Un telefono squillò, rompendo il silenzio della libreria, e Aziraphale corse a rispondere ansioso, alzando la cornetta e portandosela all’orecchio.
“Pronto…?” domandò con voce tremante.
“Buongiorno Aziraphale” rispose la voce di Gabriel dall’altro capo del telefono.
“Gabriel!” sobbalzò sorpreso l’angelo. “A- A cosa devo l’onore?”
“Tranquillo, non è per il lavoro. Volevo chiederti un consiglio.”
“Un consiglio?”domandò sorpreso, cosa mai avrebbe voluto sapere l’Arcangelo Gabriel da lui? “C-certo…se posso aiutarti- volentieri”
“Ho notato che tu e il tuo…amico siete parecchio affiatati” iniziò il castano, Aziraphale sobbalzò.
“No! N-non è mio amico…è un demone…non oserei mai…” balbettò imbarazzato, arrossendo leggermente. “Però, sì, lo conosco da tanto tempo, perché me lo chiedi?”
“Ecco, volevo sapere…come vi siete approcciati?”
“Beh, ricordo che la prima volta che ci siamo incontrati mi ha mostrato il suo…” Gabriel lo interruppe di colpo.
“IL SUO?! SUBITO?!” domandò sorpreso, Aziraphale divenne rosso come un peperone.
“Il suo…il suo universo” rispose nervosamente Aziraphale, ancora più rosso. “Sai…la sua nebulosa, ricordi?”
“Oh sì, certo certo.” commentò l’arcangelo “Ma quando…quando-... quando vi siete dichiarati?”
“D-DI…” a quel punto Aziraphale perse il potere della parola e per sua fortuna Crowley entrò nella libreria, facendo tintinnare il campanello.
“Oh Gabriel, ti devo salutare! Hanno suonato il campanello! C’è un cliente!” concluse frettolosamente.“Oh sì, ti richiamerò per sapere sulla questione…, non è per me, è per un mio amico-”
“Sì, sì, cia’,cia’,cia’.”
Aziraphale sbatté la cornetta sul telefono, vide Crowley camminare verso di lui e gli gettò le braccia al collo, disperato, lasciandosi sfuggire qualche lacrima.
Crowley fu colto di sorpresa, ma ricambiò immediatamente il gesto e avvolse il corpo dell’angelo tra le sue braccia.“Ho…Ho avuto una telefonata difficile!” si lamentò Aziraphale sull’orlo delle lacrime.
“Che è successo…?” domandò Crowley, confuso e preoccupato. Aziraphale nascose la faccia nell’incavo del suo collo e iniziò a singhiozzare disperato e in preda all’imbarazzo.
“P-portami a mangiare…” mormorò il biondo senza cambiare posizione, sembrando un bambino desideroso di coccole.
“Va bene…? Così?” domandò il rosso insicuro, portò una mano tra i morbidi riccioli biondi dell’angelo e iniziò a rigirarsene uno tra le dita, come se fosse una coccola.
Aziraphale non rispose, si limitò a stringersi al compagno e singhiozzare, il volto ancora rosso per l’imbarazzo provocato dalla chiamata.
Crowley non riusciva a capire cosa fosse successo, era desideroso di saperlo, ma il suo angelo sembrava troppo imbarazzato per parlarne.“Angelo che è successo…?”domandò cautamente Crowley, cercando di incrociare lo sguardo dell’amante. “Sei tutto rosso…qualcosa non va?”
Aziraphale tirò su col naso, respirando il profumo al caramello del demone, alzò la testa e lo guardò negli occhi insicuro.
Gli tremavano le labbra, non era mai stato così in imbarazzo. Era vero, lui e Crowley erano amanti da ben due mesi, ma il sentirselo chiedere o anche solo parlarne con qualcun altro lo faceva sentire in pieno imbarazzo.
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Another Life
FanfictionSalvo e Valentino si ritroveranno a Soho senza motivo e, per tornare a casa, dovranno chiedere aiuto a due esseri angelici in crisi di coppia.