13. Kisses and Misunderstandings.

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Prima di leggere il capitolo, vi prego di mettere la stellina per incoraggiamento a continuare.⭐️🔥

"Non mi aspetto niente, ma se ti va sorprendimi

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"Non mi aspetto niente, ma se ti va sorprendimi."

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Ci stiamo baciando.

Di questa serata mi aspettavo di tutto, perfino un apocalisse, ma non un bacio con Alexander Wolf.

Soprattutto non un bacio del genere.

Mi sento le labbra gonfie e molto probabilmente non ho più il rossetto.

Dopo esserci staccati per riprendere fiato, restiamo circa un'ora fermi tra la folla, a guardarci.

Mi sento così strana quando c'è lui di mezzo.

Perché? Non capisco.

Veniamo interrotti da Ruby che mi dice che all'ingresso qualcuno mi cerca.

Così mi incammino e lui viene insieme a me.

Le nostre famiglie si sono accomodati nei primi tavolini vicino l'entrata. E appena ci vedono, ci guardano con aria interrogativa.

<Che succede?> Chiedo accigliata.

<Kon'nichiwa, watashi no chīsana doragondesu.> "Ciao mio piccolo drago." Una voce dietro di me mi fa sussultare. Lui è qui.

Mi volto e sorrido.

Sento lo sguardo della mia famiglia e quello di Alexander addosso. Ma li ignoro e mi avvicino al signor Nakayama e ci inchiniamo in segno di saluto.

<Sensei, kitekurete ureshī yo> "Sono felice che tu sia qui Sensei." Gli dico.

<Stai molto bene con questo abito mia cara.> Mi dice questa volta nella lingua comune, credo che abbia notato le occhiate che la mia famiglia ci sta mandando.
<Vi ringrazio Sensei.>

Mi avvicino alla mia famiglia e gli dico <Sensei, questo è mio padre Adonis Reed.> Ma mio padre sa già chi è il signor Nakayama, ne sono sicura.

Infatti me lo conferma subito <Noi già ci conosciamo cara.> Continua il sensei <Adonis Reed è un piacere rivederti.> Dice rivolgendosi a mio padre.

Mio padre fa un passo avanti e dice <Quanto tempo Signor Nakayama. Mi chiedo come faccia a conoscere mia figlia.> Cazzo.

Il signor Nakayama rivolge un piccolo sorriso a mio padre e si gira verso di me <Ho preso sotto la mia ala Iris, 5 anni fa. Non so se lo sai ma i suoi locali si trovano nel mio territorio e l'ho conosciuta così.>

<Che significa che l'hai presa sotto la tua ala?> Gli chiede mio padre.

<Quello che significa è che 5 anni fa, quando è entrata nel mio casinò per chiedere il permesso per aprire il suo locale, sapevo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per ottenere quella firma. Mi è piaciuta la sua fermezza nel chiedere quella firma nonostante sapesse chi fossi. E sapeva che potevo farla fuori in qualsiasi istante. Ma questo non l'ha fermata. Perciò ho apprezzato il suo coraggio e ho deciso di prenderla sotto la mia ala e insegnargli tutto ciò che avevo da offrire.> E si volta verso di me regalandomi un sorriso.

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