Cap 1: L'inizio
"Non sono matto" gridò Enea alla psicologa, "non sono matto, non sono matto!"
"Lo so tesoro, ma devi capire che non puoi sempre fare così, altrimenti i tuoi compagni di classe non ti parleranno più" rispose la dottoressa in maniera accondiscendente.
"I miei compagni sono matti, loro si. Sono sempre tra di loro, non mi guardano mai e non vogliono giocare con me. Io so, dottoressa."
"Cosa sai, Enea?" domandò incalzante la psicologa.
"Io li conosco molto da vicino, tutti loro. Conosco tutti io, conosco perfino lei" rispose il ragazzo, totalmente assorto nei suoi pensieri.
"Non ti sembrano discorsi troppo grandi per un giovane della tua età?"
"No, vecchia bastarda. So di quel alcolista di tuo figlio, prima o poi avrebbe investito qualcuno. Quel giorno era arrivato vero? Quanti soldi hai dovuto sborsare per coprire il suo omicidio al volante?" disse Enea graffiandosi la fronte con le sue unghie sporche.
"Come ti permetti? Mio figlio non ha fatto niente..." ribadì la dottoressa visibilmente alterata.
"Ha paura di me vero? Io so cosa la spaventa. La verità sul caso di suo figlio. Conosco tutti io." rispose il ragazzo uscendo dalla stanza con un sorriso.
Arrivato a casa sua, Enea si diresse verso la cucina. La madre non era in casa, stessa cosa per il padre. Chiuse gli occhi per qualche secondo e si inginocchiò.
"Dio perdonami per aver peccato, non sono matto ma mi fanno arrabbiare tutti. So che non devo comportarmi così, lo so. Non resisto, non posso fermarmi. Tu mi dai le informazioni. Sei tu vero? Io so che cosa la gente teme. Grazie per darmi la forza di entrare dentro di loro. Sempre il tuo devoto ragazzo."
Enea prese a leccare il pavimento con forza. La lingua era ben a contatto con le piastrelle. Iniziò a dire qualcosa. Versi incomprensibili.
"Nigrum, virtus Dei est in me, ut sint mecum in nocte" continuò a ripetere Enea per diversi minuti. Silenzio. Il ragazzo si tranquillizzò per qualche istante per poi coricarsi sul divano.
Una volta accesa la televisione, Enea si rilassò. Qualche istante dopo si sentirono dei rumori alla porta. Era Andy, il suo vicino.
"Ciao Enea" disse Andy avvicinandosi al divano.
"Fermati, esci da casa mia. Io non ti voglio qui".
"Perchè fai così?" disse Andy timoroso "e perchè la televisione è sullo statico?"
"Pensi che io non sappia cosa fai di notte? Guardone vigliacco. So perfettamente che hai paura del buio e di rimanere solo." disse Enea e, in un lampo, la casa calò nell'oscurità più profonda.
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