Capitolo 7

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Eric arrivò a casa, aprì la porta e la chiuse con forza. "Non voglio più vederla. Deve avermi già dimenticato" pensò tra sè e sè "Ok, il nostro rapporto non era perfetto, ma Anne mi piaceva davvero, pensavo fosse la persona giusta per me. E ora... questo?" rimurginò mentre riponeva il giubbotto sull'appendiabiti.

Will sentì la porta d'ingresso sbattere violentemente e poco dopo raggiunse Eric in cucina. Lo trovò seduto al tavolo con un bicchiere di birra in mano, assorto nei propri pensieri. Teneva gli occhi fissi sul bicchiere con una tale rabbia che Will temette di star per incenerirlo da un momento all'altro. Si avvicinò al ragazzo, lentamente. «Eric...» esitò «Cos'è successo?»
Eric alzò lo sguardo, colto di sorpresa, dimenticandosi della presenza di Will. Gli lanciò uno sguardo per poi tornare sul bicchiere. Non aveva voglia di parlarne. Tirò un sospiro e rispose «La mia relazione con Anne è finita... E lei mi ha tradito» si portò il bicchiere alle labbra. «Non la capisco» disse con amarezza.
William lo fissava, non sapendo cosa dire. Anche se non supportava appieno la relazione tra Eric ed Anne, non sapeva come reagire, ma lo rattristava vedere Eric così giù di morale.
Eric cercò di rimettersi in sesto, lanciò un'occhiata a Will e chiese «Vorresti uscire stasera?». Non era sicuro che fosse una buona idea, ma forse era quello che gli serviva, invece che piangersi addosso tutta la notte.
«Va bene» accettò Will, sorridendo «Prima ho bisogno di una doccia». Andò in soggiorno e frugò nella sua valigia in cerca dei vestiti. Prese un paio di jeans, una maglietta bianca, boxer e calzini puliti e li posò sul divano. All'improvviso il suo cellulare prese a squillare. Un pensiero orribile lo colse. Si era totalmente dimenticato di avvisare Chloe. Premette il pulsante per rispondere alla chiamata.
«Will, ma dove sei? Dovresti già essere arrivato» disse la voce metallica di Chloe, spazientita.
«Ehi, Chloe, scusami se non ti ho avvisato. Sono rimasto bloccato qui a New York. La neve continua a cadere continuamente, quindi non riuscirò a venire lì nel Maine» disse dispiaciuto.
«Oh, capito. Starai dai tuoi?»
«No, assolutamente no. Sto a casa di amici e passerò qui le vacanze»
Aveva sentito i suoi genitori in alcune chiamate, ma solo per sapere se aveva cambiato idea sul suo orientamento. Vederli era decisamente in fondo alla lista di ciò che avrebbe voluto.
«Ok, passa buone vacanze» lo salutò Chloe, allegra.
«Anche tu» ricambiò Will, riattaccando. Posò il cellulare sul tavolino e si avviò in bagno. Si tolse i vestiti, entrò nella doccia e aprì il rubinetto.
Appena finito, realizzò di aver lasciato i vestiti nel soggiorno impilati con cura sul divano. "Oh, no. Cosa faccio ora?" pensò disperatamente "Non posso uscire con solo l'asciugamano. Accidenti, spero che Eric non mi veda". Will si mise un asciugamano attorno alla vita e abbassò la maniglia. Non era il miglior modo di presentarsi ad Eric, ma non aveva alternative.
Sospirando, arrivò in soggiorno e con sua sfortuna trovò Eric, che gli dava le spalle intento a guardare i due cagnolini giocare.
«Penso che Thor e Wanda abbiano fatto amicizia» Eric ridacchiò, voltandosi verso Will e bloccandosi di colpo.
Will sorrise con estremo imbarazzo, mentre un violento rossore gli infiammava il volto. «Ho...» si schiarì la gola improvvisamente secca. «Ehm... ho lasciato i vestiti qui» indicò la pila e la raggiunse.
Eric annuì, mentre l'imbarazzo iniziava a salirgli sul viso a sua volta. Inclinò il capo da un lato, osservando il corpo di Will con attenzione notando una goccia scendere dal petto verso lo stomaco e poi sempre più in basso. Dannazione! Non riusciva a distogliere lo sguardo! Sbattè gli occhi, disorientato, facendo uno sforzo enorme per guardarlo negli occhi. «Dai, fila a vestirti» disse, cercando di non fare un commento sul suo corpo. Non aveva bisogno di guardarlo oltre per capire che lo stava  trovando attraente. Cazzo, se era intrigato!
Will sorrise in tutta risposta e andò a vestirsi, cercando di celare il suo imbarazzo.
Eric nel frattempo raggiunse la sua stanza e infilò l'anello in una scatola e poi nascosto nell'armadio. "Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Devo dimenticare Anne come lei ha fatto con me".
Paul era rientrato a casa e si offrì di occuparsi dei cagnolini mentre loro erano fuori. «Divertitevi» li salutò allegramente, chiudendo la porta dietro di loro.
Andarono a cenare insieme nella pizzeria vicino casa. Eric si era vestito con jeans scuri e maglione di lana grigia.
Si sedettero a un tavolo dietro un separè, per avere maggiore privacy. Erano uno di fronte all'altro, un po' ansiosi, non sapendo chi dei due iniziasse a conversare.
Will si schiarì la gola. «Era da tantissimo che non uscivamo insieme, non è vero?»
Eric annuì. «Sono d'accordo. E... per la cronaca... sei bellissimo, Will» aggiunse senza riuscire a fermarsi, prendendosi a calci mentalmente. «Cioè...»
«Oh... anche tu» mormorò l'altro interrompendolo, impacciato.
«Grazie» disse Eric iniziando a sorridere. Capì che Will era troppo nervoso, come lo era lui, così chiese ,
«Quindi... Che pizza prendi?»
Will sorrise prendendo il menù e scorrendo con gli occhi sul foglio «Credo che prenderò una quattro stagioni» decise alla fine.
«Sembra buono, non l'ho mai assaggiata, quindi la prenderò anch'io» Eric alzò un braccio attirando l'attenzione di un cameriere e ordinò due pizze e anche da bere. Appena il cameriere si allontanò, posò lo sguardo su Will. «Bene, ora che abbiamo ordinato... C'è qualcosa di cui vorresti parlare?» chiese preoccupato, notando l'eccessivo nervosismo dell'altro. Teneva lo sguardo sul tavolo, la fronte aggrottata.
«N-no, va tutto bene» disse velocemente sfregandosi le mani sui jeans, e lanciando occhiate a destra e a sinistra. 
Eric lo conosceva troppo bene per capire che stava mentendo. «Will, non sono il tuo nemico... almeno non più» esitò «Quindi se hai bisogno di parlare, fallo. Sono qui per supportarti, se ti va»
«Sicuro?» chiese Will, cauto.
Eric annuì.
Will sospirò «Mia madre ha chiamato stamattina mentre eri a lavoro» ammise, turbato.
«Oh, cosa ti ha detto?» chiese Eric, con un po' di apprensione.
«Ha detto che mio padre sta male. Apparentemente è stato operato a un ginocchio»
«Non è grave, vero?» Eric sorrise e William scosse la testa.
«No, non lo è, ma mi dispiace tanto. Ho fatto coming out con loro due anni fa, l'hanno presa male e mi hanno cacciato di casa. Se non avessi chiesto aiuto a mio fratello non so dove sarei, a quest'ora. Mi sono lasciato alle spalle New York e mi sono trasferito a Miami insieme a mio fratello e mia cognata»
«Non posso crederci! Cacciarti di casa per quello che sei? Chi ti vuole bene dovrebbe essere felice per te» disse Eric, scuotendo la testa amareggiato. «Quindi... hai una nuova vita in Florida?» chiese incuriosito, masticando una fetta di pizza che intanto era stata servita.
«Oh, sì.  Ho trovato un buon lavoro come cameriere in un ristorante in città. Ma oltre mio fratello e il mio cane sono da solo... è difficile vivere così lontano da casa»
«Oh, Will...» borbottò Eric, rattristandosi.
«Ma si va avanti» replicò Will sorseggiando la birra, scrollando le spalle.
«E' bello vederti così positivo, William. Ma capisco che non sia facile... non hai amici e non hai famiglia oltre Simon. Non mi sembra molto piacevole»
Will sorrise e rispose «Sì, è vero. Ma è la vita che ho scelto. Devo solo continuare ad andare avanti»
Cercava di essere positivo, ma in fondo era molto triste.
«Se hai bisogno di qualcosa... hai sempre me e Paul. Non sei da solo, non lo dimenticare»
William sorrise «Grazie, Eric»

Eric e Will uscirono dal ristorante. Il marciapiede era ghiacciato, quindi dovevano stare attenti a dove mettevano i piedi. Eric afferrò la mano di Will «Dovremmo stare attenti a non scivolare»
«S-sì, è vero» balbettò Will, iniziando a tremare. E non per il freddo.
«Va tutto bene? Ti vedo a disagio» Eric gli lanciò occhiate preoccupate.
«No, è tutto a posto» stava dicendo, prima di scivolare sul ghiaccio «Merda!»
«Oh, mio Dio, Will!» Con i riflessi pronti e scivolando a sua volta ma riuscendo a far rimanere dritti entrambi, Eric lo sostenne facendolo voltare e mettendogli le mani intorno alla vita, trovandosi  faccia a faccia, così vicini che i loro nasi quasi si sfioravano. «Stai bene? Non ti sei fatto male?» chiese Eric lentamente, guardando rapito quegli occhi azzurri. 
«No, va tutto bene» mormorò Will, tenendosi aggrappato alle braccia dell'altro.
Eric non si era accorto di star tenendo le mani sui suoi fianchi. Ad un tratto si sentì avvampare e mollò la presa. Si sentiva in colpa, anche se non aveva fatto nulla di male. «Scusa, Will! Mi dispiace, non volevo...»
«Va tutto bene» lo rassicurò l'altro «Mi hai salvato la vita da una caduta imbarazzante» ridacchiò, allontanandosi prendendo nuovamente la mano a Eric.
L'altro sorrise. «Ok, andiamo... E prestiamo attenzione, ci sono altri pezzi di ghiaccio lungo la strada» fece in tempo a dirlo prima di finire a gambe all'aria.
«Stai bene, Eric?» chiese Will ridendo sotto i baffi, aiutandolo a rialzarsi.
«Sì, ora stiamo più attenti» disse Eric, spazzolandosi il giubbotto dalla neve iniziando a ridacchiare.

Arrivarono a casa sani e salvi, bussarono e Paul li fece entrare. Trovò i due immersi in un attacco di ridarella, ma non chiese spiegazioni.
«Eric, hanno chiamato mamma e papà. Arriveranno domani» lo informò Paul, sorridendo.


Un fidanzato sotto l'alberoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora