Capitolo Nono

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UNA VERITÀ SCIOCCANTE

Dopo la morte del fratello, Michele si era sempre rifiutato di uscire di casa.
La morte del fratello era stato un trauma, come una coltellata.

Si era chiuso in silenzio e usciva solo per lavorare.

Laura e Carlo erano tornati a Firenze, avevano deciso di andar personalmente a casa del signor Michele per spiegargli la situazione.

Quella mattina si rivelò abbastanza tranquilla, finché non arrivò Tommaso a bussare alla porta del padrone

«Avanti» disse Vittorio mettendo a posto più che poteva lo studio facendosi aiutare da Ginevra
«Signori, il signor Carlo e la signora Laura sono alla porta con il monsignore Michele» disse Tommaso
«Falli pure venire» disse Ginevra, Tommaso uscì inchinandosi.

Dopo aver rimesso a posto un pesante volume e alcuni libriccini finalmente poterono accogliere gli ospiti

«Il signor Carlo, la signora Laura Stanghi e il signor Michele Carlini» annunciò Tommaso.

Nella stanza entrarono Laura, Carlo e la persona che Ginevra attendeva freneticamente: Michele era la copia spudorata del fratello, solo che l'unica differenza era che il fratello maggiore aveva più barba rispetto al fratello minore.

Il suo sorriso si ampliò facendo apparire delle dolci fossette, nipote e zio si abbracciarono

«Signor Solimberghi buongiorno» disse Michele e lui e Vittorio si strinsero la mano.

Poi strinsero la mano a Carlo e Laura, e si accomodarono

«Allora zio, spero che tu sappia perché sei qui» disse Ginevra iniziando a parlare
«So tutto Ginevra, e a tal proposito ci sono molte cose che non sai, anzi, che non sapete» disse Michele grattandosi la nuca

«Di cosa parlate?» chiese Vittorio.

Michele fece un respiro profondo e prese la mano della figlia di suo fratello

«Ginevra...io te lo giuro su Dio, ho provato a combattere, appena ho scoperto tale cosa ho pianto giorni e giorni» disse con un velo di malinconia, Ginevra si preoccupò.

Michele respirò profondamente, e dalla bisaccia prese quello che era un diario, rilegato con una copertina di tessuto duro e marrone scuro

«Quello cos'è?» chiese Laura
«Era il diario di mio fratello» rispose Michele, dopo qualche incertezza lo porse alla ragazza e lo aprì a una pagina, indicò con il dito una data

«Potresti leggere per favore?» chiese Michele rivolgendosi a Ginevra, la ragazza annuì e lesse ad alta voce quello che il padre aveva scritto un anno prima, nel periodo in cui doveva sposarsi

1 agosto

Oggi dopo l'ennesimo furto di denaro, ho deciso di scoprire chi mi ha rubato i soldi, appena i banchieri sono andati via dalla banca presente a Firenze, li ho seguiti, ho scoperto che i miei soldi sono stati rubati da un certo Arturo Ferretti. Non vorrei di certo che il nome questo monsignore sia fasullo.

4 agosto
Il monsignore Arturo, ha rubato altri soldi ad altre famiglie, i suoi complici si sono travestiti da banchieri e hanno rubato del denaro da altre famiglie. Mi sono procurato una copia di chi ha rubato e truffato a chi:
Famiglia Bisognosi - Rodolfo Latri - 20.000
Famiglia Carlini - Arturo Ferretti - 10.000
Famiglia Palombi - Girolamo Noriti - 15.000
Famiglia Purini - Arturo Ferretti - 21.000
Famiglia Renati - Cornelio Essi - 17.500
Famiglia Saresti - Nano Arei - 18.400
Famiglia Solimberghi - Clemente Botri - 18.000
Famiglia Stanghi - Rodolfo Latri - 10.000
Famiglia Valeriani - Manuele Leni - 20.500

I Nemici Di Firenze ‐ Volume 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora