Passarono due anni.
Un giorno, mentre Will e Thor erano fuori per una passeggiata, il cellulare squillò.
Will prese il cellulare dalla tasca, guardò lo schermo e lesse "Chloe"«Pronto?»
«Ehi, Will! Da quanto tempo»dall'altra parte della linea si sentiva la sua amica che sorrideva.
«Chloe, tutto bene?»
«Sì, mi sono appena trasferita nel Maine. Volevo chiederti... È da tanto che non ti sento nè ti vedo»esitò «Vorresti venire qui a passare le vacanze di Natale?»
Will si fermò di botto, rimanendo a pensare a cosa Chloe avesse appena chiesto. In effetti non la vedeva dalla settimana prima in cui fosse stato cacciato dai suoi genitori e un po' le mancava.
«Certo, vedrò di partire il prima possibile»le promise Will.
Riattaccò la chiamata dopo averla salutata. Il Maine era molto lontano dalla Florida ma forse passare diversamente le vacanze natalizie non avrebbe guastato.
Mancavano solo tre settimane a Natale.
Quella sera preparò i bagagli e la mattina dopo si mise in viaggio. Lo distanziavano circa quindici ore.
La neve aveva già iniziato a scendere, e il freddo era pungente.
Will guardò nello specchietto retrovisore e vide Thor che sonnecchiava pacificamente dentro il trasportino.
Si fermò per fare benzina e ripartì, mentre l'auto veniva riempita da canzoni natalizie.Arrivato a New York, la neve cadeva più veloce e tirava un forte vento.
Parcheggiò l'auto e scese insieme al cane, entrando in un pub affollato.
Ordinò al barista una lattina di birra e si sedette al bancone. La tv era accesa e trasmetteva in diretta le previsioni del meteo.
"Allerta per tormenta di neve" c'era scritto in basso sullo schermo.
Will sospirò, passandosi una mano sul viso. "Non posso crederci"pensò, afflitto.
Pochi minuti dopo uscì dal pub. La neve cadeva più forte e una folata di vento per poco non lo fece volare via.
Tenendosi stretto il cane al petto iniziò ad avviarsi verso il marciapiede. Guardandosi attorno, sull'asfalto si trovavano circa 2 metri di neve, quindi prendere l'auto era fuori questione. E beh, neanche andare dai suoi genitori a quanto pare.
Nelle vicinanze abitava solo il suo migliore amico, Paul, così stringendosi addosso sia il cappotto che il cane si avvicinò alla porta.
Bussò, ma... non ebbe risposta. "Questo è strano, Paul a quest'ora dovrebbe essere a casa"pensò William mentre continuava a bussare.
Ad un tratto la porta si aprì, ma non si trovò davanti Paul come si era aspettato. Gli aprì Eric, il suo fratello maggiore. Aveva i lunghi capelli mori disordinati e occhiaie profonde, segno che l'aveva svegliato da un momento di riposo.
«Ehi, Eric» mormorò Will, nervoso «Posso entrare? Sto congelando qui fuori»
Eric si limitò ad osservarlo con un'occhiataccia. Dopo tre anni era ancora inasprito con Will e beh... non moriva dalla voglia di aiutarlo. Con tono tagliente disse «Te ne saresti dovuto rimanere a casa tua»
«Ma come dovrei fare? Non posso proseguire il viaggio verso il Maine con questo tempaccio!» esclamò Will, implorante.
Una testolina fece capolino da dietro le gambe di Eric. Thor si mise a scondinzolare alla vista dell'altra cagnolina. L'altra abbaiò in risposta.
«Non volevo disturbarti» disse Will, fissando il gradino di cemento «E...potrei passare qui la notte?»
Eric considerò la sua richiesta per qualche istante. Anche se non gli piaceva Will, tutto sommato, non poteva lasciarlo in mezzo alla tempesta di neve. Non era così cattivo, in fondo. «Ok, entra» decise mettendosi sul lato della porta per farlo entrare «Puoi stare da noi, ma dovrai dormire sul divano»
Will si tolse il giubbotto e lo appese sull'appendiabiti vicino all'ingresso «Grazie, Eric».
Si guardò intorno. La casa era identica a quando l'aveva vista l'ultima volta.
«Dove sono Paul e i tuoi genitori?» chiese Will sedendosi sul divano, tentando di colmare il silenzio teso.
«Paul è andato a fare la spesa. I miei genitori sono fuori città per il weekend, non torneranno finchè la tempesta non sarà finita» rispose Eric avviandosi verso la cucina «Ma perchè vuoi saperlo? Non mi dispiacerebbe se non li incontrassi» aggiunse in tono freddo.
«Perchè?» mormorò William. Sapeva che Eric era arrabbiato con lui perchè quella sera quando erano al locale tre anni prima, era così ubriaco da averlo baciato davanti a tutti, rompendo così un'amicizia durata cinque anni.
Eric all'epoca non aveva mai considerato i suoi sentimenti per i ragazzi, ed essere baciato da Will l'aveva colto di sorpresa. Ora Will sapeva che Eric non era contento di vederlo. Ma quale alternative aveva?
«Vuoi bere qualcosa? Acqua, caffè, birra?» chiese Eric, con distacco, guardando dentro al frigo. «Un bicchiere d'acqua va benissimo» rispose Will.
Eric prese la bottiglia d'acqua, la versò in un bicchiere e si prese una coca per sè. Porse il bicchiere a Will, che lo ringraziò, e si sedette sulla poltrona a debita distanza da lui.
William non era sicuro di come dire quello che aveva bisogno di dire, ma mentre sorseggiava l'acqua, iniziò «So che non ti piacerà... ma ho bisogno di dirti una cosa» prese un respiro profondo «Non volevo fare nulla con quel bacio, ma... sono gay. All'epoca mi ero innamorato di te» confessò, non avendo il coraggio di guardarlo negli occhi.
Eric stava per dire qualcosa quando Paul aprì la porta.
«Ehi, Eric. Ho bisogno del tuo aiuto con le borse della spesa» esordì.
«Certo, vengo subito» Eric lanciò un'ultima occhiata a Will, prima di alzarsi e raggiungere suo fratello nell'ingresso.
Paul si tolse la giacca, diede un'occhiata al salotto e si bloccò mentre un sorriso iniziava ad apparirgli sul viso «Will! Che bella sorpresa! Che ci fai qui?» chiese gioioso avvicinandosi e dandogli un abbraccio da orso.
«Ciao, Paul» lo salutò Will, travolto dall'emozione «Non sai quanto mi sei mancato» sciolse l'abbraccio, e tornò a sedersi sul divano, mentre Paul si accomodava su una sedia.
Will lo osservò. Era mingherlino e i suoi capelli mori erano scompigliati a causa del forte vento.
«Io e Thor,» raccontò Will indicando il cane, che nel frattempo giocava con l'altra cagnolina «siamo partiti con l'auto da Miami e stavamo andando da una mia amica per passare le vacanze di Natale nel Maine. Ma sono rimasto bloccato qui a New York a causa della neve»
«Oh, wow! Brutta cosa» commentò Paul, dispiaciuto. Si voltò verso la cucina e tornando con lo sguardo su Will, chiese «Ma... come mai Eric era così freddo con te un attimo fa?»
«Non mi vuole vedere per averlo baciato» rispose Will, con un po' di rimorso.
«Oh, non dirlo a me! Ero lì quella sera, ho visto tutto» Paul gli rivolse un cenno di sorriso. Era così che aveva scoperto l'orientamento del suo migliore amico.
Eric sentì parlare di quel fatto, uscì dalla cucina e sbottò, rivolto a Will senza guardarlo «Potrai restare ma non una sera di più!» prima di avviarsi verso il bagno sbattendo la porta e lasciandolo da solo con Paul .
«Non voglio causare problemi» mormorò Will, mentre Paul si sedeva vicino a lui sul divano. «Non capisco perchè Eric è così arrabbiato per quel bacio. Insomma... era solo perchè ero ubriaco, non l'ho fatto apposta. Comunque non voglio disturbare oltre, domani cercherò un hotel dove stare finchè la tormenta di neve non smetterà di esserci»
«Non preoccuparti puoi restare quanto vuoi, Eric se ne farà una ragione» disse Paul in tono gentile «Ehi, magari potrai passare le feste di Natale qui»
Will sorrise per la proposta «Sì, forse potrei passarle qui. Mi piacerebbe» sospirò «Ma non voglio causare problemi. Eric non sembra per niente contento che io sia qui»
«Non preoccuparti, gli parlerò io» disse Paul.
«Grazie, Paul, sei un buon amico»
In quel momento Eric si affacciò dal corridoio e guardando i due ragazzi, sorrise con astio «Ok, ora andate a dormire. E' molto tardi»
Dopo aver spento le luci, Will si stese sul divano e si coprì con la coperta che gli aveva dato Paul. Era stremato dal viaggio. In breve tempo si addormentò, inconsapevole dell'incubo che gli si stava per manifestare.Nel suo sogno... William ed Eric erano ancora giovani. La folla ed Eric stavano ballando in discoteca, mentre Will e Paul erano seduti al bancone. Eric stava ballando con una ragazza e Will lo guardava da lontano. Era il suo primo amore... e non sapeva come confessarlo ad Eric "Dovrei dirglielo?" pensava Will, mentre beveva una birra dopo l'altra "Ma cosa succederebbe se... no... non posso! Non posso dire ad Eric che sono gay. Poi lui dovrebbe essere etero".
Ad un tratto iniziò a girargli la testa, la vista prese ad offuscarsi. Scese dallo sgabello barcollando leggermente.
«Ehi, Will. Dove vai?» gli chiese Paul posando il suo cocktail, ma Will parve non sentirlo.
Si avvicinò alla pista da ballo e scorse Eric in mezzo alla folla. Gli dava la schiena, Will si prese coraggio e lo raggiunse. Prese un profondo respiro, mentre gli posava una mano sulla spalla per farlo girare. Lui sentendo qualcuno toccarlo, si girò di scatto, vide Will e gli sorrise.
«Io... Credo di amarti» disse, ma Eric non lo riuscì a sentire a causa della musica troppo alta.
«Cosa?» urlò Eric, mettendosi una mano a coppa accanto l'orecchio destro e avvicinandosi di più a Will.
«Io...» Will perse temporaneamente il coraggio, non sapeva se rinunciare e andarsene o semplicemente ripeterglielo. Ma aveva bevuto decisamente troppo e quindi non essendo in sè, invece di riprovare a parlare, si avventò su di lui. Gli premette i palmi sul viso e lo baciò. Ma non durò molto, perchè Eric lo spinse indietro così forte da farlo cadere. Will, confuso, alzò lo sguardo su Eric e l'imbarazzo iniziò ad infiammargli il viso. La musica si era fermata e tutti li stavano guardando, compreso Eric, con freddezza. In stato di totale confusione, Will si rialzò e uscì barcollando dal locale senza aggiungere nulla. Quella era stata l'ultima volta ad aver visto sia Paul che Eric. Dopo qull'episodio sarebbe mai riuscito a riallacciare i rapporti?
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Un fidanzato sotto l'albero
RomanceWilliam Stewart, 26enne, abita a New York ma dopo essere stato licenziato ed essere stato cacciato di casa dai suoi genitori viene accolto da suo fratello Simon, che dopo aver fatto coming out con lui decide di supportarlo. Un giorno Chloe, un'amica...