Capitolo Ottavo

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IPOTESI

Sono presenti scene di violenza

La stanza era molto grande, ma non troppo, c'erano dei tavoli di legno, e un signore di mezza età con i capelli arruffati stava sistemando delle sedie

«Marcello» disse il frate
«Che succede?» chiese Marcello

«Dov'è Emilio?» chiese il frate, l'uomo indicò la porta in fondo alla stanza
«Sta finendo di sistemare il legno per il camino» spiegò sistemandosi i capelli color paglia.
Il frate si girò verso i quattro

«Andate pure figliuoli» disse con voce dolce, i quattro si avvicinarono alla porta, Laura bussò e poi aprì piano la porta:

Un giovane di circa vent'anni, della stessa età di Vittorio era inginocchiato davanti al pavimento, e stava sistemando dei pezzi di legno a testa bassa, sembrava che non si fosse accorto della presenza dei quattro

«Emilio...» disse debolmente Carlo, finalmente il ragazzo alzò lo sguardo, Vittorio e Ginevra lo riconobbero: era come lo avevano visto l'ultima volta, in quel lontano novembre, i capelli neri erano un pochino più mossi, e i suoi occhi scuri erano fissi su tutti e quattro.

La pelle era candida come le nuvole che costellavano il cielo colligiano

«L-Laura...C-Carlo...» disse impaurito, ma al tempo stesso commosso, così si alzò in piedi, e si buttò tra le braccia dei suoi fratelli, l'abbraccio fu lungo e confortante, Carlo gli baciò la fronte e Laura la testa e i capelli.

Finalmente dopo chissà quanto tempo si staccarono

«Come facevate a sapere che ero qui?» chiese asciugandosi gli occhi dalle lacrime
«È una lunga storia» rispose Carlo confortandolo.


Emilio spostò lo sguardo verso Vittorio e Ginevra

«E voi cosa ci fate qui?» chiese
«Noi...sappiamo cosa è successo Emilio, sappiamo che parlare di Arturo Ferretti è molto difficile per te, ma ci ha fatto del male pure a noi, ma siamo qui per aiutarti» spiegò Vittorio

«Se non puoi tornare a Firenze potresti stare da noi, quel bastardo ci sta rovinando la vita» aggiunse Ginevra «Oh...anche lui vi ha messi in fuga?» chiese Emilio preoccupato

«Diciamo di sì, ci ha proprio esiliati da Firenze» rispose Vittorio

«Emilio, tu già li conosci da quella notte, e anche da prima, di loro ti puoi fidare, e se lo vorrai, potranno aiutarci con il capire che cosa ha fatto Ferretti e se è in qualche modo collegato agli usurai» disse Laura, Vittorio e Ginevra si avvicinarono al giovane

«Non permetteremo che quel bastardo ti faccia del male» disse il ragazzo, Emilio avvicinò la sua candida mano a quella di Vittorio, e Ginevra unì anche la sua «Questa è una promessa» disse lei.


Il rientro verso Ravenna fu più piacevole e tranquillo, il sole splendeva alto nel cielo e illuminava la strada verso casa, i fratelli parlavano tranquilli e sereni.

Arrivati ad un incrocio si trovarono di fronte a due cartelli: il primo indicava la strada per Firenze, e la seconda verso San Casciano

«Vi ringraziamo dell'aiuto» disse Carlo rivolgendosi ai due
«Lo stesso vale per noi» disse Ginevra «Se troveremo più informazioni su Ferretti e gli usurai vi faremmo sapere» aggiunse Laura
«Mi raccomando Emilio, comportati bene» disse Carlo riabbracciandolo «Promesso» disse lui mentre la sorella gli sorrideva.

I Nemici Di Firenze ‐ Volume 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora