Come sempre, Eric arrivò a casa in perfetto orario. I suoi genitori e Paul non erano ancora tornati.
Trovò Will seduto sul divano, intento a guardare la TV. Durante il giorno, Eric gli chiese, tramite cellulare, di andare al cinema quella sera.
«Pronto ad andare?» gli domandò Eric.
«A dire il vero,» replicò Will con un sorrisetto teso, «pensavo che potremmo restare qui.»
«Oh.» Eric lo osservò con aria incerta per un istante. «Cos'avevi in mente?»
«Speravo che potessimo, ehm, che potessimo riprendere da dove ci siamo interrotti ieri.» Al solo dirlo il battito cardiaco di Will accelerò vertiginosamente, sia per il nervosismo che per l'eccitazione.
Eric sostenne il suo sguardo. «Credevo che...»
«Lo so.» Will coprì parte della distanza che li separava con qualche passo impacciato. «Ci ho ripensato per tutta la notte, però. E... lo voglio fare.»
«Stavi per avere un attacco d'ansia, ieri sera. Non voglio rimetterti in quella situazione.»
«Non succederà. Non, ehm, avrei dovuto prevederlo e non scioccarmi tanto. Ora che ho avuto modo di razionalizzare la cosa, credo di essere tranquillo.»
Eric inclinò appena il capo. «Credi di essere tranquillo.»
Will annuì. «E, proprio come ieri, se non dovessi esserlo possiamo sempre fermarci, giusto?»
«Certo,» lo assicurò Eric senza un secondo di esitazione.
L'altro gli sorrise. «Non mi serve sapere altro.» Si avvicinò ancora. «Resta qui con me.»
Eric deglutì. «Sei sicuro?»
«Tu lo sei?»
«Se... se lo sei tu, sì. Certo.» Gli posò le mani sulla vita. «Ero serio quando ti ho detto che possiamo aspettare.»
«Lo so.» Will lo attirò a sé. «È per questo che non voglio aspettare.» Lo baciò e, dopo un attimo, Eric iniziò a ricambiare e lo strinse tra le braccia. «Mi fido. Dopo ieri sera, mi sento al sicuro con te.»
«Sei al sicuro con me, Willie.» Gli prese il viso tra le mani e gli sfiorò le labbra con le sue. «Se vuoi fermarti devi solo dirlo.»
«Lo farò.»
«Per me va bene,» mormorò Eric. «Voglio solo...» Gli fece scorrere gli occhi lungo tutto il corpo e, quando li rialzò a incrociare i suoi, non c'era più bisogno di finire la frase. Will lo attirò nuovamente verso di lui e l'altro gli venne incontro. Il bacio che si scambiammo stava a metà tra dov'eravano arrivati la sera precedente e dove Will sperava sarebbero arrivati quella sera: un po' esitante, senza però lasciare dubbi sul fatto che si desideravano a vicenda e che non volevano fermarsi.
«In camera,» ordinò Will.
Eric annuì in silenzio.***
Appena stesi sul letto e l'ultimo articolo di vestiario toccò terra, Will si trovò subito tra le braccia di Eric.
Quest' ultimo a volte era timido, altre impetuoso: in quel momento era decisamente impetuoso. Gli fece scivolare una mano sul membro, stringendo quanto bastava per mandarlo fuori di testa. Will si mosse alla cieca, visto che al suo tocco il senso dell'orientamento gli era andato a puttane, e finalmente riuscì ad avvolgere le dita attorno alla sua erezione. Si baciarono mentre si accarezzavano a vicenda, e Eric spinse i fianchi contro la sua mano in un'imitazione di come Will sperava lo avrebbe fatto.
Eric serrò la presa sull'altra erezione e si staccò dalla sua bocca per sussurrare: «Cristo santo...»
«Ti piace?»
«Mm-hmm.» Aumentò un po' il ritmo. «A te?»«Oddio. Sì.»
Eric incurvò le labbra contro le sue, poi riprese a baciarlo con un'intensità tale da lasciarlo senza fiato.
Con un brivido, Will si scostò il tanto da mormorare: «Fallo.» Un altro bacio. «Adesso. Non voglio aspettare.»
«A-adesso?» Eric spalancò le palpebre. «Non...»
«Ti prego.» A Will non gliene fregava nulla se doveva supplicarlo. E lui non supplicava mai nessuno. Mai. Ma cazzo, se lo voleva.
Eric si inumidì le labbra. Aveva il corpo teso e, quando incrociò i suoi occhi, sembrava nervoso. Si sporse a recuperare profilattici e lubrificante nel comodino. Una volta sistemato, si posizionò su di lui.
Il solo calore del suo corpo bastò a mozzargli il fiato e il membro duro appoggiato contro lo era quasi insostenibile. La sera precedente Will aveva temuto di non poter fermare le cose se l'avesse voluto; al momento era certo che avrebbe perso la testa se non lo avesse penetrato all'istante.
Eric si scostò per un secondo, per poi riavvicinarsi e infilargli una mano tra le cosce.
Dita fresche di lubrificante premettero sull'apertura di Will e, quando lo penetrarono, gli si annebbiò la vista. «Cazzo,» ansimò.
Eric gli strofinò il viso sul collo. «Sei comodo?»
"E dovrei risponderti mentre mi stai penetrando con le dita?" «Mm-hmm.» Will si morse il labbro.
La barbetta di Eric gli faceva il solletico e il tocco delle labbra e del respiro era così lieve da provocargli la pelle d'oca lungo la schiena. "Fallo, Eric. Ti prego..."
«Ti voglio da morire,» Eric gemette. «Ne sei proprio sicuro?»
«Sì.»
«Sei...»
«Dai fallo,» ringhiò. «Spicciati.»
Eric ridacchiò e gli posò un bacio sotto l'orecchio. «Dammi un secondo.» Poi sfilò le dita. All'improvviso il suo corpo non era più contro quello di Will.
D'istinto, lo guardò allarmato ma si calmò al rumore della stagnola strappata. Si udì un fruscio. Eric imprecò tra i denti. Ancora fruscii. Doveva avere le mani che tremavano. Will si domandò se fosse eccitato tanto quanto lui, o se fosse nervoso o chissà che altro, ma un attimo dopo gli fu di nuovo addosso e Will aveva solo voglia di sentirlo.
Eric guidò l'erezione tra le sue natiche. Era il momento. Stavano per farlo.
Un brivido fastidioso risalì la colonna vertebrale di Will. Tutta la paura che aveva scacciato tornò di colpo. Si irrigidii dalla testa ai piedi. Non riusciva a muoversi.
«Stai bene?» gli chiese Eric.
Will trasse un respiro profondo e lo rilasciò, cercando di rilassarsi. Era al sicuro. Sapeva di esserlo. Se avesse voluto fermarsi, Eric l'avrebbe fatto. Non aveva il minimo dubbio che avrebbe smesso al primo segnale di disagio.
Eric fece per tirarsi indietro. «Will?»
«Sto bene.» Gli afferrò un fianco. «Ti prego. Voglio farlo.»
«Anch'io. Solo che... non...»
«È tutto okay.» Gli massaggiò lo stomaco e si schiacciò contro di lui più che poteva. «Eric. Ti prego.»
Eric parve esitare, poi si rilassò. «Ricordati che se vuoi fermarti non devi far altro che dirlo.»
Will annuì. Il tocco del suo membro umido gli tolse il respiro. Non per l'agitazione - non molto - ma perché non vedeva l'ora. Desiderio allo stato puro. E un filo di nervosismo. Poteva farcela. Lo voleva tanto.
Eric lo baciò di nuovo dietro l'orecchio. «Se può aiutare, sono agitato anch'io.» Espirò con forza e guidò il membro tra le sue natiche. «Non l'ho mai fatto prima.»
Will doveva ammettere che sapere che l'altro era teso lo tranquillizzò eccome. «Intendi in questa posizione?»
«Non è questo.» Premette di più sulla sua apertura, a un passo dal penetrarlo sul serio. «Non l'ho mai fatto. In nessuna posizione.»
Will non ebbe il tempo di collegare i pezzi del puzzle perché, con una lievissima spinta, il glande affondò dentro di lui, annebbiandogli la vista.
«Oddio,» sussurrò Eric, il respiro affannato che gli scaldava il petto. Si ritrasse appena e riprese a spingersi in avanti.
«Sei...» Will si leccò le labbra. «S-sei... vergine?»
Uno scroscio di risate gli soffiò sull'orecchio. «Non più.»
Incredulità ed eccitazione congiurarono per togliergli le parole mentre Eric continuava a penetrarlo. Cazzo, era stupendo, ed era proprio della grandezza giusta, così si premette in avanti per prenderlo di più. Eric trovò un ritmo lento e regolare finché non fu tutto all'interno e gli affondi diventarono spinte violente e...
«C-cazzo...» Eric cominciò a tremare. Si irrigidì contro di lui, si seppellì fino in fondo e si immobilizzò completamente. Poi tremò di nuovo e i brividi del suo orgasmo gli si riverberarono per l'intero corpo di Will.
Rilasciò il respiro che aveva trattenuto e rilassò lentamente la presa spasmodica sulle coperte. Will non si era nemmeno accorto di averle afferrate. Era successo tutto in fretta, quasi troppo, ma forse non era una brutta cosa. Non aveva avuto tempo di farsi prendere dal panico, né tantomeno di cedere ai nervi.
«Cazzo,» ansimò Eric mentre si ritraeva. «Mi dispiace, non credevo che sarei durato così poco.»
«Va tutto bene.» Will girò la testa e allungò il braccio per farlo avvicinare. «Non hai niente di cui scusarti.»
«Ma ho...»
Will lo interruppe con un bacio lieve. «È stato perfetto.»
Eric lo guardò con aria scettica, però non protestò. «Dovrei, ehm, buttare via questo.»
STAI LEGGENDO
Un fidanzato sotto l'albero
RomanceWilliam Stewart, 26enne, abita a New York ma dopo essere stato licenziato ed essere stato cacciato di casa dai suoi genitori viene accolto da suo fratello Simon, che dopo aver fatto coming out con lui decide di supportarlo. Un giorno Chloe, un'amica...