16. Sul filo di un rasoio

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A Federica,
per sempre,
ovunque tu sia








Manuel posa le sue chiavi sul mobile all'ingresso e si chiude la porta alle spalle, mentre entra nella villa di suo padre e si guarda intorno, alla ricerca di un'anima che venga ad accoglierlo: sua sorella, la donna delle pulizie, Nicola che, qualche volta, preferisce portare il lavoro a casa.

"Nicò, ce stai?" chiede, salendo le scale che portano al piano superiore. "Viò? Sei n'casa?"

Arriva alla camera di sua sorella e bussa alla porta, ma quando in risposta non sente altro che un singhiozzo, decide di aprire senza aspettare un permesso da parte di Viola che, conoscendola, non sarebbe certamente arrivato.

E infatti, entrando in camera sua, la trova lì rannicchiata sul letto e con l'aria di chi sta piangendo da un bel po'.

"Viò" sussurra, scalciando via le scarpe e precipitandosi sul letto accanto a lei. La abbraccia subito da dietro e le da un bacio tra i capelli. "Oh, che t'è successo?"

"Ryan - Ryan se ne va" singhiozza Viola, asciugandosi le lacrime dal viso.

"Eh? Che stai a dì?"

Viola cerca di darsi un contegno, mentre Manuel la lascia andare e lei ne approfitta per girarsi e stendersi di schiena, con lo sguardo rivolto al soffitto. "Ha ricevuto una proposta da Milano, Manu. Potrebbe - potrebbe cominciare a giocare nella Primavera dell'inter, se lo prendono."

"Seh, vabbè. È arrivato Walter Zenga."

"Manuel" lo riprende Viola, con tono di rimprovero. "Guarda che è una cosa seria."

"Ok, sì, ma non è detto che lo pigliano. Senza offesa, ma - Inter? Secondo te stanno aspettà a lui? E poi, pe sape, quando dovrebbe partì pe fa sto provino?"

"Tra qualche settimana lo richiamano loro. Se lo prendono, può cominciare subito dopo la maturità."

"E stamo ancora a febbraio. Mancano n'botto de mesi, eh."

"Mica così tanti" mormora Viola, mettendosi seduta e poggiando la schiena contro il muro. "E poi... devo sperare che lo prendano, Manu. Non posso essere così egoista da augurarmi il contrario. Solo che - io lo amo davvero tanto e so già che si dimenticherà presto di questa sfigata sulla sedia a rotelle quando sarà circondato da bellissime ragazze, con gambe lunghissime e - "

"Gesù, Viò, che discorsi der cazzo" la interrompe Manuel. "Mi costa ammetterlo ma Ryan non c'ha occhi che pe te, è inquietante. E fidate, l'ho messo alla prova n'botto de volte in 'sti mesi. L'ho portato pure nel locale gay e perfino io ho ceduto, lui no."

Viola lo guarda divertita. "Perfino tu? Sei bisessuale, Manuel."

Suo fratello, di tutta risposta, si congela qualche secondo. "Ah, già. Ogni tanto me scordo."

"Cretino."

"No, so' serio. Se se scorda de te, significa che è solo n'coglione. Ma tanto lo sai pure te che 'sta roba della sedia a rotelle... lui non ce pensa manco più, Viò. Te ama così come sei."

E sì, Manuel ha ragione, Viola lo sa troppo bene: l'unica persona che ne sta facendo un problema, in questo momento, è soltanto lei. Forse perché è l'unico modo che conosce per giustificare il fatto che la distanza potrebbe non far funzionare le cose e che potrebbe perdere Ryan, per permettergli di inseguire il suo sogno di diventare un calciatore.

"Cavolo, oramai sei diventato un sentimentale" gli dice Viola, guardandolo con affetto.

"No, forse... n'po' te capisco. Pur'io non so se sarò promosso quest'anno e se Simone se ne va all'università chissà dove... semo sulla stessa barca, sorè."

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