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Sono passate due settimane da quando è morto il nonno, continuo a pensare agli ultimi istanti che lo vidi, in quella sala... ma penso anche alle parole di Alex, Dio solo sa come devo comportarmi.
Arriva una notifica sul cellulare dal calendario.
"Bea's birthday"
È il compleanno di mia sorella, e da settimane June le sta organizzando una mega festa per lei, chiedendomi l'aiuto senza farsi scoprire dalla sua amata.
«Buenos Días mi amor» Alex entra in camera, consegnandomi la colazione a letto. Si stende affianco a me, lasciandomi un lieve bacio sulle labbra.
«Hey Mi amor, grazie della colazione ma oggi la festeggiata è qualcun'altra» gli accenno un lieve sorriso, gustandomi il latte prima di tutto.
«So che è il compleanno di Bea non mi scordo queste cose» Alex mi preme il naso mentre lo dice «E June mi sta tartassando da settimane con la festa a sorpresa» si attiva a "modalità attore melodrammatico" tirando la testa all'indietro e sospirando come tale.
«Ma è la sua fidanzata darling, anche io farei così... e anche tu immagino no?» lo guardo, mentre mangio i biscotti, immergendoli nel latte.
«Le mie feste sono esclusive e cool, non ti ricordi quella che ho organizzato per te?» mi guarda Alex, dal basso all'alto, come un cucciolo che vuole essere adottato.
«Quest'anno non volevo festeggiare... ma tu sei un testardo e me l'hai fatta lo stesso» mentre racconto mi giro per guardarlo, accennandogli un sorriso, Alex mi bacia il bicipite.
«Perché te lo meriti mi querido» mi ricorda lui, tirandosi su per baciarmi «E il regalo che ti ho fatto è stato stupendo, tanto quanto la tua faccia quando l'hai aperto» si mette a ridere lui, ricordando quel momento.
«Un collare rosa con su scritto "BABYGIRL" tempestato di brillantini, è proprio il regalo perfetto per me Alex sei un genio» dico io con sarcasmo, finendo poi a ridere con lui.
«Non abbiamo avuto ancora modo di inaugurarlo» inizia baciandomi il collo.
«Oh Dio perché sono così vulnerabile con te?» mi lascio andare dal suo tocco magico.
«Perché ho un nome extralarge, mi vida» risponde lui.
«Oh credimi, non hai solo il nome extra-large...» mentre Alex mi bacia il collo lo sento fermarsi, alzando lo sguardo verso di me, serrando la bocca come non esplodere dal ridere, ma falliamo entrambi.
«Dai, vestiti che abbiamo il pranzo con le nostre sorelle» dico, dopo averlo baciato intensamente, essermi alzato e averlo lasciato lì come un baccalà.
«Dio, quanti ti amo» dice alla fine Alex, rimanendo tra sé e sé.
«Anche io! Ora muovi quelle belle chiappe e preparati» urlo io dal bagno, sentendolo.

«...Ragazzi è stato bellissimo! Stamattina c'erano i parenti che la chiamavano ma lei dormiva beatamente, così le ho fatto una foto» June prende il telefono e ci mostra Bea che dorme a bocca aperta con accanto il telefono che squillava con su scritto "Mamma".
«Bea sei di una bellezza incredibile qui!» le dico sarcasticamente.
«Henry ti odio, e tu sei una stronza» dice Bea, girandosi poi verso June, mentre lei se la ride spassosamente.
«Nah, tu mi ami bebecita» dice lei, facendole l'occhiolino.
«Purtroppo si» Bea si avvicina per baciare June.
«Oh Dio, sembriamo noi» dico sottovoce ad Alex, mentre ridacchia ancora.
«Ma che dici no! Io e te siamo molto meglio»
«No dico che June è uguale a te nei modi di fare»
«E ti meravigli? Siamo i Claremont-Diaz cariño» mi ammicca lui, finendo di bere il suo vino bianco.
«Ragazze! Alex si è offerto di pagare il pranzo ringraziatelo!» la ripicca è arrivata, Alex mi guarda con occhi sgranati e bocca aperta dallo stupore, le ragazze gioiscono prima di alzarsi e prendere le loro borse.
«A casa facciamo i conti io e te» si alza Alex, mettendosi la sua giacca di pelle nera.
«Oh non vedo l'ora, sweetheart» dico con fare provocatorio, mentre gli aggiusto la giacca «La cassa è lì amore ti aspettiamo fuori» gli faccio l'occhiolino, prima di uscire raggiungendo le ragazze.
«Stronzo» dice lui, sottovoce. Io lo sento e me la rido come non mai.

«Henry!» Alex mi chiama dalla camera, io ho le cuffie e sono nel mio studio, quindi non riesco a sentirlo.
Sto scrivendo un nuovo libro, ma questo è diverso: sono delle poesie d'amore, tutte dedicate al mio cavaliere.
Mentre sono concentrato a scriverne una sento le sue mani, che dalle spalle scendono giù verso le braccia, facendo un movimento come se mi facesse un massaggio. Poi sento le sue labbra sul mio collo.
"Oh"
«Hey...» mi giro a tre quarti per guardarlo, lui mi morde il mento.
«Prima ti ho detto che io e te avremmo fatto i conti, beh eccoci qua signor Fox» mi informa Alex con voce seducente.
Le sue mani scivolano sul mio petto, entrando sotto la maglia.
«Ah si? Signor Claremont-Diaz di cosa vuole discutere?» dico io provocandolo.
«Del tuo atteggiamento nei miei confronti»
«Sentiamo allora» mi giro di scatto con la sedia e lo allungo a me tirandolo dalla maglia, facendolo sedere sopra di me a cavalcioni.
«Deve venire di là in camera ne possiamo discutere meglio» Alex usa le sue diaboliche mani, accarezzandomi l'inguine.
Faccio uno sforzo sovraumano per non saltargli addosso, ma non gliela voglio dare vinta.
«Non posso in questo momento signor Claremont-Diaz, sto producendo» faccio con fare disinvolto, senza dargli modo di continuare.
«Come prego?» Alex è impietrito, non è mai stato rifiutato da me sessualmente, questa è la prima volta.
«Signor Claremont-Diaz oggi non è aperta la sua libreria?» mentre Alex si alza da me torno alla mia scrivania, facendo un ghigno vincente.
«È chiusa, è domenica Henry lo sai benissimo. Che sta succedendo?» sento Alex andare nel panico, funziona.
«Niente tesoro, che ne dici se ne parliamo stasera ti va? Sto scrivendo un nuovo libro» scrivo sul mio Mac.
«Henry...»
Mi tolgo gli occhiali da vista posandoli sulla scrivania. Mi alzo spostando la sedia andando dritto verso Alex. Gli lascio un bacio sensuale prendendolo dal viso, mentre lo appoggio sul muro.
Dopo il bacio ammaliatore Alex mi guarda incantato, sbattendo ripetutamente le sue fottute ciglia lunghe, riprendendo il fiato.
«Ne discuteremo stasera, se vorrai» dico io alla fine, quasi sussurrando. Gli accarezzo le labbra col pollice, lui annuisce ammutolito dal mio gesto inaspettato.
«Finisco qua e torno da te honey, vai pure di là» gli lascio un ultimo bacio a stampo sulle labbra, mentre Alex si avvia verso la porta, guardandomi deglutendo e senza spiccicare mezza parola.
Torno alla mia scrivania, soddisfatto da modo in cui riesco ad ammaliarlo, prendendo le redini della situazione.

TWO HOMES SIDE BY SIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora