15. Cascasse il mondo

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"Simò è tutto 'nutile, basta."

"Ma che significa è tutto inutile, Manuel. Non hai alternative."

"Ma che significa non hai alternative. Ce l'ho."

"Sì e chi mandi a fare l'esame alla maturità? Un tuo figurante?"

"No ma me fai copià tu."

"Sì e al compito in classe di domani?"

"Uguale. Squadra che vince non se cambia."

Simone si lascia andare all'ennesimo sospiro, mentre Manuel lo guarda con il suo solito sorrisetto compiaciuto che ora gli bacerebbe via volentieri, se soltanto qui sul portico fossero da soli e Anita non fosse sulla sedia a dondolo a giusto un paio di metri da loro.

"Manu, devi cercare di capire qualcosa" continua, spingendo il libro di matematica nella sua direzione e preparandosi a ricominciare a spiegargli lo stesso concetto tutto daccapo. "La matematica è istintiva. Devi solo trovare la chiave, una volta che lo avrai fatto, sarà tutto più semplice. E ti giuro, è così bello essere in grado di dare una soluzione a tutti i problemi."

Manuel lo guarda per niente convinto. "Simò ma che cazzo me ne frega de dà la soluzione alla roba de matematica. Già non 'e riesco a trovà pe la vita mia, figurate n'po'."

"Manuel, fai il bravo" lo riprende sua madre, con tono di rimprovero. "Piuttosto, sii grato a tuo fratello che te sta a dà 'na mano."

Oddio, ora Manuel vuole solo vomitare. "Mà ma perché non te vai a mette n'po' sul letto? Dovresti sta a riposo."

"Ci sto a riposo, Manu. Mica sto a fa qualcosa."

"Stai a guardà noi che famo matematica. Io me stancherei pure così."

"E dai, lasciala stare" interviene Simone, guardandolo con insistenza. "Smettila di usare scuse per distrarti e studia, altrimenti tra un anno io sarò chissà dove in qualche parte del mondo e tu ancora qui a finire l'ultimo anno di scuola."

Manuel lo guarda mezzo incredulo e mezzo divertito. "Te piacerebbe, eh. Magari te trovi pure n'australiano pieno de muscoli."

"Che c'entra mo un'australiano?"

"Boh. Quelli stanno n'po' dappertutto."

"Dici? Secondo me stanno, tipo, in Australia" la butta lì Simone. "Studia e smettila di perdere tempo, capra che non sei altro."

Il loro dibattito acceso viene interrotto da Anita che tira su con il naso e, entrambi ragazzi, nel voltarsi la vedono lì sulla sedia a dondolo, con una mano sul pancione e le lacrime agli occhi.

"Mà, che te succede?" gli chiede Manuel, preoccupato. "Chiamo l'ambulanza - "

"No, ma che ambulanza" risponde Anita, asciugandosi una lacrima sfuggita al suo controllo. "Solo che... me piace così tanto vederve assieme. Voi due che fate i compiti, io qua sul punto de partorì, tra poche settimane ce sta pure la bambina co noi. Siamo proprio una famiglia. Non so nemmeno perché piango."

Manuel e Simone si scambiano uno sguardo confuso, ma prima che Manuel possa dire qualcosa di sbagliato, Simone è il primo a prendere parola. "Sono gli ormoni della gravidanza, è normale, credo."

"Te che ne sai?" gli chiede Manuel. "Ce sei passato pure tu?"

"Imbecille. Non hai mai guardato un film?"

"Quelli da checca che te vedi te? No, me dispiace - "

Manuel si zittisce quando Simone gli dà un calcio sotto al tavolo.

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