Capitolo 4

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-'Cause you make me feel like I'm living a teenage dream- Stephen Dawes

Sono le sette del mattino. Non ho dormito per tutta la notte anche se il motivo non so bene quale fosse. Suona la sveglia di mia sorella, ovvero parte la canzone "Baby" di Justin Bieber a tutto volume. Prima che mia sorella la scegliesse come sveglia, quella canzone mi piaceva, ma inutile dire adesso la odio!

-Lottie spegni quel coso!- le urlo dalla mia stanza.

-ooooooh ciccio calmati che è appena iniziata la canzone! Dammi almeno il tempo di scendere dal letto!- mi risponde lei. Quanto affetto tra me e lei. Scendo di malavoglia dal letto e mi dirigo verso la cucina. I pancake sono già pronti e pure la spremuta d'arancia. Sul tavolo c'è anche un biglietto che dice "ciao ragazzi, io e vostro padre abbiamo avuto un problema con il lavoro e quindi staremo fuori fino a domenica sera. Con tanto affetto, mamma". Perfetto, dovrò fare da babysitter a Lottie e oddio? Come farò per la prima partita di campionato che tra l'altro è oggi pomeriggio?

Arriva anche mia sorella in cucina. Caspita adesso che mi viene in mente dovrò accompagnarla a scuola stamattina. Lei è già pronta: vestita, truccata, e vabbè tutte quel altre robe da ragazze. Io sono ancora in pigiama. Per fortuna lei è al primo anno della John Adams e quindi non la devo portare tanto in giro per la scuola.

-Senti, stamattina vieni con me a scuola- le dico.

-Non c'era la regola "tu a scuola non sei mia sorella" scusa?-mi risponde addentando un pezzo di pane con una quantità indescrivibile di burro d'arachidi spalmato sopra. Quanto la odio quando fa così.

-Si, ma mamma e papà non ci sono quindi vieni a scuola con me che non voglio casini. E oggi pomeriggio scordati di uscire. Verrai alla mia partita.-

-Uffa. Ma non hai nient'altro di noioso che mi puoi dare da fare?-

La ignoro e corro su per le scale fino in camera mia per cambiarmi. Felpa della scuola, maglietta semplice e jeans neri. A cambiarmi ci metto due secondi, ci metto tre ore solo per i capelli. Questa mattina non hanno proprio intenzione di farsi pettinarsi. Alle sette e tre quarti dopo diverse imprecazioni per i capelli sono in macchina con mia sorella diretto verso scuola.

Arrivato faccio appena in tempo a scendere dalla macchina che arrivano tutti i miei amici e compagni di squadra. Quest'anno Zayn si è rifiutato di fare il capitano, quindi sarò io a guidare la nostra squadra verso la vittoria.

-Ehi capitano pronto per la partita di oggi?- mi saluta subito Luke. Tutti gli altri i si mettono in torno e ridiamo e scherziamo. Mia sorella si fa spazio tra quella piccola folla e mi si para davanti a braccia incrociate. Lei è un po' più bassa di me quindi la scena che ho davanti è un po' ridicola.

-Io adesso vado, poi torno a casa da sola. Non provare a ribattere- mi dice. Un uuuu parte dal gruppo. Quanto sanno essere scemi a volte. Lottie fa girare gli occhi e continua -poi verrò a vedere la tua stupida partita ma solo a patto che mi accompagni te-.

-Ok sorellina- le rispondo. Faccio per abbracciarla per scherzo ma lei si sposta.

-E non chiamarmi sorellina- controbatte.

-Ok tesorino- le rispondo per prenderla in giro.

-Coglione-

-Rompi palle-. Lei si gira e se ne va verso l'ingresso della scuola. Zayn le urla dietro:- Ciao piccola Tommo! Ci vediamo più tardi!- e tutti la salutano. Lei senza girarsi urla:- Contaci Malik!- e sparisce dentro scuola

-Bel caratterino tua sorella, Tommo- mi dice Zayn girandosi verso di me. Annuisco con la testa ridacchiando leggermente, Lottie sa farsi valere e adorare quando vuole. Iniziamo ad entrare a scuola ma io resto dietro rispetto agli altri. Loro non se ne accorgono nemmeno.

forever you and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora