Stavo attentamente ascoltando e prendendo appunti su Joyce che a parere mio era solo un noiosissimo scrittore che non aveva trovato un senso alla sua vita.
Ero quasi al termine della terza ora, quindi ora avevo il pranzo.
Corsi letteralmente verso il mio armadietto, ci misi dentro il libro e il quaderno rosso e stropicciato degli appunti e mi catapultai in mensa.
Presi il primo vassoio rosso e un pò logoro e mi misi in fila.
Ho optato per prendere della pizza scongelata molto probabilmente la mattina con dei peperoni, una diet coke e una mela, almeno quelle le portavano fresche.
Andai dritta al tavolo dove c'erano seduti Chris, Abi e una ragazza, una cheerleader e un ragazzo, Zayn.
'Penso ucciderò la Hogan' dissi tirando un morso alla pizza e spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Abigail:'cosa dovrei dire io della Serje -disse imitando un'accento francese- ci ha fatto fare uno stupido test di primo livello solo per prepararci -mimò le virgolette con le mani- al quinto, ma chi se ne infischia.'
Il ragazzo dal tratto asiatico rise dando un sorso dalla lattina di fanta posta nel suo vassoio.
È un amico di Chris, credo giochi nella squadra di football della scuola insieme a lui.
Per la William Penn High School il football è una religione con tanto di bibbia.
Sentivo degli occhi scrutarmi attentamente, come quando hai la sensazione che qualcuno ti fissi ma non riesci a individuare gli occhi che lo fanno.
Finii la pizza e tirai un morso alla mela, Chris mi mise una mano sulla coscia e iniziò a fare dei movimenti lenti dal basso verso l'alto.
La cheerleader dai capelli candidi e dei grossi occhi celesti con un piearcing al naso; stava sulle gambe del moro ragazzo mentre le passava le mani sulle spalle di tanto in tanto, il ragazzo sembrava indifferente, ogni tanto la guardava ma senza darle importanza.
Notai che il vassoio della ragazza era ancora pieno.
Io:'non hai mangiato quasi nulla' dissi dando uno sguardo al vassoio.
Chris:'Perrie non mangia molto' disse osservandola.
Perrie:'beh tu invece hai spazzolato tutto' disse osservando il mio piatto.
Io:'una delle poche cose della vita è il cibo perchè non godersela'
Perrie:'il sesso è una delle cose più fantastiche della vita' disse con tono malizioso e lanciando altrettanto uno sguardo a Zayn.Sboccata, vacca, senza un briciolo di cervello.
I primi tre aggettivi che mi vennero in mente da attribuirle.Suonò la fine dell'ora di pranzo e mi avviai verso l'uscita della sala portandomi dietro il vassoio.
Buttai l'immondizia che avevo creato sopra e lo appoggiai sopra l'alta catasta che si era creata poco distante.
Chris mi strinse a sè per la vita e mi baciò, percorremmo il pezzo di corridoio fino al mio armadietto in quella posizione.
Avevo ancora la sensazione che qualcuno mi stesse guardando ma non ci feci più caso.
Presi un quaderno blu e un libro di almeno trecento pagine e lo misi sul braccio chiudendo l'armadietto.
Chris mi accompagnò davanti all'aula e mi baciò e mi mordicchiò scherzosamente il labbro per poi avviarsi verso il cortile.
Io e Chris stavamo insieme dall'anno scorso a marzo, a Louis per i primi due mesi non andava bene, per due settimane non mi parló addirittura, non capii mai il perché ma lasciai correre.
Diciamo che Chris mi salvò, me lo aveva presentato Abi tre settimane dopo che avevo rotto con quello che era il mio migliore amico, e lui mi risollevò il morale.
È dolce, simpatico e mi capisce.
Ora ho matematica, cosa feci per quei cinquanta minuti? Fissai l'orologio guardando quanto in fretta si spostassero le lancette.
Il cinquanta percento della classe lo fà.
Il signor Fitzgerald, un'uomo abbastanza basso dai baffi bianchi candidi, un grosso naso a patata dove sopra ci erano poggiati degli occhiali giganti e spessi almeno un centimetro.
È il mio insegnante di matematica, è noioso come fissare un carciofo morto sul pavimento, fermo immobile.
Statico, senza un briciolo di simpatia, spiega le cose apaticamente, non ti veniva nemmeno la voglia di ascoltarlo.
Guardavo sempre o fuori dalla finestra o l'orologio oppure disegnavo alla fine del quaderno.
Non seguivo mai perchè tanto il giorno prima del compito Louis mi spiegava le cose e le capivo al volo.
Louis era un bravo insegnante e con questa dote era riuscito a portarsi a letto un anfiteatro di ragazze.
Non credo fosse solo quella la "dote" per la quale si fosse portato tante ragazze a letto.
Ridacchiai e mi sentii solo io in quel silenzio assordante assieme alle lancette che ticchettavano.
'Sì Cooper?' disse abbassandosi gli occhiali.
'Nulla, mi scusi mi era sembrato di non aver capito un passaggio, ma ora è tutto chiaro.' dissi sfregandomi le mani nervosamente.Sospirò e tornò a spiegare.
Dinuovo quella sensazione.
Mi guardai attorno e degli occhi, dal terzo banco mi scrutavano attentamente.
Smeraldi, con dei riflessi di luce gialla, trasmettevano fiducia, e ti guardavano come ogni ragazza desiderasse essere guardata, la pupilla nera come la pece poco dilatata.
Mi fissava, un ragazzo dalla carnagione chiara, delle labbra carnose, il labbro inferiore pieno, un ammasso di capelli ricci e morbidi si posavano sulla sua testa.
Le sue mani, grandi, le dita lunghe, un tatuaggio arrivava fino al polso.
Delle gambe magre e lunghe fasciate da dei jeans neri attillati con uno strappo netto sul ginocchio sinistro.
Una felpa nera con una scritta bianca, tirata sù fino ai gomiti.
L'avambraccio lasciava la pelle coperta dall'inchiostro nero, solo poche chiazze di pelle vuota erano ancora visibili.
Le mani incrociate tra di loro, degli anelli erano adagiati sulle sue dita.
Risalii tutto il suo corpo fino a far incrociare le nostre iridi.
La campanella interruppe il nostro contatto visivo, nessuno dei due calò le palpebre neanche per un secondo.
Spostai il capo verso il basso per raccogliere il mio zaino.
I capelli si imbatterono nel mio viso andandomi sugli occhi, con un rapido movimento gli spostai delicatamente.
Mi alzai dalla sedia e quel ragazzo dagli occhi magnetici era sparito.
La nebbia invadeva la mia mente, cercai di spazzarla via per poi uscire dalla classe.
*
Trillò il mio cellulare e risposi indaffarata.
'pronto?' dissi con un briciolo di fiatone.
'Mavis sono di sotto ti aspetto in macchina muovi il tuo culetto sodo.'
'preparo la sacca e poi mi porti tu ad allenamento' dissi in modo interrogativo.
'okay, dai però muoviti' disse incitandomi.
Ridacchiai attaccando il cellulare.Presi il borsone e scesi di sotto.
Trovai Louis e Annabeth, che tutti chiamavano Annie.
Non salutai, uscii di filato di casa con il borsone sulle spalle.
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fireproof » h.s.
Fanfiction"Sei la persona più testarda e scontrosa che io abbia mai conosciuto." sputò guardandomi negli occhi.