«Vattene da qui e dammi anche un po' di soldi.» diceva con la sua voce roca a causa della sigaretta che fumava tra una frase e l'altra, la cenere che cadeva sulle gambe dello sventurato che gli si era avvicinato troppo, lasciando una bruciatura sulla stoffa pregiata che avevano indossato solo per andarlo a vedere.
Il ragazzo al pianoforte fece un breve assolo mentre anche gli occhi del capo, che si stava bevendo un gin fin troppo annacquato per lui, si sollevarono per guardare il verdino che fece scivolare fuori dallo spacco il piede che calzava un bel tacco ingioiellato.
Gli occhi rossi dell'uomo scavavano una voragine nel petto del cantante, che imperturbabile, non si lasciava scalfire, abituato al comportamento di quel boss della malavita, burbero ed esplosivo.
Era venuto a conoscenza, il verdino, che il testo di quella canzone fosse riferito ad un potente boss che per arrivare in cima alla vetta del suo clan, aveva fatto i peggio lavori e che alla fine era riuscito ad arrivare a quella posizione dando via anche la sua dignità, questo riferitogli da uno dei membri della band che suonava alle sue spalle, ma fino ad allora aveva pensato che colui che aveva scritto quella canzone, mentisse a riguardo, invece quello sguardo che voleva ucciderlo sul posto, gli comunicava quanto vere fossero quelle allusioni.
«Stai seduto chiedendoti di cosa si tratta.» continuò il verdino lanciando una rapida occhiata al pianista che gli strizzava l'occhio confondendo il gesto con il moto della testa che si muoveva con il ritmo della musica, «Non hai soldi, ti butteranno fuori. Perché non fai le cose fatte bene, come gli altri uomini fanno?»
Una mano fin troppo audace, scivolò lungo la caviglia del giovane cantante che si piegò con fare sensuale, mostrando la coscia che si tese nel movimento, avvicinandosi così a colui che continuava a toccarlo, accarezzandogli ora il polpaccio.
«Vattene da qui e dammi anche un po' di soldi.» cantò a pochi centimetri dalla faccia di questi, che si era anche alzato, sperando di riceve maggiori attenzioni, ma ricevendo solo la sigaretta che il verdino aveva finito di fumare, spenta sul dorso della mano che stava provando a salire sulla coscia.
Non fece un fiato mentre si faceva indietro, la parte lesa stretta al petto.
A seguito di questo, tutti colore che erano in prima fila vicino al palco e che si erano spinti un po' troppo vicini ai tacchi del cantante che aveva preso a farli ticchettare sul pavimento di legno, si tirarono indietro, per afferrare i loro drink e richiamare le prostitute che si erano allontanate non ricevendo attenzioni.
Intanto le parole che lasciavano le labbra rosse del ragazzo facevano contorcere in un ghigno furente il boss, che se non fosse stato attento, avrebbe fatto esplodere in mille pezzi il piccolo tumbler di fragile vetro che conteneva il suo gin.
«Ora tutto quello che hai da offrirmi è un drink di gin.»
Per un istante un brivido passò nelle spalle del verdino quando vide una mano dell'uomo infilarsi sotto la giacca e accarezzare fin troppo apertamente la rivoltella a sei colpi che sapeva essere carica, ma ormai la canzone era terminata e il prezzo di quell'affronto lo avrebbe dovuto pagare dietro le quinte, lontano dagli sguardi indiscreti dei clienti che ormai privi di qualsiasi attenzione per lui, se ne erano tornati a bere o a flirtare con le prostitute, ignari del fatto che avrebbero sborsato un sacco di grana solo per aver scelto quelle ragazze troppo facili, invece che andare in un qualsiasi locale per bene.

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Get Out Here
FanfictionNew York sta affrontando gli anni del proibizionismo e la malavita risolve alla mancanza di alcool aprendo locali di malaffare. È lì che si svolge la nostra storia. Storia brevissima, pochissimi capitoli.