«Ehi, Will! Svegliati»
Will sentì qualcuno scuoterlo e si svegliò di soprassalto, tremando terrorizzato. Mettendo a fuoco il soggiorno, per quanto la stanza buia lo consentisse, vide Paul. Volse lo sguardo al timer del decoder realizzando che erano le tre del mattino.
«Va tutto bene, stavi avendo un incubo» Paul cercò di calmarlo, inginocchiandosi davanti a lui e premendogli piano una mano sul braccio «Vorresti parlarne?»
Paul lo conosceva troppo bene da sapere cosa stesse sognando.
In tutta risposta, Will si mise a piangere perchè non sapeva come rimediare all'errore madornale che aveva fatto «C'è un modo per farmi perdonare? Per fare in modo che non sia più arrabbiato con me?» chiese tra le lacrime.
Paul lo guardò rattristato, lo prese tra le braccia e accarezzandogli la schiena gli sussurrò «Vedrai che troverai un modo. Eric adesso sa che sei gay, ti accetta ma cel'ha così tanto con te per averlo baciato davanti a tutti quando lui era convinto che fosse etero»
«Allora perchè, se mi detesta così tanto, mi ha dato il consenso di restare qui?»
«Non so, ma non credo che tu debba pensare di più» disse Paul «Ora torna a dormire»Poche ore più tardi Eric si svegliò, scese le scale, percorse il lungo corridoio per andare in cucina e passando dal soggiorno vide Will ancora addormentato. Teneva una mano sotto al cuscino e l'altro braccio che sporgeva fuori dal divano. A quella vista, sul viso di Eric fece capolino l'ombra di un sorriso. Non aveva chiuso occhio per la gran parte della notte, ripensando a quell'episodio che l'aveva reso così irritato nei confronti di Will. Aveva persino sentito le sue urla quella notte ma non si era alzato dal letto. "Forse posso sistemare le cose con lui" pensò, mentre apriva lo sportello della credenza e prendeva due tazze. Li posò sul tavolo e si avvicinò a Will «Ehi, William...» lo chiamò «Will, svegliati». Ma Will continuava a dormire e così Eric lo lasciò in pace. "Forse devo solo aspettare che si svegli da solo" pensò mentre preparava il caffè. Versò la bevanda nelle due tazze e le portò fuori nel tavolino del piccolo giardino.
Will si svegliò pochi minuti dopo, aprì gli occhi mentre un lieve soffio di vento muoveva le tende. Si alzò dal divano, stiracchiandosi, si guardò attorno e intravide Eric seduto in giardino. Cautamente lo raggiunse «Ehi, Eric» lo salutò «Come stai?»
«Bene» rispose Eric, con distacco. «Caffè?» gli offrì la seconda tazza facendogli cenno di sedersi.
Will obbedì e si sedette accanto a lui. Era in un momento di profonda riflessione, non sapendo cosa dire. Prese un profondo respiro, sorseggiando il caffè «Hey... devo dirti una cosa» disse lentamente.
«Che cosa?» chiese Eric, con sguardo fisso sulla strada. Tutto pur di non posare gli occhi sulla persona accanto a lui.
«Sono gay. Non voglio che tu mi odi per questo»
«Will, lo so già. L'ho capito quando mi hai baciato in discoteca» disse Eric alzando un sopracciglio, per indicare l'ovvio «Non sono incazzato con te per il tuo orientamento, ma per il fatto che tu non me lo abbia detto prima» sospirò e si voltò verso Will «Perchè mi hai baciato quella sera?»
«Perchè provavo qualcosa per te, ma l'alcol che avevo bevuto era decisamente troppo... così ti ho baciato. All'epoca non capivo bene i miei sentimenti per te. Erano... sentimenti contrastanti, ho fatto male a non dirti nulla e così facendo ho solo peggiorato le cose» spiegò Will.
«Oh, ok» Eric posò sul tavolo la tazza ormai vuota. «Devo rivelarti una cosa anch'io» disse fissando l'erba sotto di lui. Will si voltò verso di lui, con sguardo interrogativo, in attesa che l'altro continuasse a parlare.
«Quel bacio mi aveva preso alla sprovvista, ti avevo respinto per paura che la gente pensasse male di me... ma in fondo... quel bacio mi era piaciuto» ammise guardando Will negli occhi. «Da quel momento ho capito di essere bisessuale»
Will rimase totalmente spiazzato «Oh, sono felice che tu abbia capito il tuo orientamento»
Eric gli rivolse un sorriso incerto «Stai con qualcuno attualmente?» chiese cercando di cambiare argomento.
«Sì, ma le relazioni che ho avuto non sono durate molto. Non ho ancora trovato la persona giusta» Will finì di bere il caffè e posò la tazza sul tavolino, accanto a quella di Eric «E tu?»
«Mi sto frequentando con una ragazza» esitò «In realtà stasera vorrei chiederle di sposarmi»
Will non sapeva come prendere la notizia. Non riusciva a crederci. Era comprensibile che Eric in quegli anni fosse andato avanti con la sua vita. Ma pensandoci, lui non l'aveva fatto. Non si era innamorato di nessun altro come con Eric. Perchè, realizzò, tutti gli uomini che conosceva- colleghi di lavoro, gente che rimorchiava nei pub, o perfino l'addetto del reparto della frutta che incontrava spesso al supermercato- non erano lui. Aveva provato a iscriversi su Grindr ma sfortunatamente non ebbe successo. In fondo, provava ancora qualcosa per lui. Ed ecco che i suoi sentimenti per Eric tornarono a galla.
«E' seria? Non è una farsa con la quale stai scherzando?» chiese Will, disinvolto.
«Sì, Will» Eric diede un'occhiata al vecchio orologio con il qadrante ammaccato che portava sul polso. «Devo andare a lavorare» esordì, alzandosi.
Eric lavorava come infermiere all'ospedale, che fortunatamente, era raggiungibile a piedi.
«E... qual è il nome della tua ragazza?» chiese Will, curioso.
«Anne. L'ho conosciuta due anni fa e stiamo insieme da allora» rispose Eric mentre si infilava il giubbotto.
«Sei felice con lei?» volle sapere Will.
«Sì, Anne è il mio tutto. Mi fa sentire amato» replicò Eric posando una mano sulla maniglia e voltandosi verso William.
«Sono felice per te, Eric. Te lo meriti» disse Will, con un sorriso. Will stava imparando ad accettare la situazione e superarla. «Ma una cosa non mi è chiara...»
«Ne parleremo stasera, Will» lo interruppe Eric, sbrigativo. «Devo andare. Sono in ritardo». Uscì e si avviò verso l'ospedale.
Will restò solo. Per qualche secondo rimase a pensare alla discussione che aveva appena avuto con Eric. Will provava una strana sensazione. Se Anne avesse accettato la proposta, Eric si sarebbe sposato e sarebbe stato fuori dalla sua portata. Forse per sempre. Ma che diritto aveva di impedirgli il matrimonio?
«Devo imparare a convivere con questo» borbottò con rammarico, nella casa vuota.Eric iniziò il suo turno in ospedale. Era impegnato, ma non aveva smesso di pensare a Will. "Quello che William non capisce è che io amo Anne. Devo sposarla. E' la cosa giusta da fare" pensò, con determinazione, mentre raggiungeva il suo ufficio "Ma ora devo concentrarmi sul lavoro".
Durante il pomeriggio cercò di non pensare troppo a Will e alla loro situazione. In fondo, non c'era più nulla che Eric potesse fare. Pescò la piccola scatolina che teneva dentro il taschino interno della giacca e lo aprì, rivelando un minuscolo anello d'argento e sorrise. Eric era davvero felice con Anne, stavano insieme da parecchio, quindi quella sera le avrebbe fatto la proposta.
Visita dopo visita, il cielo si scuriva. Verso le sette di sera, Eric uscì dal luogo di lavoro. Allungò una mano verso la tasca posteriore e afferrò il cellulare. Scorse la rubrica, cliccò sul contatto di Anne e iniziò a scrivere un SMS "Tesoro, sei libera stasera? Devo parlarti urgentemente"
Fuori c'era un freddo pungente e in pochi minuti, Eric si ritrovò a rabbrividire mentre attendeva una risposta. Si udì il suono di una nuova notifica, e quindi abbassò lo sguardo sullo schermo.
"No, mi dispiace. Sono impegnata al momento" lesse. Era avvilito di non poterla vedere. Sospirò, e rassegnato si avviò verso casa. Camminando sul marciapiede coperto di neve, guardò il ristorante in cui aveva prenotato giorni prima. Pensandoci poteva entrare per disdire la prenotazione, ma dopo una breve occhiata da fuori dalla grande finestra che dava all'interno si bloccò di colpo da ciò che vide. Anne era seduta al tavolo... con un altro ragazzo che le teneva la mano.
"Come può essere con un altro? Non stiamo insieme?"si chiese Eric, turbato. Continuò ad osservarli da lontano. Doveva esserci un motivo valido. Pochi secondi dopo, vide i due ragazzi scambiarsi un bacio. "Cosa diavolo sta succedendo?!" Eric iniziò ad irritarsi "Dov'è finita la mia relazione con lei?"
Accecato dalla rabbia, decise di entrare e avviarsi verso il tavolo, mentre il suo mondo sembrava crollare di più passo dopo passo. Appena raggiunto Anne, colpì violentemente il tavolo con entrambi le mani facendo sussultare i due amanti ancora intenti a baciarsi. «Ma fai sul serio?» le chiese, irritato.
Eric ad un tratto si accorse dell'improvviso silenzio. I clienti agli altri tavoli smisero di parlare tra loro e rivolsero tutta la loro attenzione al trio.
Anne si guardava attorno freneticamente, mentre un rossore le infiammava le guance «Eric, calmati. Non vale la pena fare una scenata in pubblico»
Eric cercò di tenere a freno le sue emozioni, ma era più forte di lui. La gelosia prese il sopravvento. «Non mi sarei mai aspettato che mi tradissi» disse con odio, scuotendo la testa. «Da quanto tempo?» chiese indicando il ragazzo di fronte a lei, mentre le lacrime minacciavano di uscirgli dagli occhi.
«Un mese» rispose Anne con rammarico, fissando il piatto vuoto. «Io... non ti amo più Eric» disse alzando lo sguardo su di lui.
«E pensare che volevo chiederti di sposarmi» le lanciò un'occhiataccia ed uscì dal ristorante, furente.
Eric si sentiva così triste e deluso. Se solo avesse saputo cosa Anne avesse in mente, forse sarebbe andata in un altro modo. Pensava sul serio che lei fosse la sua ragazza per la vita, ma a quanto pareva non era vero. Si chiese dove avesse sbagliato, ma alla fine decise che non gli sarebbe più importato nulla.
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Un fidanzato sotto l'albero
Roman d'amourWilliam Stewart, 26enne, abita a New York ma dopo essere stato licenziato ed essere stato cacciato di casa dai suoi genitori viene accolto da suo fratello Simon, che dopo aver fatto coming out con lui decide di supportarlo. Un giorno Chloe, un'amica...