Il mio cuore batte forte. Harry zoppica nel camerino. Vorrei poter correre da lui, ma sarebbe troppo strano. Ma non posso fingere che non mi importi affatto. Forse quel bacio in macchina è stata solo una cosa momentanea, da provare. O forse era solo uno scherzo. Uno scherzo orribile. Perché dovremmo baciarci dopo poco tempo che ci conosciamo? Cosa mi ha fatto aprire così tanto a una persona? Che casino. Resto sugli spalti cercando di ignorarlo mentre continuo a ridere e scherzare con gli altri. Ma ho solo Harry nella mia testa e anche le barzellette e gli scherzi di altre persone sono solo sullo sfondo. In realtà in questo momento rido solo per soddisfare. Rido solo per comportarmi come al solito. Rido e di conseguenza sembro ancora sottomesso in un certo senso. Rido per non essere diverso. Rido perché non voglio che nessuno si preoccupi per me. Rido solo perché non voglio sembrare diverso agli occhi degli altri.
Verso la fine dell'ora con la scusa di andare a prendermi qualcosa da bere, riesco ad andarmene. Prima d'ora non avevo mai abbandonato (si fa per dire) i miei amici. Ma ora che c'è Harry tutto è cambiato. Si è preso la mia vita sconvolgendo i miei dubbi e le mie certezze. Ha ridefinito ciò che pensavo di sapere su me stesso. Due settimane, niente di più ma ha già fatto tutto questo.
Vado in infermeria. La signora Bennett, un'anziana signora del Mississippi, sta riordinando un'enorme pila di fogli appesi sopra la sua scrivania. I suoi grandi occhiali rotondi le cadono sul naso facendola imprecare. Non mi ha ancora notato.
-Uhm, mi scusi, Miss Bennett- comincio. In meno di un secondo si alza aggiustandosi con le mani la lunga gonna rosa cipria. I suoi occhiali le scivolano di nuovo sul naso facendola imprecare di nuovo. Incrocia le mani davanti a sé facendo tintinnare tutti i suoi braccialetti.
-Buon Dio, signor Tomlinson. Cosa ti porta qui prima della partita?-
-Non sei felice di vedermi in questo momento?-
-Mai detto diversamente, signor Tomlinson-. risponde sorridendo. Da quante volte sono stato in infermeria ora con la signora Bennett ho stretto amicizia.
-Chi sei venuto a cercare?-mi chiede.
-Non posso essere solo venuto a salutarti?- rispondo ridacchiando.
-Non credo. Vieni sempre a cercare qualcuno quando non sei tu che ti sei fatto male.-
- In effetti hai ragione. Prima di andare dal mio amico, potrei avere un biscotto?-
-Curioso che tu me lo chieda visto che di solito non lo fai mai- risponde ironica. -Ma sì, Louis, puoi prenderne uno.- Vado verso il suo barattolo di biscotti, è blu con sopra dei fiori bianchi. Un po' carino immagino. Prendo un biscotto con gocce di cioccolato e dico:
- Harry Styles è stato qui? L'ho visto zoppicare e volevo solo sapere se stava bene, sai.-
-Oh, se n'è appena andato, stava per andare da Liam Payne per un passaggio a casa.- Risponde lei.
-Sai che classe ha adesso?- chiedo e addento il mio biscotto mentre aspetto impaziente una risposta.
-Il ragazzo riccio ha detto che aveva matematica-
-Va bene!- dico e comincio ad uscire dalla stanza. - Grazie, signora. Bennett!- Un ampio sorriso si diffuse sul suo viso mentre la salutavo con la mano. Corro verso l'aula di matematica in cui ho visto l'ultima volta Liam fare lezione. Quando arrivo alla porta vedo una figura alta con una zazzera di capelli ricci.
-Harry!- urlo più forte del previsto. Si gira frettolosamente con un'espressione sorpresa sul volto.
-Louis, che ci fai qui?- chiede e si aggiusta i capelli.
-Ehm...- balbetto - Volevo solo, sai, controllare che stessi bene.-
-Ehm...- dice e abbassa lo sguardo a terra. -Mi sono solo fatto male al ginocchio, ma sto bene!- insiste.
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forever you and me
FanfictionLouis frequenta il suo ultimo anno di liceo alla John Adams School. Tutto nella sua vita è perfetto (o quasi). Fa parte della squadra di football della scuola, è super popolare e ha i migliori amici che chiunque possa desiderare. Il quasi perfetto p...