre con un'altra domanda?>> si ferma un attimo a pensare e poi continua <<Comunque non mi sembra il posto per una ragazza come te. Quel deficiente di Ryan almeno avrebbe potuto stare attento a dove andavi. Se non fossi venuto io non so come saresti uscita di lì>> mi fissa dritto negli occhi come se volesse vedermi dentro. 

Più blu dell'Oceano •Drew Starkey•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora