9: L'elettricità ritorna

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Arriviamo alla festa solo quindici minuti dopo e ciò che vedo mentre la macchina inizia a rallentare mi lascia a bocca aperta.

Ci sono almeno 30 macchine parcheggiate nella via che fiancheggiano il marciapiede, e nel giardino ci sono almeno il doppio delle persone per non parlare dell'interno. 

Superiamo l'ingresso, alla nostra destra si trova una stanza con il volume della musica assordante, occupato da ragazze che ballano in modo provocatorio tra di loro e ragazzi che a loro volta ci provano, noi giriamo nella stanza opposta. 

Qui c'è un ambiente più calmo con una musica in sottofondo più orecchiabile, dei divanetti dove sono raggruppati i diversi gruppi di ragazzi, un tavolo con delle bottiglie di alcool e gente intenta a fare tornei di beer pong. 

Non sono mai stata ad una festa grande come questa.

Ci avviamo verso i divanetti dove intravedo Jane e Ryan sono seduti insieme ad altra gente, appena mi vede quest'ultimo si avvicina e mi da un bacio sulla guancia.

<<Sei uno schianto>> mi sussurra all'orecchio e posso sentire la puzza di alcool che mi entra nei polmoni.

<<Grazie>> mi limito a rispondere imbarazzata.

<<Vieni Zoey unisciti a noi>> urla Aaron mettendo le mani a cono per farsi sentire meglio.
I ragazzi e le ragazze si sono raggruppati a forma di cerchio dove in mezzo hanno messo una bottiglia di vetro.

È il gioco della bottiglia, il classico metodo per rimorchiare quando si è adolescenti o per venire a conoscenza dei pettegolezzi più intimi delle persone, mi domando come studenti universitari ancora si divertano con questo giochino.

<<Più tardi forse, ora non mi va>> sorrido con dolcezza facendo spallucce.

<<Ora vuole stare con me>> controbatte Ryan facendo l'occhiolino.

Alzo gli occhi al cielo e mi domando perché perda ancora tempo dietro una persona che non è interessata quando potrebbe avere tutte le ragazze che vuole soltanto sbattendo gli occhi. Ma lui senza perdere tempo mi mette il braccio intorno al collo e mi porta al tavolo degli alcolici.

<<Cosa desidera da bere?>> parla imitando un cameriere.

<<Una birra grazie>> rispondo ridendo.
Ryan può essere anche una simpatica compagnia ma pensare che i suoi tentativi siano destinati ad un altro fine rende questi momenti a volte imbarazzanti.

Prendo il bicchiere che mi porge, non voglio ubriacarmi ma non posso rifiutare ogni cosa che mi viene proposta altrimenti mi isolerò con le mie stesse mani, e non è questo il senso di aver cambiato città. 

Faccio un sorso e pulisco con la lingua la schiuma rimasta sul labbro superiore, il sapore della birra scorre lasciando dietro di sé una fragranza amara, ma pian piano il gusto diventa sempre meno forte e io comincio a rilassare i muscoli e cervello.
Ritorniamo dagli altri e mi siedo sul divano per assistere a quel gioco ma dopo poco Jane alza la testa di scatto, socchiude appena gli occhi e si sistema i capelli per apparire ancora più sexy di quello che è già.

<<Ehy ti aspettavo>> cinguetta con le labbra tinte di rosso fuoco. Non sentendo alcuna risposta dalla persona che sta cercando di attirare la sua attenzione s'innervosisce e si alza in piedi indignata.

Per non ridergli in faccia e capire chi sta rifiutando tante accortezze giro la testa e lo rivedo.
Rimango incastrata nella profondità del suo sguardo quando i nostri occhi inevitabilmente, s'incrociarono.

L'elettricità ricompare, così come il calore alle guance, e il respiro che sembra non essere più abbastanza. 

A distanza di una settimana le sensazioni che riesce a trasmettermi solo con i suoi occhi non sono cambiate, nonostante conosco a malapena questo ragazzo mi rendo conto di quanto potere abbia già su di me.

Distolgo lo sguardo sentendomi una stupida, Drew ha chiaramente detto che vuole da me soltanto distanza ma questo non basta ad impedire al mio corpo di comportarsi così in sua presenza.

<<Ryan mi porteresti un drink per favore?>> domando incerta su quello che sto per fare.

Più blu dell'Oceano •Drew Starkey•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora