Era un caldo pomeriggio d'estate e Becky sedeva comoda sulla scalinata dell'orfanotrofio, godendosi il sole insieme alle lucertole. Pensava a come sarebbe stata la sua vita fuori da lì, se la gente era tutta come le suore o c'erano anche persone buone con lei. L'avevano chiamata mostro... demone... le avevano proibito di stare vicino agli altri e tutti la odiavano. Becky aveva un dono... bruciava tutto quello che toccava. Bel guaio eh? L'unico modo per evitarlo era farle indossare dei guanti ignifughi alle mani, per tenere le fiamme al loro posto. Sandy Monroe, una ragazzina molto viziata e cattiva, si avvicinò a Becky con aria strafottente.
Qualcuno chiami i pompieri! C'è un'incendio ambulante qui!
Lei e le sue amichette risero, Becky la fissò con odio.
Oh no, il piccolo incendio vuole ustionarmi!
Vattene via Sandy.
Cos'è? Vuoi ustionarmi come con madre Charlotte?
E' stato un incidente!
A quel punto Sandy cominciò a ridere e fare battute amare sul suo dono... e lei cedette. Si tolse i guanti e corse a dare uno schiaffo a Sandy. Il dolore fu atroce. La bambina lanciò un urlo così acuto che le suore accorsero dal 4° piano dell'edificio, trovandosi davanti una bambina in fiamme che si contorceva dal dolore. Chiamarono il 911 e in seguito la polizia, per far arrestare Becky. Ma la bambina era stufa. Stufa di essere rinchiusa e rifiutata da tutti, corse nel bosco toccando ogni albero, creando un incendio capace di distruggere una città. Ogni fiamma è un lembo del suo odio verso la società, verso coloro che l'hanno odiata e mandata via e verso coloro che la temono. Becky è ancora in giro, non si è mai pentita di ciò che ha fatto e continua a farlo ancora, accecata dall'odio e dalla rabbia.