Segreti

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-Posso creare una pozione che confonderà l'effetto del rintracciamento. Devo solo procurarmi gli ingredienti. - propose Jane.
Tutti eravamo sotto tensione per la situazione che si stava presentando, ma cercavano di ragionare nel modo più lucido e intelligente possibile, per non farci sgamare o ingannare dal nemico.
- Quindi dite che ci stanno già addosso? Ci stanno già spiando?- chiesi un po' agitata.
Mark prese parola.
-Può essere. Il problema maggiore è che non sappiamo chi sono. Potrebbero confondersi tra la folla, possono essere persone normali che conducono una vita normale. O possono essere addirittura persone che conosciamo. E questo non è il massimo, perché non sappiamo di chi fidarci.-
La situazione era molto fragile e più volevo annientare gli incubi e la setta malvagia, più erano gli ostacoli che si presentavano.
- C'è però un modo- intervenne Dan all'improvviso.
- Ho letto in un libro che c'è una pratica che permette di intercettare gli stregoni della Jagerfly tramite la loro magia. Però può essere pericoloso, non è mai stato provato che funzioni. Mio padre ha dei testi dove spiegano come imparare questo. E credo sarebbe molto utile a Kendall per mettersi in guardia.- concluse.
L'idea di imparare una nuova pratica mi terrorizzava un po'. Ma con Mark al mio fianco, ce l'avrei sicuramente fatta.
Le ragazze non intervenivano nella discussione, ascoltavano attentamente come se stessero prendendo appunti nella loro testa.
Jane nel frattempo stava anche scrivendo su un foglio tutti gli ingredienti per la pozione.
Stava venendo fuori una lista corposa.
Dan e Mark stavano discutendo animatamente come se da quello dipendesse la loro vita, anche se in effetti era proprio vero.
Nate e Kent invece bisbigliavano tra loro.
Restammo tutto il pomeriggio a discutere su come agire e organizzarci.
Jane completò la lista degli ingredienti e la diede a Mark
Dan consultò suo padre per sapere se poteva accedere alla sua biblioteca privata per i testi.
Madison e Nate consultarono diverse mappe per capire dove potessero essere possibili ritrovi dei Jagerfly.
Kent, Mark e io facemmo invece una lista delle armi più pericolose per gli incubi grazie a testi antichi.
Appena finimmo tutti, Mark si alzò e cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza.
- Ok allora - cominciò. - Faremo in questo modo: Io mi occuperò di recuperare gli ingredienti per la protezione. Dopo aver consultato dove si trovano, mi sono reso conto di conoscere bene il territorio. Voi due invece - e indicò le ragazze- vi occuperete di controllare i registri di ogni residente per capire se ce n'è qualcuno falso o strano e lo segnate. Quando tornerò creerete la pozione. Nate, Kent voi vi occuperete della produzione delle armi letali contro gli incubi. E Dan tu insegnerai a Kendall come intercettate gli stronzi. Tutto chiaro? -
Tutti annuirono in silenzio.
Senza neanche guardare, percepivo gli occhi di Jane e Madison su di me. Mi girai a guardarle e come immaginavo spostavano lo sguardo da me a Dan continuamente. Però ero sorpresa quanto loro.
Ma il Dan mi avrebbe fatto da istruttore? Il ragazzo misterioso?
Ero convinta che mi avrebbe insegnato Mark, perciò quando lo vidi che si stava preparando per andare via, lo raggiunsi.
- Ei-
Stava prendendo uno zaino stra colmo di roba e una borsa più piccola con diverse attrezzature da laboratorio.
-Ei Kendall, tutto ok?- chiese distratto.
Era deconcentrato sulla conversazione e su di me.
- Si si, ma... stai già andando?- Non feci in tempo a finire la frase che si stava mettendo lo zaino in spalla.
-Si, devo recuperare molti ingredienti e non ci metterò poco, è un lungo viaggio.-
Mi sembrava alquanto stupido andare ad avventurarsi nel bosco da solo.
- Vengo con te- gli proposi.
Subito si bloccò e mi guardò negli occhi.
- No, non puoi. Hai sentito cosa ho detto prima? Devi fare le lezioni con Dan-
C'era qualcosa che non andava. Era turbato, quasi impaurito. Cercai comunque di ignorare il tono che aveva usato.
- Non ti lascio andare da solo, Mark. E poi non ci metteremo tanto in due.- dissi decisa.
Mark tirò un lungo sospiro, quasi sembrava mi stesse dando il consenso di unirmi a lui.
Ma subito mi si avvicinò e sottovoce disse:
- Senti, starò bene. È che...devo andare da solo perché gli ingredienti li hanno persone che conosco e con le quali ho avuto dei trascorsi. E il viaggio è lungo, starò via 5 giorni se tutto va bene, tempo perso se tu venissi con me perché perderesti lezioni e saremmo svantaggiati. Con Dan starai bene, mi fido ciecamente di lui.-
Rimasi un po' delusa dalle sue parole, ma accettai comunque, a una condizione.
- Promettimi che mi scriverai ogni giorno che starai bene- Lui sorrise e mi diede un breve e intenso abbraccio.
- Te lo prometto- Poi prese le sue cose e sparì su per le scale.
Tornai dagli altri che stavano parlando allegramente.
-Eccolaaa- disse Jane.  - Vieni siediti qua- aggiunse e poi mi fece spazio tra lei  e Madison.
Subito mi offrirono un bicchierino che emanava un forte odore di alcool. Guardai interrogativamente le ragazze e Madison all'orecchio mi disse: - piccolo svago prima di metterci seriamente al lavoro-.
Sorrisi e anche se sapevo che non dovevo, accettai il bicchiere e mandai giù in un sorso il liquido, che si rivelò essere whisky.
-Wee, se continui così tra due bicchieri sei ubriaca- disse Dan. E subito mandò giù un sorso anche lui.
Risi e allora decisi di lasciarmi andare. Solo per quella sera.
- Mi stai per caso sfidando?- ribattei.
-Oooo- dissero le ragazze in coro. Dan sorrise.
- Beh se la metti così, si- disse lui.
- Ei Dan vacci piano, ricorda che è una ragazza.- scherzò Nate. Kent lì vicino, scoppiò a ridere.
Allora Dan versò un altro bicchiere e me lo porse. Le ragazze presero un bicchiere e bevvero anche loro.
Bevemmo per molto, dopo ben 6 bicchieri ero un po' brilla (almeno credo).
Mentre Dan ci era andato giù pesante. Avevo proprio perso il conto di quanti bicchieri si era fatto.
Invece verso metà serata, Nate era andato a fumare una sigaretta e appena rientrato aveva preso la sua roba e se n'era andato dicendo che doveva fare il buttafuori in un locale.

Ormai era notte, ma tutti ci divertivamo, cercando di dimenticare, almeno per un momento, la merda che ci circondava.
Vibrò il telefono. Non feci in tempo a vedere il messaggio che Madison me lo prese dalle mani.
-Uuuh Mark ci sta provando?- chiese scherzosamente.
-Perché non li hai visti prima! - aggiunse Jane.
Dan si era di colpo scurito. Mentre Kent era molto curioso.
- Davvero? Kendall non ci dici niente?- ribattè Madison.
Volevo subito chiarire che tra noi non c'era assolutamente niente, eravamo solo amici.
- Ma non c'è niente da dire. Mi sta solo aiutando ad uscire da sto casino nel quale sono e finché non si sistema un po' mi ospita da lui.- dissi chiara.
- Ah, stai a casa sua eh? Niente male- intervenne Kent. Vidi Dan dargli una gomitata, ma non ci feci troppo caso.
- E da quanto vi conoscete?- chiese Dan subito.
- Beh da qualche giorno, dopo che... beh nulla-
Cazzo.
- Dopo che cosa?- chiese nuovamente Dan.
- Niente, non ne voglio parlare- dissi decisa.
- Ah si?- insistette.
- Dan, basta- intervenne Jane. - C'è tempo per tutto, la conosci appena.-
Dan si alzò di scatto e uscì dal covo con fare nervoso.
Restammo in silenzio per vari minuti.
- Scusa Kendall, non dovevo prenderti il telefono... non so perché l'ho fatto. Perdonami. - disse subito Madison.
- Tranquilla, non fa niente- le dissi rassicurandola.
Era strano che si fosse incupito di colpo, volevo capire perché, e sopratutto se c'entravo.
- Forse è stata anche colpa mia- dissi ad un certo punto.
- Devi scusarlo, l'alcool a volte... lo fa uscire di testa, stasera ha esagerato un po'.- disse Kent dalla poltrona.
- A volte dice cose che non vuole- aggiunse poi.
Gli sorrisi debolmente per fargli capire che avevo afferrato il concetto.
- Meglio che ci vado a parlare, non voglio averlo incazzato domani-.
Così mi alzai e mi diressi fuori, ripercorrendo la vecchia scalinata consumata, fino a quando la luce del covo non si trasformò nella completa oscurità della notte.
Ci misi un po' ad abituarmi al buio.
Era tutto molto silenzioso, c'era solo il rumore dei grilli e c'era un forte odore di legno bagnato.
- Che ci fai qui?-
La voce di Dan mi raggiunse da destra, così mi girai e vidi una sagoma appoggiata di schiena ad un albero, con le mani in tasca che mi fissava.
- Cosa ti sembra?- ribattei aspra.
Mi avvicinai piano a lui, mantenendo comunque una certa distanza.
- Senti, non so cosa ti sia preso e non mi interessa, ma qualsiasi cosa sia, vedi di fartela passare perché non puoi pretendere di sapere tutto su di me.-
Mi stupì del tono e la sicurezza che avevo usato. Ero stata un po' dura, ma volevo fosse tutto chiaro.
- Sei venuta qua a farmi la predica?- disse lui in modo arrogante.
- Sono venuta a chiarire le cose- dissi di rimando.
- Beh, le hai chiarite- rispose.
- Ti stai comportando da stronzo.-
- Io sono stronzo-
- Beh io non voglio avere a che fare con uno stronzo.- gli dissi secca.
Feci per andarmene, ma mi afferrò per un braccio. E anche quando lo guardai negli occhi, non lasciò la presa.
- Tu domani devi lavorare con me- si rese conto del tono con il quale aveva detto la frase e se ne pentì subito.
Ciò non bastò a placare la mia rabbia.
Mi liberai dalla sua presa in modo brusco.
- Ma che cazzo di problemi hai?- gli dissi.
Aveva un aria strana, c'era qualcosa che lo turbava.
- Ti voglio solo aiutare, ok?- disse quasi urlando.
- Beh che bel modo di aiutarmi- gli dissi.
Ne avevo già abbastanza.
- Aspetterò che torni Mark- aggiunsi poi.
-Certo. Mark. Credi sia la soluzione a tutti i tuoi problemi?-
Lo disse con una nota di disprezzo e...
- Sei geloso? Sei geloso che sia Mark ad aiutarmi?- Ero stupita. Era così assurdo, per questo credevo che non fosse stata una genialata ipotizzare una cosa così delicata che poteva farlo solo innervosire di più.
- Mark sa molte meno cose di me- disse poi.
E invece avevo ragione.
- Oddio ma come fai a essere geloso? Ti rendi conto che mi conosci da un giorno?- urlai.
Ma chi si credeva di essere?
- Ma non è solo con te! Lo vuoi capire? Lo fa con tutte!-
Rimasi un po' scioccata da quella frase, magari stava solo impazzendo o voleva farmi credere che non era colpa sua.
Decisi così di lasciarlo sfogare.
- Ti ascolto- gli dissi calma.
Rimase quasi sorpreso dal mio cambio di comportamento, ma non si perse d'animo.
- Prima con Jane, poi con Madison e ora con te.
È qui da un mese e si crede il re del mondo cazzo. - disse tutto d'un fiato.
Si accovacciò ai piedi dell'albero dalla frustrazione, così feci lo stesso.
Però qualcosa non quadrava.
- Ma la setta non esiste già da anni? - chiesi.
- È così infatti. Ed io ne ero a capo, fino a quando il fottuto genio ha deciso che sapeva più cose e si è auto eletto presidente.-
Si era calmato e non avevo intenzione di farlo innervosire ancora.
- Ok, allora domani dimostrami di essere migliore di lui. - gli dissi in tono di sfida, ma allo stesso tempo in modo ironico.
Mi fissò sorpreso e la rabbia sparì dal suo viso per lasciare spazio all'orgoglio.
- Si ma non montarti la testa- aggiunsi subito.
Andai allora verso il covo e prima di scendere le scale, mi voltai a guardare quel ragazzo, tormentato da chissà quali problemi, che guardava davanti a sè il nulla.

La cacciatrice di incubiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora