«Will, ti senti bene, tesoro?»chiese Allison osservando suo figlio, preoccupata. Sparecchiando la tavola, portò via il suo piatto e la cena che non aveva praticamente toccato. Aveva mangiato forse uno o due forchettate che, pesanti come pietre nel suo stomaco, avevano fatto scomparire anche quel poco di appetito che aveva prima.
«Sì, sto bene» rispose Will «Ho solo tante cose per la testa.»
«Il lavoro?» chiese Kevin, suo padre.
Will annuì.
«Dai, Will, sono sicuro che ne troverai un altro. Venire licenziati non è la fine del mondo»
«No, è che ho tante cose in ballo.» Era davvero mentire se si limitava a omettere certe informazioni?
«Bene» iniziò sua madre. «Sei già in cerca di un altro lavoro?»
«Sì, spero di trovarlo presto». Lavorava in un ristorante come cameriere, quando due giorni prima il capo lo licenziò a causa di tante assenze senza preavviso.
«Sei sicuro di sentirti bene? Lo sai che questi sbalzi di temperatura ti
fanno sempre male.» Allison si spostò dietro di lui e gli posò un palmo sulla fronte. «Sei un po' caldo in effetti.»
«Sto bene.» Le scansò la mano. «Giuro, sono solo stanco.»mentì Will passandosi una mano sugli occhi.
Credendogli, la madre gli rivolse un piccolo sorriso «Va bene.»
«Allora, cosa hai combinato oggi?»
«Niente di che. Ho disegnato un po' e mandato curriculum in giro»
In realtà aveva passato la gran parte della giornata a dare completamente di matto per quello che stava per fare, a riguardare video su YouTube su come le persone lo facevano di solito, a rileggere vecchi messaggi della sua amica Chloe, e aveva quasi vomitato gli spaghetti con cui aveva pranzato.
Allison sistemò l'ultimo piatto nella lavastoviglie mentre Will mise in frigorifero gli avanzi.
«Sei sicuro di sentirti bene? Non hai mangiato qualche schifezza, vero?››
«Giuro, sto benissimo.»
«Se lo dici tu. Ti va ancora di guardare un film?»
«Sì, certo, arrivo tra un attimo.»
«Magari papà non ci farà guardare Una poltrona per due per la
ventesima volta» borbottò sua madre tra sé e sé, alzando gli occhi al cielo.
«È un classico» scherzò Will, e lei gli sorrise prima di raggiungere Kevin
in soggiorno.
Appena se ne andò, Will si sorresse al tavolo, iniziando a tremare. Poteva farcela, sarebbe andato tutto bene. Si sentiva che era la cosa giusta da fare. Conosceva i suoi genitori, loro conoscevano lui, si meritavano di sapere anche questa cosa di lui.
E lui voleva dirglielo.
«Will, porta i popcorn!» urlò suo padre dal soggiorno, e Will sentì di nuovo lo stomaco stretto in una morsa. Prese il contenitore grande dal ripiano in alto e si spostò in soggiorno.
Quella sera decisero di guardare Elf, ma non avendolo in DVD, era compito di Will trovarlo a noleggio.
«Potremmo guardare Mamma, ho perso l'aereo.» propose suo padre masticando dei popcorn.
Dopo aver cercato per un po' Will trovò il film, inserì le informazioni
della carta di credito di suo padre e lo avviò. Era strano, di solito a Will
piaceva tantissimo, ma quella sera? Era quasi irritante. Ma non era colpa del film. Non si sentiva a suo agio.
«Ecco, quella sì che è una donna affascinante.» Kevin rise mentre mangiava altri popcorn ricoperti di cioccolato guardando Zooey Deshanel. «Giusto, Will?»
«Già.» mentì William. Si chiese se i suoi genitori abbiano mai intravisto qualcosa dietro questa farsa, se li abbia mai sfiorati il pensiero che lui potesse non essere il figlio perfetto.
Stava vivendo costantemente una bugia. Non sapevano davvero tutto di lui.
Ed era per questo che stava cercando di farsi coraggio quella sera, in realtà
ormai da qualche settimana, precisamente dal giorno del Ringraziamento. Era questa la ragione per cui aveva perso l'appetito,
per cui non riusciva a concentrarsi su nulla.
Sarebbe andato tutto bene e Will non avrebbe più avuto questo enorme peso sul petto.
Sarebbe andato tutto bene.
Continuò a ripetersi che era il momento giusto. Lo ripetè mentalmente all'infinito mentre il film proseguiva e le pubblicità si susseguivano. Ma ogni volta che apriva la bocca non riusciva a far uscire le parole che avrebbe voluto dire.
Non riesciva a liberarsi da questa angoscia. Forse era un
presagio, un segno che non avrebbe dovuto farlo. Solo che lui voleva farlo. Non sapeva spiegare perché, se lo sentiva e basta. E nonostante tutta quell'ansia, pensava
davvero che sarebbe andato tutto bene.
Aspettò la fine del film e si prese coraggio. Con una paura colossale iniziò a parlare.
«Ehi, v-vorrei parlarvi di una cosa» balbettò con la gola secca.
«Okay.» Allison si sistemò più comoda sul divano, stendendo le gambe e
appoggiando la testa sul palmo della mano. «Che succede?»
Suo padre prese il telecomando e abbassò il volume della televisione.
«Io...» Poteva farcela. Doveva solo continuare a respirare.
Aveva un nodo allo stomaco che si torceva e ritorceva, la morsa non si sarebbe allentata finché quel momento non sarebbe passato. E quando tutto sarebbe stato svelato, Will avrebbe avuto la sua libertà.
«Volevo dirvi una cosa.»
I suoi genitori lo stavano guardando in attesa che dicesse qualcosa.
‹‹Mamma, papà...sono gay››
STAI LEGGENDO
Un fidanzato sotto l'albero
RomansaWilliam Stewart, 26enne, abita a New York ma dopo essere stato licenziato ed essere stato cacciato di casa dai suoi genitori viene accolto da suo fratello Simon, che dopo aver fatto coming out con lui decide di supportarlo. Un giorno Chloe, un'amica...