Ninfa silente

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Le sue mani sono state la prima cosa per cui è caduto il mio cuore: sottili, bianche, con dita piccole, affusolate. Sempre fredde, sempre abbastanza fredde per avere una scusa e prenderle tra le mie. Il modo in cui non pensa di essere bella, appare sconcertante. L'eleganza delle sue movenze, come se in ogni movimento stesse facendo poesia, anche il suo trascinarsi sotto il peso della vita, appare dolce e malinconico come la caduta delle foglie d'autunno. Ci siamo innamorate durante i silenzi, forse non ci abbiamo fatto nemmeno caso. Una creatura silenziosa, un mistero vivente dal volto di ceramica, freddo e statico. Quando le bisbigli all'orecchio quanto è importante, il silenzio cala sulle sue labbra, trema di mondi che noi mortali non possiamo nemmeno immaginare, che possiamo solo sognare di conquistare. Le corre il cuore, le si struggono le interiora, corrono i suoi pensieri? Non è dato sapere. Abbandonata alla propria esistenza, supplica col silenzio di essere trovata, colta, rassicurata. Se lo sai leggere, puoi notare dove nasconde l'amore quando alza gli occhi, socchiudendoli leggermenti, e borbotta sciocchezze in tono severo, per distrarti da qualche gesto pieno di adorazione, pieno di significato che a voce alta non si potrebbe dire. Noteresti come il suo silenzio sia pieno di piacere, di segrete suppliche, di ammissioni dolci, ogni qual volta la prendo tra le mie braccia, tra le mie mani. Ogni qual volta la seduco con dispetti e carezze, ciò che non dice mentre continua a farfugliare di altro, comunica un mondo tanto in fermento che non si può immaginare. Rimane statica, nel suo volto di ceramica, nella sua serietà, tra le sue parole, ma dentro muore per quel bacio sulla guancia, per quel sorriso, per quella carezza tra i capelli, per quell'abbraccio, per quelle frasi gentili. Si affida alle ascoltatrici, alle interpreti del non-detto, alle veggenti del suo cuore.

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