Ancora Gelosie

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Quando un fioco raggio di sole penetrò dalla finestra, Aziraphale, che aveva un sonno molto leggero, si svegliò del tutto. Ricordando gli avvenimenti della sera prima, si coprì per bene con le coperte, rammentando pezzo per pezzo le sensazioni del dopo aver fatto l’amore con il Demone.

Quando si rese conto che erano solamente le cinque del mattino, si girò e abbracciò Crowley da dietro, che invece stava dormendo pienamente. 

Solo che notò la mancanza di un rigonfiamento: la pancia, grande quanto doveva essere al quarto mese, c’era, ma sotto mancava qualcosa. Così si mise sui gomiti, stropicciandosi gli occhi in modo da vedere nella poca luce, e capì all’istante.

“Crowley…?” sussurrò.

 “Crowley, caro?” l’altro in risposta mugugnò. 

“Caro-” provò una terza volta.

“Che c’è…Angelo?” domandò con voce roca, rifiutandosi di aprire le palpebre.

“Sei… guardati.”

“No. Perché mi dovrei alzare, e non ne ho alcuna intenzione, Angelo.”

“Ah, ho capito.” il biondo si alzò e prese uno specchietto portatile dal bagno, per poi passarlo al Demone.

“Guardati!” 

“Che c’è che non v- OH-... sono una donna, ancora?”

Crowley fissò a palpebre socchiuse il suo riflesso, due morbidi ciuffi rossi gli incorniciavano il volto, leggermente più paffuto, e si poteva ben intravedere nello specchio la curvatura del seno. 

“A quanto pare”

“Ma- mi ricordo benissimo di essere tornato con il p- nella mia forma naturale!” Aziraphale fece spallucce.

“Hai fatto qualcosa tu…?” domandò il Demone

“Per l’amor del Cielo, no!”

“E allora chi?!”

“Tu ieri sera?? Sei stato l’ultimo, se non sbaglio!”

“Sì, ma ti ho detto che sono tornato norm- ah, senti, lascia perdere. Adesso ci torno davvero, con te testimone.” e con il solito schiocco di dita, ecco tornato in tutto e per tutto il Demone.

“Finalmente! Che tragedia per niente. Posso tornare a dormire, adesso, Angelo?” domandò con voce scocciata, accucciandosi al petto del biondo.

“Come vuoi” rispose l’altro, accennando un dolce sorriso. 

“Sì, però tu vieni con me.” 

“Ma-in realtà…” fece per ribattere, lanciò uno sguardo alla sveglia digitale e si rese conto che effettivamente era troppo presto per aprire la libreria. Avvolse un braccio attorno al bacino di Crowley e posò la guancia sulla sua testa. 

“E va bene… ma solo cinque minuti” 

Crowley avvolse il collo dell'altro con le braccia, posando la testa sul suo petto. Lanciò uno sguardo al suo ventre e si lasciò sfuggire una smorfia, quel rigonfiamento stava diventando ingombrante, non poteva uscire così. 

Alzò gli occhi per un paio di secondi e incontrò lo sguardo violaceo del compagno, che gli sorrise dolcemente. 

“Ti turba qualcosa, caro?” 

“No… no Angelo, sto bene. Torniamo a dormire.” borbottò il rosso, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare nel bisogno contingente di una bella dormita. 

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