1. Cinque minuti

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"Ferro, non mi aspettavo di vederla puntuale il primo giorno di scuola. Devo cominciare a credere nei miracoli o dare il merito alla fanciulla che vedo qui insieme a lei?"

Manuel non avrebbe mai voluto incontrare il professor Lombardi alle otto meno cinque di mattina nei corridoi della sua scuola, ma a quanto pare l'universo ce l'ha con lui e vuole dirgli che se il buon giorno si vede dal mattino, questa sarà una giornata da cancellare.

"Buongiorno pure a lei, professò" risponde, con un sospiro. "Tutta sta ironia de prima mattina non me l'aspettavo. Me coglie impreparato."

"È ovviamente merito mio, prof" interviene Viola, per evitare che suo fratello si becchi una nota ancora prima di iniziare il primo giorno di scuola. "Manuel ha dormito da me e siamo venuti a scuola insieme, ma le prometto che cercherò di contagiarlo con la mia puntualità."

"Pe carità" sussurra Manuel. "Ce vediamo dopo, professò. Ossequi" aggiunge, spingendo poi la sedia a rotelle di sua sorella per allontanarsi il più possibile da quello che è, senza ombra di dubbio, l'insegnante che detesta di più da sempre.

"Manuel" lo rimprovera Viola.

"No, to giuro, non lo posso regge de prima mattina" risponde Manuel, innervosito, continuando a spingere la carrozzina attraverso il corridoio. "Piuttosto, il fidanzato tuo ndo sta? Glie devo chiede na cosa."

"Cosa?"

"Na cosa."

"Manuel."

"Oh ma perché ogni volta che nomino Ryan te metti paura?"

"Forse perché quando ci hai beccato a limonare in spiaggia due settimane fa lo hai, tipo, minacciato? Devi lasciarlo in pace."

"Non capisci niente, me sta simpatico. Solo non me va giù che se scopa mia sorella, è n'artro discorso."

"Eh, certo. Che gli vuoi chiedere, allora?" la domanda di Viola rimane sospesa nel vuoto, quando imboccano il corridoio che porta alla loro classe e proprio lì in fondo, vicino al distributore, vedono Simone e Ryan che parlano mentre bevono un caffè. "Come sta Simone? Te lo volevo chiedere a casa ma papà ieri non la smetteva un secondo di parlare."

Manuel inchioda la carrozzina a questa domanda. "Eh, 'nsomma. Me sa che c'ha ancora quell'imbecille de Mimmo in testa."

"Cavolo, mi dispiace per lui però. Credi che Mimmo non possa tornare?"

"Spero di no?"

"Manuel!"

"No, Manuel che?" le chiede lui, parandosi davanti a lei per guardarla. "Che prospettiva de vita glie po da Mimmo a Simone? Non fa pe lui e basta, se lo deve toglie dalla capoccia."

"Manu, anche Ryan non sembrava il partito ideale, sai? Poi l'ho conosciuto e si è rivelato meraviglioso."

"Almeno non è finito dentro."

"Disse quello che non ci è finito perché ha avuto culo" risponde Viola. "Da quello che mi hai raccontato di due anni fa, tu non sei stato uno stinco di santo, eh."

"Oh, ma che c'entro io mo? Mica me la faccio co' Simone, semo solo amici."

"Non è quello il punto ma ok, lascia perdere. Mi dispiace davvero che stia ancora male, hai qualcosa in mente?"

"Eh, de questo volevo parlà con Ryan" risponde Manuel. "Ho promesso a Simone de starglie vicino quando so andato a prenderlo a Glasgow, quindi me devo ingegnà pe farlo riprende prima che ce scappa de nuovo."

"Ciao raga" li saluta Laura, spuntando alle loro spalle.

"Ciao Laurè."

"Laura! Proprio te cercavo" risponde Viola, per poi voltarsi verso suo fratello. "Vai a fare quello che devi, io rimango qua a parlare di una cosa con lei."

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