Sofferenze

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L'impatto fu molto violento e stranamente non persi i sensi.
Il parabrezza si era frantumato in minuscoli pezzi di vetro che erano sparsi ovunque.
Piccoli pezzi di vetro mi avevano anche procurato diversi tagli sulle braccia.
Sentivo anche di avere un lungo taglio sulla guancia destra perché bruciava molto e sentivo l'odore del sangue invadermi le narici.
Per il resto sembrava che non ero messa molto male.
Avevo dolori un po' dappertutto dovuti all'impatto.
Forse un braccio rotto, ma non avevo sbattuto la testa ed ero ancora cosciente della situazione.
La macchina era tutta accartocciata e non avevo idea di come uscire di lì.
Ma dovevo farlo al più presto prima che il motore potesse esplodere.
Cercai di recuperare il telefono per chiamare Mark per farlo venire al più presto, visto che era l'unica persona che mi poteva aiutare.
Cominciai a sentire il fumo dell'incendio della casa, entrarmi nei polmoni e quindi mi venne una forte tosse a causa della mancata aria.
Dovevo mantenere la calma, perché in una situazione del gente ci voleva la testa, altrimenti non ne sarei uscita viva.
Cominciai a prendere a calci la vettura per vedere se riuscivo a provocare delle forature, ma niente da fare.
Provai quindi ad uscire dal parabrezza sfondato, ma ogni volta che mi muovevo era un rischio.
E inoltre era impossibile uscire anche da lì visto che il cofano ne impediva l'uscita.
Non sapevo più che fare e quello spazio stretto e chiuso mi fece venire l'ansia.
Non riuscivo a respirare, sentivo che ogni respiro diventava sempre più corto e che mi si infiammavano i polmoni.
Avevo la vista sfocata, ma riuscivo a vedere quello che mi serviva.
Grazie a dio qualcuno mi chiamò al cellulare e intuì fosse Mark.
Trovai il telefono e riuscì a rispondere.
- Ei Kendall, sei arrivata sana e salva?- chiese lui ridacchiando.
Cercai di parlare ma un forte colpo di tosse mi prese alla sprovvista e muovendo la mano un pezzo di vetro mi aprì la mano in due.
Un dolore atroce mi sconvolse e mi scappò un urlo alla vista della ferita.
-Kendall? Tutto bene?-
Mi ero dimenticata che lui era al telefono.
- Mark, Ho bisogno di aiuto.
Quelle dannate creature... ho fatto un incidente e sono bloccata.
Ma il motivo è che casa mia è in fiamme e dentro ci sono i miei genitori.
Sentivo quei maledetti..-
Dissi tutto il più veloce possibile per essere interrotta da un ulteriore colpo di tosse.
- Oh merda Kendall! Arrivo immediatamente!-
Era molto sconvolto e sentivo l'ansia e l'indecisione nella sua voce.
- Mark, non voglio che vieni da me, me la caverò ma voglio che salvi i miei, loro sono più in pericolo di me. Chiaro?-
Era quello che volevo davvero.
Non volevo perdere altre persone che amavo.
- Kendall...io..-
- Diavolo Mark! Fallo e basta! Me la caverò! Vai al 24 di Stayville, Ora!-
Possibile che non capisse la mia situazione?
- Okok, va bene. Ma tu chiama un ambulanza per l'amor di dio!-
Non avevo intenzione di chiamare i soccorsi ce l'avrei fatta da sola.
Almeno uscire.
Con tutta la forza che avevo in corpo sfondai con un paio di violenti calci il cofano
Così ebbi via libera per uscire.
Bingo.
Mentre uscivo, una piccola esplosione partì dal motore e mi fece perdere l'equilibrio facendomi cadere sull'asfalto con un colpo secco.
Non avevo molto tempo, mi dovevo allontanare.
Avevo molti dolori e facevo fatica a tirarmi anche solo seduta.
In lontananza sentì un auto sfrecciare nelle vie buie e desolate della città e dedussi fosse Mark.
Ma possibile che nessuno nei paraggi avesse sentito niente?
La testa mi pulsava e ogni taglio del mio corpo bruciava che se non ci fosse un domani e da alcuni usciva ancora del sangue.
Ma non era ancora finita, anzi, era solo l'inizio.
Dovevo ignorare ogni segnale del mio corpo e andare avanti, perché dovevo ancora tirare i miei fuori da quell'incendio.
Mi alzai, ma un dolore lancinante alla gamba destra mi fece cedere.
Mi sentivo stranamente molto debole e confusa, come se mi mancasse qualcosa.
Vidi Mark venirmi in contro correndo e come mi vide, lessi il panico nei suoi occhi.
- Oddio Kendall... Sei conciata malissimo...
Ma la cosa che mi preoccupa di più è questo.-
Seguì il suo indice con il mio sguardo e vidi una cosa della quale non mi ero accorta.
Avevo un pezzo di vetro abbastanza grande conficcato nel ventre, un po' più in alto del rene e poco più sotto al fegato.
Il pezzo bloccava la fuoriuscita di sangue e doveva essere in profondità, per quello non sentivo il dolore.
- Oh.. non me ne ero accorta, merda..- Gli dissi sincera. Ero molto spaventata di quella ferita.
- Lasciami qui, non pensare a me, tu va-
- Hai chiamato un ambulanza??- Chiese lui.
- Ehm... no. Il telefono è rimasto dentro-
Il telefono era veramente nell'auto, ma non avevo voluto chiamarli veramente.
- Dannazione Kendall! Tieni il mio-
Mi lanciò il suo telefono e si diresse velocemente verso la casa in parte in fiamme.
Dovevano essere ancora vivi.
Era colpa mia che non lo avevo avvisati del pericolo o non li avevo allontanati da me.
Ma non pensavo sarebbero tornati così in fretta quei piccoli bastardi.
Chiamai i soccorsi come desiderava.
- 911 qual'è l'emergenza?- disse l'operatore.
-Senta, è scoppiato un incendio al 24 di Stayville, io sono la proprietaria.
All'interno ci sono i miei genitori e sono dentro da circa 12 minuti.-
- Ok, cerchi di stare calma. Mando subito una squadra sul posto.
Ho bisogno di farle qualche domanda.
Lei si sente bene?-
- No, Ho fatto un incidente in macchina- risposi.
- Mi può descrivere i suoi danni fisici?-
Diavolo, com'era possibile perdere tutto quel tempo al telefono?
- Credo di avere un braccio rotto, diversi tagli sulle braccia e mani, dolori un po' ovunque e un pezzo di vetro conficcato in pancia. Qualcuno riesce a venire?- Gli dissi svelta.
Stavo cominciando a spazientirmi.
- Signorina, cerchi di rimanere calma in una posizione comoda. Stiamo mandando urgente un ambulanza visto i suoi danni fisici molto gravi. Preferisce rimanere al telefono con un operatore?-
- No, grazie. Ho compagnia qui. - mentì.
Riattaccai.
Mi alzai e zoppicando mi diressi nella casa in fiamme.
Sì, avevo intenzione di entrare e non mi interessava la possibilità di sopravvivere dovevo sapere che loro stavano bene.
Anche perché Mark ancora non era uscito e la cosa mi preoccupava.
Varcai la porta.
Il familiare suono acuto mi spaccò i timpani, segno che loro erano ancora lì.
Cercai di avanzare.
Questa volta era sopportabile, non erano molti.
Riuscivo a sentire e vedere le fiamme che divoravano e incenerivano ogni cosa.
Cominciai a guardare in giro e chiamai con tutta la voce che avevo in gola, Mark.
In lontananza, sentì venire da fuori delle sirene.
Il fumo mi stava consumando, mi mancava l'aria.
Inciampai in una trave di legno a terra e urlai nel momento in cui sentì il pezzo di vetro lacerarmi ancor di più la pelle, rovinandomi dentro.
Il sangue cominciò ad uscire velocemente e cercai in tutti i modi di tappare il taglio con le mani per evitare di dissanguarmi.
Non riuscivo più ad alzarmi.
Chiamai disperata i miei genitori.
Niente.
Mark.
Nulla.
Non ce la facevo più.
Ma dovevo rimanere sveglia e non perdere i sensi.
Mi guardai attorno per distrarmi.
La casa attorno a me veniva divorata dalle fiamme sempre di più.
Era irrecuperabile.
Risparmi di una vita perduti in pochi istanti.
Ad un certo punto vidi qualcuno avvicinarsi a me.
Era Mark.
Mi aiutò ad alzarmi molto lentamente, ma come vide lo stato della ferita, capì che per me era impossibile camminare.
Così mi prese in braccio e in pochi istanti mi portò fuori di lì.
Fuori c'erano i vigili del fuoco impegnati a spegnere il fuoco e un ambulanza con diversi operatori sanitari appena arrivati sul posto dell'incidente.
Quando videro me e Mark uscire, si diressero verso di noi correndo e il ragazzo mi lasciò nelle loro mani.
- Io sto bene, pensate a lei- disse Mark.
Venni posata sulla barella delicatamente e mi controllarono velocemente per vedere la situazione.
- Non abbiamo molto tempo, ci dobbiamo sbrigare a portarla in ospedale, è molto grave.-
Venni caricata sull'ambulanza e con me, fortunatamente, venne Mark.
-Mark..loro?- osai chiedere.
-Kendall.. io.. non li ho trovati- disse lui con tono basso.
-No, non è possibile..Io giuro che li ammazzo! Li ammazzo quei piccoli pezzi di merda!-
Stavo cominciando ad agitarmi e piangere ininterrottamente.
- Signorina, mantenga la calma per favore, i vigili sono ancora impegnati nella perlustrazione dell'edificio..-
-Nono.. non posso.. non posso!- Non era vero.
Non doveva essere vero.
-Dategli un tranquillizzante, fatela addormentare fino all'arrivo in ospedale!-  disse uno.
Vidi che mi inniettarono qualcosa per endovena e poi caddi in un sonno profondo.

La cacciatrice di incubiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora