𝐈𝐧𝐭𝐫𝐨𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞

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Era una brutta giornata.
Tutte le giornate erano brutte se c'era di mezzo l'Università. Il secondo anno alla facoltà di Lettere e Filosofia di Birkbeck, Londra, era appena iniziato.
Aziraphale si coprì la testa con la borsa a tracolla, correndo tra le pozzanghere di pioggia già formatesi tra i fossi dell'asfalto.
«Santo Cielo, Santo Cielo...»
Ripeteva come un mantra, ogni qualvolta i suoi calzini si bagnavano. L'Università sembrava così lontana in quel momento che gli venne quasi da imprecare, gesto che non commetteva quasi mai, rispetto ai suoi coetanei.
Quando la sera precedente aveva ordinatamente riposto i suoi libri di testo nella borsa, aveva scordato di aggiungere l'ombrello e giacché viveva a pochi passi dall'Università, gli era sembrato futile usufruire dell'autobus. Grave errore. Sembrava quasi che l'𝐎𝐍𝐍𝐈𝐏𝐎𝐓𝐄𝐍𝐓𝐄, ammesso che esistesse, si stesse prendendo gioco di lui.
Il pensiero gli fece alzare lo sguardo verso la distesa di nubi ammassate, assumendo un'espressione indispettita. Di tutta risposta gli finì una goccia d'acqua nell'occhio celeste, che lo costrinse a strizzarlo con un mugugno. Se lo massaggiò brevemente col pugno chiuso, prima di venire attirato dal suono di un clacson.
«Oh?» Fece un passo verso quella che sembrava un'auto d'epoca, non che s'intendesse di queste ultime, ma non poteva negare che fosse bella. Il finestrino si abbassò. Sbucò fuori un braccio coperto da quello che sembrava un cappotto nero. La figura alla guida presentava capelli rosso fuoco di media lunghezza, il tatuaggio di un serpente sulla tempia ed un paio di occhiali da sole. «Ti serve un passaggio?» Chiese; nel pronunciare il serve, si lasciò sfuggire un sibilo.
«Professor...Crawley?» Sussurrò e sembrò una domanda rivolta a sé stesso.
«Crowley.» Sospirò l'altro, dopo averlo corretto.
«Oh, giusto...» Una risatina nervosa spezzò l'imbarazzante silenzio ch'era calato. D'un tratto sembrò ricordarsi del motivo per la quale si era originariamente avvicinato all'auto.
«Oh! Un passaggio non sarebbe male, grazie...ma è sicuro che sia...consono?» L'espressione del rosso non mutò di un millimetro. Si abbassò lievemente le lenti sul ponte del naso, rivelando due iridi ambrate. Dopodiché, buttò il capo di lato, indicando con esso il sedile del passeggero. Aziraphale sospirò, un po' intimorito, ma salì in macchina.
«Non bagnarla.» La sua che doveva essere una richiesta, era suonata come una minaccia. Aziraphale deglutì. Si sfilò velocemente il cappotto beige, macchiato d'acqua in svariati punti; lo piegò e lo ripose con cura nella borsa gocciolante, poggiata per terra, sul tappetino.
Si sistemò compostamente sul sedile, poggiandosi le mani sulle ginocchia accostate. Solo in quel momento sembrò essersi reso conto d'essere stato osservato dal suo professore tutto il tempo. Guardò il rosso al suo fianco con la coda dell'occhio, arrossendo sulle gote paffute. Crowley ricambiò lo sguardo con più sfacciataggine, poggiando una mano sul cambio, pronto a ripartire.
La presa salda, le dita affusolate che si stringevano attorno alla leva attirarono l'attenzione di Aziraphale, che iniziava a sentirsi invadere da un'ondata di calore. Diede la colpa al riscaldamento all'interno dell'auto e si sbottonò il colletto della camicia...poi la vide. D'oro. Lucida. Doppia. La fede all'anulare del suo professore. Non seppe spiegarsi il perché, ma quel dettaglio era bastato a metterlo di cattivo umore per il resto della mattinata.



AUTRICE:
Buonasera o buongiorno a tutti coloro che stanno leggendo questo capitolo, sono tornata. Questa FF verrà scritta e pubblicata nel momento in cui saprò se potrà essere apprezzata dai miei lettori, perciò eccovi uno spezzone di trama. Fatemi sapere con una stellina o un commentino se vi va di leggere il continuo ed io cercherò di accontentarvi. Si prospettano una trentina di capitoli circa e cercherò di essere precisa con i tempi. Buon anno a tutti. ❤️

Mr. Crowley's boy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora