4: Stronza

97 4 0
                                    

Chiudo gli occhi e mi ritrovo in un posto che conosco bene, la musica assordante, le urla soffocate da singhiozzi, il sangue, l'ambulanza, mio fratello Scott..e ancora, la mamma, il papà, le sbarre, le immagini scorrono a ripetizione senza mai interrompersi.
No, non di nuovo. 

Cerco di gridare ma non riesco a respirare, cerco di dimenarmi ma sono paralizzata dalla paura e così faccio l'unica cosa che posso fare: restare a guardare. Non voglio rivivere quei momenti, non voglio piangere, non voglio ancora..il suono della sveglia che suona mi fa aprire gli occhi di scatto paralizzata, sbatto più volte le palpebre per ritornare alla realtà. 

Sono in camera, respiro affannosamente, il petto si alza e abbassa ad un ritmo accelerato e le lacrime cominciano a scendere. Il cuscino è bagnato dal sudore, è da mesi che non faccio un sogno simile, mi asciugo le lacrime in fretta, non voglio che qualcuno mi veda così, soprattutto non Becka.

<<Zoey stai bene?>> dice lei uscendo dal bagno con un asciugamano nei capelli senza guardarmi, ma deve aver sentito qualcosa.

<<Si, ho fatto solo un brutto sogno>> mento e abbasso lo sguardo per non far vedere gli occhi velati dalle lacrime, non voglio dirle bugie ma non posso far conoscere anche qui il mio passato. Così faccio quello che mi riesce meglio, spostare l'attenzione.

<<A proposito come ci sono arrivata in camera?>> dico indicando la stanza confusa.

<<Ti sei addormentata in macchina, sembravi così esausta quando siamo andati via dal pub che per non svegliarti ho chiesto ad Aaron di portarti a letto>> abbasso lo sguardo, e divento paonazza ma Becka riprende

 <<ti ha solamente portato a letto e dopo che se ne è andato ti ho levata gli stivali e il vestito per farti dormire più comoda>>

Non mi sono accorda di nulla dovevo essere davvero uno straccio per non sentire niente.

Mi alzo e guardo il display del cellulare, sono le 7:20 e la prima lezione non inizierà prima delle 8:30.

 Decido di fare una doccia nella speranza che l'acqua calda scivoli dalla pelle e porti con sé anche i pensieri della notte.
Mi disturba sapere che nonostante i chilometri lasciati alle spalle per cercare di ricominciare una vita il dolore sembra sempre così vicino, quando pensi di essertene liberata ricompare e anche se sembra fare un po' meno male della precedente non è così, forse ogni volta porta con sé un pezzo integro di me e per questo fuori sembro intatta ma dento non sento nulla. 

Non si supera il dolore, se sei fortunata ci sopravvivi altrimenti ti spezza e l'ho imparato sulla mia pelle.

Quando esco dal bagno Becka non è in stanza e tiro un sospiro di sollievo, mi preparo e vado a lezione.

Come la solita maniaca dell'ordine che sono arrivo venti minuti prima e mi siedo al banco all'angolo in fondo l'aula in modo che avrò vicino a me solamente una persona. I minuti passano e l'aula inizia a riempirsi di volti sconosciuti così come il posto affianco al mio, un ragazzo dalla carnagione olivastra, riccio e alto poco più di me mi rivolge un sorriso e mi porge la mano.

<<Ciao io sono Isaac. Immagino che per prendere questo posto sei arrivata in anticipo di almeno quindici minuti, le ultime file sono sempre le prime a riempirsi>> sembra simpatico e impacciato almeno quanto me così sorrido a mia volta e gli stringo la mano.

<<Io sono Zoey e sì, sono qui da un po'>>

Rimaniamo in silenzio fino all'inizio della prima lezione di "introduzione al giornalismo" un mondo che mi affascina da sempre, raccontare, poter dare voce a chi voce non ne ha, scrivere storie vere per essere d'aiuto, ho sempre pensato che avrei scelto questa strada forse per dare la possibilità alle altre persone di raccontare le loro verità, che spesso non vengono credute.

Passa così in fretta la mattina di lezioni, non ho trovato sempre facilmente le diverse aule ma mi sento soddisfatta della scelta di questa università mentre mi dirigo alla mensa per niente affamata. Le cose più invitanti sono delle verdure cotte e una mela, opto per queste e vado con il vassoio ad un tavolo vuoto. Mentre sono sovrappensiero una mano mi tocca la spalla facendomi sussultare.

<<Zoey che fai tutta sola unisciti a noi siamo giù in fondo>> il sorriso di Becka splende in particolar modo e non posso fare a meno di chiedermi il perché.

<<Va bene grazie>> decido di seguirla non molto convinta.

Al tavolo ci sono oltre noi Jane, Ryan, Aaron e Steven, e tante altre persone di cui non conosco i nomi. Sono tutti in estasi per un evento che si svolgerà stasera stessa, lo capisco da come parlano, gli occhi brillano di piacere e i petti si gonfiano, le ragazze invece discutono di come si vestiranno e forse il sorriso della mia compagna si ricollega a questo.
Ci sarà sicuramente una festa a cui non parteciperò anche se non sono stata neanche invitata, un velo di delusione s'insidia dentro me e non posso fare nulla per contrastarlo.

<<Com'è andato il primo giorno di lezioni?>> mi chiede Becka.

<<È passato più veloce di quanto mi aspettassi in realtà>> rispondo sinceramente girando la mela tra le mani.

<<Vieni stasera?>> la voce di Ryan c'interrompe con il suo solito tono irritante

<<C'è un evento importante che si tiene una volta ogni tanto, non puoi saltarlo vengono tutti>> conclude con un sorriso enigmatico che non preannuncia niente di buono.

<<Non è il posto adatto a lei non la vedi?>> mi giro verso Jane che ha appena parlato e mi guarda con un sopracciglio alzato e un sorriso di sfida sulla bocca. 

In due giorni che la vedo è la prima frase che mi rivolge, seppur indirettamente, e non ci vuole molto a capire che non gli stia simpatica.

<<Non fare la stronza Jane>> commenta Aaron al mio fianco.

<<Beh, allora ci vediamo stasera, ma non metterti a piangere principessina>> si alza e se ne va senza aspettare una mia risposta.
Il cinismo di questa ragazza esce da tutti i pori e mi dà alla testa, non conosce nulla di me, sono tutto tranne che una principessa se solo sapesse.. stronza

<<Non farci caso Zoey, non è una festa..>> interrompo Becka, mi basta sapere questo per prendere la mia decisione. 

<<Verrò allora, qualsiasi cosa sia>> dico in fretta senza pensarci troppo, più per dimostrare qualcosa a quella Jane che perché mi va davvero.

Più blu dell'Oceano •Drew Starkey•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora