XII-THE PARADOX OF EXCELLENCE

173 21 97
                                    

Olivia

Lunedì, come al solito, resto in aula anche dopo la fine delle lezioni

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Lunedì, come al solito, resto in aula anche dopo la fine delle lezioni. Victor sta finendo di compilare delle scartoffie, quindi non mi sta prestando attenzione.

Ripongo tutti i miei effetti personali al loro posto dentro la cartella, poi mi avvicino silenziosa per non disturbarlo.

Raggiro la sua figura e mi dispongo dietro di lui. Appoggio le mie mani sulle sue spalle ed esercito una lieve pressione: è teso.

Continuo con il movimento, nell'atto di lenire i suoi nervi. Lui produce un mugolio soddisfatto. Accarezzo le clavicole, poi mi sposto al collo e con i pollici creo dei piccoli cerchi.

Dopo poco concludo il lavoretto e lui piega la schiena, ora più leggera e rilassata.

"Grazie, Liv. A cosa lo devo?", la sua voce è roca e mi reca un brivido lungo la spina dorsale. Io appoggio il fianco contro la cattedra e nascondo le mani dietro la schiena.

"Ho saputo che sei stato poco bene la settimana scorsa, quindi volevo fare qualcosa per te...", spiego evitando il suo sguardo.

"Ho anche preparato questi...", recupero dalla tasca della gonna un involucro di plastica contenente dei biscotti al cioccolato. Ieri ho passato tutto il pomeriggio ai fornelli insieme a zia Mary.

Lui li prende tra le mani, in volto un'espressione nuova, che non avevo mai visto prima. Sembra un bambino mentre sfila il fiocco e porta il dolcetto alle labbra. Le guance sono colorate, gli occhi sembrano brillare. Mi rivolge uno sguardo luminoso e mi ringrazia.

Io mi sento morire.

Si solleva in piedi e mi circonda il corpo con le braccia, dopo aver riposto le mie creazioni sulla cattedra. Lascia un bacio sulla mia guancia, poi sussurra contro il mio orecchio: "Sei gentile. Per esserti scomodata tanto oggi farò tutto quello che vuoi".

Trattengo il respiro: nella mia testa regna il caos. Davvero? Cosa posso chiedergli?

"T-tutto quello che voglio?", ripeto le sue parole cercando un'ennesima conferma. Lui annuisce e si risiede.

Mi mordo il labbro.

"Posso legarti?", la mia domanda gli fa sollevare il sopracciglio. In volto uno sguardo divertito, mi porge i polsi come se si volesse far arrestare. Recupero il fiocco e lo lego attorno alla sua pelle.

"Chiudi la porta", mi ricorda prima che io possa attuare la mia prossima mossa.

Mi volto per far scattare la serratura, poi ritorno davanti a lui. Mi concedo un attimo per guardarlo: i ricci gli incorniciano il viso; i suoi occhi freddi non si spostano da me; le labbra rosse sono aperte in un sorriso sbarazzino; le mani ricadono tra le sue cosce aperte.

teacher's pets Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora