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«Bea sbrigati! Siamo in ritardo! Alex e June già sono in aeroporto» guardo nervosamente l'orologio mentre aspetto che mia sorella esca da casa coi bagagli.
«Oh Dio santo Henry sono pronta!» esce con quattro valigie enormi.
«Bea scherzi? Stiamo solo una settimana in Texas non tre mesi» indico le valigie scioccato.
«Mi aiuti o resti lì impalato? Grazie fratellino» mi dà una valigia da portare. Quando dobbiamo fare viaggi lunghi io e Bea facilmente ci stressiamo, poi ci calmiamo subito se pensiamo dove andremo e soprattutto con chi andremo a fare questo viaggio.

Scendiamo dal taxi con le valigie ed entriamo in aeroporto, vediamo subito Alex e June seduti mentre aspettano che il nostro gate esca sul monitor, Alex alza lo sguardo e da un colpetto a June, impegnata a leggere un magazine di moda.
Ci vengono incontro salutandoci con abbracci e baci.
Alex mi stringe a sé, come se non ci vedessimo da chissà quanto tempo. Sono passate solo 24 ore.
«Alex ci siamo visti ieri» ridacchio.
«Per me sembra già una vita» mi sorride e ci fanno accomodare vicino a loro.
«Allora fratelli Fox, siete carichi? Il Texas è pieno di belle cose da vedere e luoghi da esplorare!» esclama June.
«Juni non vediamo l'ora» Bea inizia a fare quei versi strani che fanno le ragazze tra di loro, io e Alex le guardiamo come se fossero creature mitologiche.
«Sembrano delle pazze, però capisco il loro entusiasmo!» mi dice Alex con un tono sopra la media.
«Alex, quanti caffè hai già bevuto?» gli domando, conoscendolo ormai.
«Poco fa era il terzo, ma sto bene» gira i pollici non sta fermo un attimo.
«Sono solo le 8 di mattina» specifico «Ti fa male tutto questo caffè» prendo una rivista dal malloppo appoggiato sul tavolino davanti a noi ed inizio a sfogliarlo.
«Come siamo premurosi Fox» si mette affianco a me col braccio appoggiato allo schienale, leggendo il giornaletto con me.
Nella rivista leggo un'intervista di Philip che ha rilasciato... una settimana fa? La leggo attentamente.
«Bea» la chiamo.
«Dimmi» risponde lei intenta a parlare con June.
«Vieni un secondo» troppo attento a leggere quelle parole.
«Hen, che succede?» mi guarda Alex preoccupato.
«Oh niente Alex, è solo nostro fratello Philip che non si fa gli affari suoi. Guarda, sta sparlando delle nostre vite, dandoci dei "codardi" per aver abbandonato il nostro titolo di conti»
«Oh Gesù, è la volta buona che lo ammazzo giuro!» commenta Bea leggendo con me.
« "Mio fratello, il Conte Henry, non potrà mai essere uno scrittore di successo, perché nessuno ci crederebbe davvero. Lui è un Conte, è nato Conte e morirà tale, non può cambiare ciò che è." »
Leggendo quelle parole, le sento come lame trafiggere la mia anima, mi rendono consapevole della totale assenza di fiducia da parte di tutta la mia famiglia.
«Loro non mi vogliono vedere felice...» commento poi, sconsolato.
«Henry cazzo non stare a sentirlo! Sai benissimo com'è fatto Philip tu devi pensare alla tua vita, non quello che vogliono gli altri da te, okay?» Bea mi riporta sempre alla realtà, alla fine mi abbraccia, così anche Alex e June si uniscono.
«Vi voglio bene» dichiaro a loro.
«Anche noi Hen, te l'ho già detto che ti meriti il mondo» commenta Alex guardandomi con quegli occhioni scuri e brillanti.
«Beh senza offesa ma quel Philip merita davvero un bel calcio nel culo!» finisce alla fine June, ridiamo scioccati per il suo linguaggio che non le abbiamo mai sentito dire da quando la conosciamo, Alex probabilmente si, ed è per questo che se la ride di gusto.

Stiamo per innalzarci in volo, io e Alex siamo seduti vicini, mentre Bea e June sono davanti a noi. Guardo il finestrino, nervoso e agitato per il volo.
«Non ti piace volare?» Alex se ne accorge.
«Ohw, dipende quanto è lungo il viaggio» gli faccio un sorrisetto per tranquillizzarlo, ma quello da calmare sono io.
Alex prende una copertina e la stende sopra di noi, prende le sue cuffie e ne dà una a me, per ascoltare insieme la musica.
Metto la cuffia, Alex apre Spotify e sceglie la playlist che ha preparato per il viaggio. La prima canzone che suona è "I Wanna Be Yours" degli Arctic Monkeys, sento la sua mano sotto la copertina prendere la mia e stringendola, facendomi calmare un po'.
Giro il capo guardandolo e mi sorride, ricambiando quel sorriso e faccio un respiro profondo, finché l'aereo non si innalza in volo.

TWO HOMES SIDE BY SIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora