Capitolo 10

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Un silenzio lungo e significativo si estese tra le due donne. Camila notò gli occhi della signora Jauregui intristirsi e velarsi leggermente di lacrime. La donna si prese un attimo per ricomporsi, prima di aprire di più la porta, facendosi da parte per lasciare entrare la sconosciuta. Si schiarì la voce prima di parlare.

"Prego, si accomodi signorina Cabello." L'ingresso affacciava direttamente in un grande salone, al centro del quale c'erano un divano, due poltroncine e un tavolinetto basso con qualche rivista e un po' di roba accumulata da parte.

"Mi chiami pure Camila, la prego. E grazie di avermi permesso di parlarle. So quanto questo argomento possa essere difficile per lei."

La madre di Lauren le fece cenno di sedersi sul divano, poi le rispose.

"Se io posso chiamarti Camila e darti del tu, allora tu puoi fare altrettanto. Chiamami Clara. E dubito che tu sappia quanto possa essere difficile per me parlare di questo. Ma prima di tutto le buone maniere. Posso offrirti qualcosa? Del the, del caffè, una bibita, acqua?"

"Caffè, grazie. Ne sono dipendente."

"Qualcosa in comune con Lolo." le disse allontanandosi in direzione della cucina. Il suo tono di voce mostrava in pieno la sua tristezza.

"Lolo, eh?"

"Non prendermi in giro, mi chiamava così quando ero piccola... erano anni che non sentivo questo soprannome dalle sue labbra."

"Sai, è carino. Credo che ti chiamerò così da ora in poi."

"Non ti azzardare, Camz."

"Ehi, tu hai un soprannome per me, e ora io ne ho uno per te... Ora sta' zitta, tua madre sta tornando."

Pochi attimi dopo, Clara ritornò con due tazze di caffè bollente su un vassoietto, con latte e zucchero a parte, che poggiò con grazia sul tavolinetto di fronte a loro. Camila la ringraziò prima di servirsi.

"È sola in casa?"

"Si, mio marito è a lavoro, e Chris e Tay sono all'università."

"Ok, quindi... da quanto tempo non parlavate con Lauren, lei e la sua famiglia?"

"Da quanto? Da quando ha fatto coming out e si è fidanzata con Lucy. O meglio, stavano già insieme, e noi lo abbiamo scoperto solo dopo. Credo che la nostra brusca reazione sia dovuta al fatto di esserci sentiti presi in giro."

"Posso capirlo. Non avete mai pensato di riallacciare i rapporti con lei, dopo che la rabbia era passata?"

"Si, volevamo farlo, ma poi..." Clara indugiò, indecisa.

"Poi cosa?"

"Poi cosa?"

"Successe una cosa con nostro figlio, e siamo stati totalmente presi da lui. Credevamo di avere più tempo per poter sistemare le cose con Lauren."

"Cosa è successo a Chris?" Chiese preoccupata la corvina. Camila ripeté la domanda, anche lei interessata.

"Si tratta di qualcosa di privato, Camila, scusami." La donna chiarì con fermezza che non avrebbe parlato di quella cosa.

"Ma sta bene?"

"Certo, la capisco Clara. Spero che lui stia bene, comunque." La domanda fu leggermente mascherata.

"Ora si." La donna fece un respiro profondo. "Sa, i ragazzi sono sempre così... ingestibili, soprattutto durante l'adolescenza."

"Ha perfettamente ragione. Quindi nessuno della sua famiglia ha più avuto contatti con Lauren?"

"No, nessuno. La cosa successiva che abbiamo saputo di lei, era quello che le era capitato." Mentre ne parlava la voce si ruppe un po'. "La mia bambina non c'è più, e io non mi perdonerò mai di averla allontanata." Le sfuggì una singola lacrima, che asciugò subito.

Camila prese la mano di Clara, poggiata sulle sue gambe, per consolarla. Non riuscì a dire nulla perché subito interrotta da una voce maschile, non molto amichevole.

"Togli le mani di dosso a mia madre, subito."

Camila ritrasse immediatamente la mano, spaventata dal tono del ragazzo, mentre Clara si alzava dal divano. All'ingresso, un ragazzo sui venti anni, alto e muscoloso, con una barba folta, la fissava con ira. Camila capì subito che si trattava di Chris, il fratello di Lauren. Aveva una figura imponente, che Camila non si aspettava.

"Chris, tesoro. Camila è qui per parlare di Lauren."

Il ragazzo la guardò con sospetto.

"Dopo tutto questo tempo? Non avete fatto un cazzo finora, vuoi farci credere che avete iniziato a fare il vostro lavoro?"

Camila balbettò, confusa. Non sapeva proprio cosa dire, e sentiva che una singola parola sbagliata avrebbe potuto far precipitare la situazione. Si sentiva di colpo agitata e preoccupata.

"Non mi sembri una poliziotta. La macchina scassata qui fuori di sicuro non è di un poliziotto. Chi diavolo sei?"

"S-sono Camila Cabello e sto indagando..." Il ragazzo la interruppe di nuovo.

"Cosa sei un detective privato? Fammi vedere i tuoi documenti." Si avvicinò minaccioso a Camila che nel mentre si era alzata e aveva fatto un passo indietro.

"Chris, tesoro, datti una calmata." La madre cercò di far ragionare il ragazzo.

"Christopher smettila, che diavolo stai facendo?"

"O sei una giornalista? Si, mi sembri proprio uno di quei dannati ficcanaso. Fuori di qui, subito!" Le urlò in faccia, rosso dalla rabbia, sovrastandola di almeno trenta centimetri.

"Chris, ora basta." La madre cercò di allontanare il ragazzo da una Camila evidentemente spaventata. "Camila, credo che sia ora che tu vada." La donna la congedò con gentilezza, per quanto possibile, mettendosi tra lei e suo figlio.

"Esci di qui, Camz. Non so cosa gli sia venuto, ma voglio che tu esca immediatamente."

"Tranquilla Clara, vado via. Grazie mille, comunque. Christopher." Disse, in forma di saluto. Vide il ragazzo, un giovane uomo in realtà, digrignare la mascella, innervosito. Uscì dalla casa, riprendendo a respirare correttamente solo quando fu in macchina, e si stava allontanando da casa Jauregui. Le mani ancora le tremavano dalla paura che le aveva messo addosso il fratello di Lauren.

"Simpatico, tuo fratello, eh?" Ironizzò Camila, quando finalmente ritrovò un po' di compostezza.

"Non riesco a capire cosa sia successo. Lui è sempre stato così dolce, disponibile. Quel comportamento non è assolutamente da lui. Aggredirti in quel modo!" 

"Credo che sia sentito minacciato. Può darsi che quello che ti è successo l'abbia reso iperprotettivo nei confronti del resto della vostra famiglia. In fin dei conti, ha trovato una completa estranea insieme a tua madre." Camila tentò di razionalizzare la reazione del ragazzo, ma dentro di sé provava una strana sensazione. Fermò l'auto.

"Lauren, voglio che tu vada in casa tua e veda cosa sta accadendo, ora."

"Ma Camz..."

"Torna immediatamente lì, è un ordine. Torna da me quando la situazione si sarà calmata."

Camila sentì una sgradevole sensazione di vuoto nello stomaco. Lauren non era più con lei, lo sapeva per certo. Rimise l'auto in moto, tornando lentamente verso casa e rimuginando. Il fratello di Lauren in quel momento era il primo, nonché l'unico, nella lista dei suoi sospetti.


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