Camila risalì in auto, pronta a seguire le indicazioni di Lauren ancora una volta.
"Parlami di lei, Laur... Le tue amiche mi hanno detto che vi siete lasciate male..." La cubana aspettò che la corvina iniziasse a parlare.
"Lei è stata la mia ragazza dai tempi del liceo, ero pazza di lei e lei di me... Non l'ha presa molto bene quando ho deciso di andare a vivere con le ragazze invece di convivere con lei. Lì sono iniziate le liti. Lucy ha iniziato a convincersi del fatto che la tradissi, magari con una delle mie amiche, è diventata gelosa, ossessiva. Alla fine non ho sopportato più la cosa e l'ho lasciata. Ce ne siamo dette di cotte e di crude."
"Ed era così? La tradivi?"
"No! No, non la tradivo..."
"Però prima mi hai detto che stavi per andare a letto con Normani qualche anno fa. È stato mentre stavate insieme?"
"No, ci eravamo lasciate in quel periodo, è stato quando dovevo decidere se stare con lei o con loro. Io non tradisco, Camz. Non sono quel tipo di persona. Dopo qualche settimana siamo tornate insieme, più innamorate di prima."
"Ok, scusa se te l'ho chiesto. Non volevo essere impicciona, ma solo saperne di più."
"È tutto ok. Puoi chiedermi quello che vuoi..."
"Vi siete lasciate da molto?"
"Qualche mese."
"Non deve essere stata una cosa pacifica. Pensi che possa essere stata lei a farti del male?" Camila percepì un silenzio discretamente lungo, poi un sospiro e infine la risposta di Lauren.
"No, io non credo. Lucy mi amava davvero, e per quanto possa contare anche io l'amavo. Forse era solo il momento sbagliato per stare insieme."
"Capisco." Annuì la cubana, sentendo una strana fitta nel petto. Continuò a guidare, immersa nei suoi pensieri, seguendo le indicazioni dell'altra, fino ad arrivare a un complesso di appartamenti. Parcheggiò e scesero dall'automobile.
"Il cognome sul citofono è Vives."
Camila schiacciò il pulsante, aspettando che qualcuno rispondesse. Attese quasi un minuto, poi si accese una lucina e sentì la voce che le chiedeva chi fosse.
"Sono Camila Cabello e ho bisogno di parlarle."
"Non compro nulla. Vada via." La lucina si spense e la cubana alzò gli occhi al cielo, frustrata. Schiacciò nuovamente il pulsante, aspettando di nuovo che si accendesse la lucina.
"Devo chiamare la polizia?" Rispose la donna dall'altra parte.
"Mio Dio, che simpatia!" Mormorò tra sé e sé - e Lauren. "Non voglio venderle nulla, sono qui per Lauren. Lauren Jauregui." Il silenzio durò un bel po', solo la lucina le mostrava che la donna dall'altra parte non aveva chiuso nuovamente la comunicazione.
"Salga." Si sentì lo scatto della porta che si apriva, e Camila sentì scemare la tensione.
"Ok." Disse con voce autoritaria, entrando nel condominio. "Non farmi fare cose strane, io faccio le domande, se devi dirmi qualcosa aspetta che siamo fuori di qui. Parlami solo se strettamente necessario, capito Lo?"
"Si, Camz... Mi piaci quando sei autoritaria." La corvina aveva un tono di voce roco, Camila sentiva la malizia in quelle parole.
"Stupida." Mormorò, salendo in ascensore. "A che piano è?"
"Quarto."
Camila schiacciò il pulsante e aspettò in silenzio di arrivare al piano indicato. Le porte si aprirono, ma non ebbe bisogno di chiedere altre informazioni alla corvina, visto che una donna, che sembrava appena uscita da una rivista di moda, l'aspettava davanti ad una porta aperta. Era alta, magra, con lunghi capelli castani e un bel viso. Indossava degli short e una canotta, ed era estremamente sexy nonostante la sua semplicità. Poteva capire perché Lauren ne fosse stata innamorata.
"Entri." Le disse la donna dai capelli castani. Camila la seguì all'interno dell'abitazione, guardandosi intorno. L'ambiente era raffinato e molto ordinato. "È della polizia?"
"Non esattamente... Io... sto facendo delle ricerche per conto di alcune persone."
"Capisco... le sue amiche hanno ingaggiato un detective privato." Camila sorvolò sul ruolo che le aveva erroneamente addossato la mora, per concentrarsi su altro.
"Come fa a sapere che sono state le sue amiche? Non potrebbero essere stati i suoi genitori?"
"Hm. Ne dubito." La voce della mora indicava risentimento. "Quei due non avrebbero speso nemmeno un dollaro per Lauren, non dopo che l'hanno cacciata di casa."
"Lei crede che possano essere coinvolti nella morte di Lauren?"
"Sinceramente? Non credo, no. Non erano delle brutte persone, erano solo..."
"Omofobi?" La interruppe la cubana.
"Solo quando si trattava della loro bambina. Sapevano di me da anni, e mi hanno sempre accettata e trattata bene. Non sapevano che io e Lauren eravamo una coppia, credevano che fossi solo una delle sue migliori amiche. Quando alla fine del liceo abbiamo deciso di fare coming out come coppia, e quindi Lauren come lesbica, loro hanno... l'hanno semplicemente rinnegata. Non erano arrabbiati, erano... delusi."
"Potrebbe essere un movente." Rifletté la cubana.
"Quando li conoscerà, si renderà conto che sono delle brave persone in fin dei conti. Io credo che si siano pentiti di aver allontanato la propria figlia dalla famiglia, ma che non abbiano risolto le cose solo per orgoglio. I suoi fratelli la amavano incondizionatamente, e Lauren... per lei erano la sua vita. Ma dopo quel litigio non ha potuto più vederli."
"Cavolo. Lucy, mi sa dire se c'era qualcuno, oltre ai genitori di Lauren, con dei risentimenti verso di lei?"
"Beh, qualche ragazzo che ci aveva provato con lei, ma non credo che qualcuno di loro possa essere capace di quello..."
"Invece... Lei..." Lucy la fulminò con lo sguardo.
"Cosa? Sta davvero per chiedermi se ho ucciso la donna della mia vita? Quella che amavo più di qualsiasi altra persona al mondo?" I suoi occhi si riempirono di lacrime, che trattenne a stento.
"Non è stata lei, so che non sta mentendo."
"Mi scusi, non avrei dovuto."
"No, lo capisco. Sta solo facendo il suo lavoro."
"Cosa crede che le sia accaduto?"
"Sinceramente? Non credo sia stato qualcosa di personale... forse una rapina finita male, si sarà trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato."
"Ok, grazie mille Lucy." Camila le tese la mano, che l'altra strinse rapidamente. "Mi dispiace per la sua perdita, si capisce che ci teneva ancora a Lauren."
"Si, l'amo ancora." Un paio di lacrime le rigarono il viso, e la ragazza si affrettò ad asciugarle. "Spero che troviate il suo assassino, e che marcisca in prigione per il resto della sua vita."
La cubana annuì, d'accordo col pensiero dell'altra. Si avviò verso la porta, bloccandosi a fissare una foto in cui Lucy abbracciava un'altra ragazza, le due si sorridevano con amore, fissandosi negli occhi. Capelli corvini, occhi verde smeraldo, labbra piene e perfette. Era lei. Le mancò il respiro, riconoscendo la ragazza nella foto come quella che aveva visto nel suo sogno.
"Qui io e Lauren eravamo follemente innamorate." Camila sentì di nuovo quella fitta al petto, mentre ascoltava le parole di Lucy. "Dio, era stupenda." La mora prese la cornice tra le mani, accarezzando il profilo di Lauren con il pollice, persa tra i suoi pensieri.
Camila si riscosse, scacciando momentaneamente i suoi pensieri e le sue sensazioni per congedarsi dalla donna che era ancora visibilmente innamorata del suo fantasma. Lanciò un'ultima occhiata all'immagine di Lauren, prima di uscire velocemente dalla porta e lasciare il condominio.
Raggiunse velocemente l'auto, nella quale salì, abbandonando il suo corpo esausto contro il sedile. Si passò una mano tra i capelli, facendo un respiro profondo, e pensando alla prossima mossa da fare.
"Dobbiamo andare dai tuoi genitori, Laur."
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Presenze - Camren
FanfictionL'omicidio di Lauren ha lasciato le sue amiche sconvolte, incredule... talmente tanto da spingerle a contattare una medium famosa, la signora Cabello, per cercare di catturare il responsabile. Ma del fantasma di Lauren se ne occuperà sua figlia, la...